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Concetti Chiave

  • La crisi del Positivismo tra Ottocento e Novecento, segnata da eventi come la prima guerra mondiale e la crisi del '29, mina la fiducia nel progresso e nella razionalità, influendo su vari ambiti socio-economici e politici.
  • Dewey sostiene che il pensiero deve essere considerato uno strumento per risolvere problemi, piuttosto che una verità assoluta, e che le teorie devono essere adattabili ai cambiamenti delle situazioni.
  • L'educazione, secondo Dewey, deve essere attiva e progressiva, incoraggiando il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi, piuttosto che l'apprendimento di nozioni precostituite.
  • Il pragmatismo di Dewey enfatizza che le idee devono essere valutate in base alle conseguenze pratiche che producono, piuttosto che alla loro presunta corrispondenza con la realtà.
  • Secondo Dewey, in un contesto democratico, la pluralità di opinioni è essenziale e le scelte devono essere guidate da un esame critico dei valori in relazione alle loro conseguenze pratiche.

Indice

  1. La crisi del positivismo
  2. Dewey e l'importanza del pensiero
  3. Il valore strumentale delle idee
  4. L'educazione attiva secondo Dewey
  5. Democrazia e pluralità di opinioni
  6. Pragmatismo e strumentalismo logico
  7. La situazione indeterminata

La crisi del positivismo

La crisi del Positivismo, tra Ottocento e Novecento, tocca vari ambiti come quello socio-economico e politico. E’ una crisi delle certezze e della fiducia nell’umanità. Il segnale forte di questa crisi è la prima guerra mondiale, che non è altro che il prodotto di una crisi sistematica. Un altro esempio è la rivoluzione russa e la crisi del ’29 negli Stati Uniti. La fiducia nel progresso, nella ragione, nella scientificità entra in crisi a livello ideologico, lo si può notare ad esempio in Schopenhauer e porta a cambiamenti devastanti. La crisi è presente anche nelle scienze fisiche che avevano portato alla rivoluzione scientifica. Tutte le varie teorie scientifiche vengono smentite e un esempio è la teoria di Newton il quale riteneva che gli elettroni si muovessero intorno al nucleo emettendo piano piano energia per poi collassare all’interno del nucleo. Questa teoria venne smentita affermando che l’elettrone emette energia solo se salta da un orbitale all’altro. Un’altra teoria che possiamo ricordare è la teoria della relatività di Einstein. Tutto ciò porta a chiedersi che se anche le scienze non arrivano a delle certezze allora noi non riusciremo mai ad avere delle certezze.

Dewey e l'importanza del pensiero

Dewey dava importanza al lavoro e alle materie scientifiche. Il pensiero di Dewey è influenzato da ciò che è accaduto per la teoria dell’evoluzione, ossia ritiene che ciò che l’animale fa serve per rispondere alle sollecitazioni dell’ambiente, e del Positivismo. Si chiama esperienza la situazione in cui un certo organismo si trova in relazione con l’ambiente, la natura che gli pone dei problemi. Di fronte ad una situazione problematica tutti gli esseri viventi cercano una soluzione ed è ciò che Dewey chiama esperienza. Mentre gli animali trovano una soluzione con l’istinto, gli uomini trovano una soluzione con il pensiero, che è uno strumento utilizzato per risolvere i problemi, per far passare l’esperienza da una situazione problematica ad una non più problematica.

Il valore strumentale delle idee

Il valore delle idee e del pensiero è puramente strumentale, risolve problemi. Per questo motivo Dewey ritiene che non possiamo ritenere che la nostra teoria sia quella giusta, sia quella vera in assoluto ma le teorie che noi costruiamo sono solo strumenti che possono funzionare o meno. In quest’ultimo caso, noi cercheremo altri strumenti per risolvere la situazione. La risposta alla crisi del Positivismo di Dewey è molto chiara: se noi diamo un giusto valore al pensiero dobbiamo cercare di usarlo negli ambiti in cui funziona, dove può risolvere dei problemi. Dove il pensiero non è in grado di risolvere quei problemi, si cerca un altro strumento, un altro tipo di pensiero che possa risolverlo. L’errore più grande per Dewey è quello di ritenere che il nostro pensiero possa conoscere la realtà. Dobbiamo dare il giusto valore al pensiero e non darlo mai per certo, per vero. Quindi il pensiero non può pretendere di conoscere totalmente la realtà, nel momento in cui una teoria non è più adatta a risolvere un problema è necessario ricercare un’altra teoria. Ad esempio, si è sempre ritenuto che il principio di non contraddizione, principio logico ed ontologico, sia stato vero e certo e infatti esso ha funzionato per migliaia di anni, ma negli ultimi tempi questo principio in alcune situazioni della fisica sembra non funzionare. La risposta di Dewey alla crisi è di non preoccuparsi perché è stata solo un’illusione filosofica quella che riteneva che la nostra mente potesse cogliere gli aspetti fondamentali della realtà. La filosofia non ha dato giusto valore al pensiero. Dobbiamo perciò considerare il nostro pensiero solo come uno strumento per risolvere la situazione problematica in quel momento e non considerare che il pensiero sia vero e certo e che varrà sempre, le situazioni sono diverse le une dalle altre perciò per ogni situazione servirà un pensiero differente.

L'educazione attiva secondo Dewey

Infatti tra i principi dell’attivismo, di cui Dewey fa parte, si deve ritenere che il bambino debba imparare facendo e insegnargli ad usare il pensiero fin da piccolo. Non bisogna insegnare nozioni precostituite, l’educazione deve essere attiva, si parla di pedagogia attiva o progressiva. Uno degli aspetti più importanti di Dewey è il concetto di transizione, termine ricavato dall’economia, dove nessuno è mai in assoluto oggetto e soggetto ma sono concetti relativi che dipendono dal contesto. Ad esempio, l’organismo modifica l’ambiente ma è anche modificato dall’ambiente. L’esperienza perciò per Dewey è una situazione dinamica che cambia continuamente. Il nostro pensiero non può pensare di aver risolto definitivamente delle situazioni, in quanto esse si possono ripresentare in forme diverse. Il pensiero è uno strumento fallibile: l’alunno deve imparare a ragionare, a formulare ipotesi. Secondo Dewey esistono due concezioni/correnti:

-il realismo, è la concezione per indicare che le nostre idee sono vere. Da Cartesio in poi si è dell’idea che le nostre idee esistano solo nella nostra mente e sono vere quelle che corrispondono alla realtà. Cartesio divide tra idee innate, avventizie e fittizie. Le idee avventizie e fittizie sono vere. Le nostre idee se correttamente provate sono vere.

-strumentalismo: è la concezione secondo la quale le nostre idee sono strumenti per risolvere problemi e non si sa se sono valide, asseribili in modo garantito, come dice Dewey, garantiscono la soluzione ad un determinato problema. Per Dewey le idee non possono essere vere in assoluto.

Sono perciò due concezioni opposte del valore delle nostre idee. Oggi le scienze hanno dimostrato che non è possibile che un modello scientifico sia vero. Feyerabend, ‘anything goes’. Dewey filosoficamente è uno strumentalista, ovvero che il logos, le nostre idee sono strumenti per risolvere i problemi. Si può stabilire se un’ipotesi è vera se risolve il problema in quel momento. Siccome sono strumenti per risolvere le situazioni, quando cambiano le situazioni cambiano anche gli strumenti. Le idee subiscono un processo di validazione, di fronte ad un problema prima percorriamo le idee più ragionevoli e che in passato avevano funzionato. L’esperienza è però una condizione di precarietà, anche quando abbiamo risolto un problema organismo e ambiente sono in continuo cambiamento.

Democrazia e pluralità di opinioni

Per quanto riguarda l’educazione, un elemento importante è che in Dewey l’educazione deve essere attiva. Altro elemento importante è la democrazia in quanto lui vive nel periodo di piena crisi economica e tuttavia ritiene che la democrazia sia la forma politica preferibile. Siccome nessuno conosce la verità assoluta, è preferibile una forma politica in cui viene accettata ed incoraggiata la pluralità di opinioni e questa forma è la democrazia. La forma democratica presenta dei difetti, tuttavia all’interno di essa è possibile criticare, diversamente dal totalitarismo, forma autocratica, che non permette di criticare e parte da presupposti veri in assoluto. Una delle critiche rivolte a Dewey è: se non ci sono valori assoluti con che criterio si fanno scelte etico-politiche ed educative? La risposta che dà Dewey è che è necessario avere uno spirito critico in quanto se non esistono valori assoluti bisogna insegnare a ragionare con la propria testa e ad essere aperti alla critica. Un altro problema è che se non ci sono valori assoluti come si attua una scelta a livello politico tra i valori? Ogni assolutizzazione è pericolosa perché non abbiamo dei criteri per stabilire che la nostra idea sia vera in assoluto. I valori sono degli scopi che sono desiderabili se il contesto e le condizioni ci permettono di raggiungere quello scopo e se i mezzi utilizzati sono desiderabili, ossia quanto benessere apportano rispetto al disagio causato. Un fine è desiderabile solo se sono desiderabili i mezzi per raggiungerlo. Per Dewey il fine non giustifica i mezzi, in quanto ciò accade se i fini sono assoluti. Se per risolvere un problema i mezzi utilizzati non sono desiderabili allora quell’idea non sarà valida. Come si fa a stabilire se i mezzi sono desiderabili? Lo si fa se i mezzi rendono felici gran parte delle persone.

Pragmatismo e strumentalismo logico

La corrente filosofica di Dewey è il pragmatismo. Il fondatore di questa corrente è William James. Il termine pragmatismo è formato da pragma, risultato di un’azione, e prassi da praxis, svolgimento dell’azione. Queste parole sono contenuto nel termine ‘pratico’, ovvero qualcosa che ha a che fare con l’azione, diversamente da teoretico che si basa sul pensiero. Il pragmatismo perciò è una corrente che ritiene che il criterio di validità di un’idea, ipotesi, è determinato dalle conseguenze che queste idee hanno sulle azioni. Il pragmatismo nasce negli Stati Uniti tra Ottocento e Novecento, l’iniziatore è Pierce. Le idee, le teorie e i concetti che sono prodotti mentali , hanno valore in quanto sono guide per l’azione. Il pragmatismo non sa se le nostre idee sono vere e descrivono la realtà quindi bisogna trovare un criterio per sceglierle e per stabilire che un’idea sia vera: il criterio, concreto e razionale, di scelta tra le idee è nel pragma, il potere che queste idee hanno sulle azioni, l’utilità sulle azioni. Lui chiama la sua versione del pragmatismo, ‘strumentalismo logico’ in quanto le idee sono strumenti per risolvere i problemi. Per valutare l’idea bisogna vedere se essa risolve o meno il problema e con quale mezzo. Secondo Dewey i problemi si ripropongono perché le situazioni cambiano. Le idee non sono perfette ma perfettibili, fondamentale quindi sotto questo punto di vista l’accettazione della critica. Se i mezzi sono o ci sembrano desiderabili, è desiderabile anche l’idea. Dal punto di vista etico/politico come si fa a scegliere i valori all’interno della società? Questi valori possono cambiare perché l’uomo cambia. I valori sono scopi a cui tendere e sono scelti in base ai mezzi. Il pragmatismo è una corrente filosofica molto differenziata, ciò che vi è in comune è che il criterio di validità di un’idea si stabilisce in base alle conseguenze delle idee sulle azioni. Sul pensiero di Dewey hanno influito il pragmatismo, l’idealismo perché riprende da Hegel il concetto di totalità dialettica, la rivoluzione scientifica. Secondo lui le filosofie precedenti sono state viziate dall’illusione filosofica, dalla fallacia filosofica, ovvero che il mondo abbiamo un ordine. Secondo Kant il fenomeno è ordinato dalle categorie di spazio, tempo etc.. Dewey invece dice che non sappiamo se il mondo in sé sia ordinato o meno però sappiamo che il mondo è ordinabile. Le idee servono per cambiare il mondo: se il cambiamento è positivo l’idea è desiderabile. Dewey usa sempre la possibilità, che ha a che fare con il cambiamento, e non la certezza e ciò dimostra il cambiamento dell’idea che il pensiero colga la verità, al pensiero che le idee possono applicarsi.

TESTO PAG 415-LA SITUAZIONE INDETERMINATA

La situazione indeterminata

La teoria dell’evoluzione ha ipotizzato che l’uomo si sia evoluto e l’uomo è il prodotto dell’evoluzione della specie che ha portato allo sviluppo dell’encefalo che ci permette di pensare. Piaget: l’intelligenza è la più alta forma di adattamento dell’organismo all’ambiente. La situazione indeterminata è il punto di partenza del pensiero, se non abbiamo problemi non ci facciamo idee per risolverli. L’origine del pensiero è quindi una situazione di dubbio , problema e incertezza. Noi siamo dubbiosi perché la situazione è dubbiosa. Se la situazione di esperienza concreta è veramente complicata , formula ipotesi che producano comportamenti per risolvere la situazione. Se una persona è costantemente in una situazione di ansia, incertezza e non fa nulla per risolvere il problema ha una patologia perciò l’uomo difficilmente produce una soluzione in quanto l’incertezza è nell’individuo e non nella situazione. Il dubitare sano che porta a formulare ipotesi, azioni per risolvere il problema, è prodotto dalla situazione di esperienza che è dubbiosa in quel momento. Una situazione è incerta quando segnala uno squilibrio tra organismo ed ambiente perciò le radici di una situazione problematica stanno nel rapporto organico tra individuo e ambiente. Le nostre teorie non risolvono tutti i problemi quindi l’idea che nella realtà ci sono idee chiare e determinate dobbiamo dimenticarla, Dewey la chiama la fallace opinione. Una situazione è problematica quando la natura si pone in relazione con l’organismo, un essere che può pensare è diverso da un animale che non pensa. Qui vi è l’influsso dell’interazione uomo-ambiente, facoltà del pensare che si è sviluppata nell’uomo, origine biologica del pensiero. Troviamo anche l’influsso di Hegel: la natura diventa problematica quando si pone in relazione con l’uomo e non quando essa è da sola contro l’uomo, c’è una relazione dialettica tra natura e organismo, siamo in una situazione transattiva in cui l’uomo non è sempre soggetto e la natura oggetto ma può anche essere il contrario. Se noi siamo risolutori di problemi anche l’educatore deve problematizzare la situazione perché siamo in una situazione interattiva di transizione in cui chi ha problemi diventa risolutore di problemi e viceversa. Il docente è un risolutore di problemi perché deve saper conoscere le capacità cognitive e motorie del bambino, deve essere in grado di valutare il contesto socio-culturale ed economico, deve conoscere le materie da insegnare, i mezzi di comunicazione di massa, deve essere in grado di fare una ricognizione della situazione. Non c’è un fine al nostro risolvere i problemi perché le condizioni cambiano. C’è una connessione tra il suo strumentalismo e la sua pedagogia. La forma più elevata è quella attivo-progressiva e il bambino si deve trovare nella situazione di risolvere problemi. Ricordiamo che Hegel afferma che l’oggetto è oggetto se c’è un soggetto, in rapporto dialettico. Le situazioni sono problematiche per il soggetto. La natura in sé non è un problema. La natura è ambiente quando si trova in interazione con organismi e diventa problema quando l’organismo è in grado di pensare e la percepisce come tale.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i segnali della crisi del Positivismo tra Ottocento e Novecento?
  2. La crisi del Positivismo si manifesta attraverso eventi come la prima guerra mondiale, la rivoluzione russa e la crisi del '29 negli Stati Uniti, segnando una perdita di fiducia nel progresso e nella ragione.

  3. Come risponde Dewey alla crisi del Positivismo?
  4. Dewey risponde alla crisi del Positivismo enfatizzando l'importanza del pensiero come strumento per risolvere problemi, senza considerarlo come verità assoluta, e promuovendo un'educazione attiva e progressiva.

  5. Qual è il ruolo del pensiero secondo Dewey?
  6. Secondo Dewey, il pensiero è uno strumento per risolvere problemi, non per conoscere la realtà in modo assoluto. Le teorie devono essere adattabili e cambiare con le situazioni.

  7. In che modo il pragmatismo influenza il pensiero di Dewey?
  8. Il pragmatismo influenza Dewey nel considerare le idee come strumenti per l'azione, valutandole in base alle conseguenze pratiche che producono, piuttosto che alla loro verità assoluta.

  9. Qual è la visione di Dewey sulla democrazia e i valori etico-politici?
  10. Dewey vede la democrazia come la forma politica preferibile perché accetta la pluralità di opinioni. Sostiene che, in assenza di valori assoluti, è necessario un approccio critico e aperto alla critica per fare scelte etico-politiche.

Domande e risposte

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