Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La metafisica di Cartesio si basa su tre pilastri: il "cogito", l'esistenza di Dio e le idee innate, che approfondiscono la natura del pensiero umano.
  • Il "cogito", espresso come "Cogito, ergo sum", rappresenta la certezza dell'esistenza attraverso il pensiero, evidenziando la coscienza come essenza del soggetto.
  • Cartesio dimostra l'esistenza di Dio attraverso l'idea di perfezione, sostenendo che un essere imperfetto non potrebbe concepire un'essere perfetto senza che esso esista realmente.
  • Le idee innate, tra cui l'idea di Dio, non derivano dall'esperienza sensoriale ma sono considerate vere e immutabili, evidenziando la superiorità dell'intelletto sull'immaginazione.
  • La libertà umana secondo Cartesio esclude l'indifferenza e si realizza nella conoscenza del vero, mentre l'errore nasce dalla sproporzione tra volontà infinita e intelletto limitato.

Indice

  1. Il cogito e la coscienza
  2. L'esistenza di Dio
  3. Le idee innate
  4. Dinamismo spirituale e libertà

Il cogito e la coscienza

La metafisica di Cartesio si fonda su tre pilastri: il “cogito”, “Dio” e le “idee innate”.

[2]Il “cogito”

All’interno del dubbio, Cartesio incontra una prima certezza: il “cogito (= io penso, in latino). Il cogito rappresenta la coscienza del soggetto pensante. Infatti, per quanto il dubbio sia universale. Perché riguarda la totalità delle conoscenze, esiste sempre qualche cosa che gli sfugge: si tratta della sua propria condizione, perché dubitando, io penso e pensando io esisto. Nell’opera “Il Discorso del metodo”, il concetto di cogito viene enunciato in modo deduttivo: “Cogito, ergo sum”. Tuttavia questa frase, in realtà, è conseguenza di un’induzione diretta: la prima verità che si presenta intuitivamente allo spirito quando esso esprime un dubbio. A questo punto, è evidente che l’uomo è caratterizzato dall’attività dello spirito e dalla coscienza per cui si può affermare che la coscienza e l’essenza del pensiero.

L'esistenza di Dio

La seconda verità scoperta da dal filosofo francese è di ordine metafisico e riguarda l’esistenza di Dio. Egli dimostra questa esistenza in diversi modi. La prova tipica del pensiero di Cartesio è la prova dell’idea perfetta; infatti, fra le idee che sono in noi, si trova l’idea di Dio, idea di un essere sovrano, onnipotente, eterno e infinito (= idea di perfezione e di infinito). Ma questa idea di perfezione come potrebbe procedere da un essere imperfetto? In realtà, bisogna ammettere l’esistenza di un essere che contiene in sé tanta perfezione quanta ne contiene l’idea che esso rappresenta, cioè Dio. Di conseguenza, Dio esiste. Dio viene allora inteso come un essere sovrano e perfetto, senza nulla che ne limiti la perfezione. Esso è anche verità perché garantisce la veridicità di tutte le idee che concepiamo come chiare e distinte.

Le idee innate

L’idea di Dio fa parte delle idee innate. Le idee innate non giungono a noi tramite i sensi e l’esperienza. Sono vere, immutabili e di tre tipi:

1) Quelle che sono nate con noi (= innate)

2) Quelle che vengono dall’esterno (= le idee sensibili, come l’idea che abbiamo di una cosa esterna, l’idea di cielo, di terra, ecc...)

3) Quelle che sono fatte e inventate dall’uomo (= idee fittizie, come l’idea di chimera)

Dinamismo spirituale e libertà

Nella sua ricerca metafisica, Cartesio approfondisce l’essenza del dinamismo spirituale dell’uomo: egli sottolinea la superiorità dell’intelletto (= entendement), la facoltà in base alla quale noi scorgiamo le idee, sull’immaginazione che è il potere di rappresentare la realtà in modo sensibile. L’immaginazione non è necessaria all’essenza dello spirito umano e richiede un particolare sforzo. Invece, il lavoro dell’intelletto è molto più semplice. Infatti, per esempio, immaginare un poligono con mille lati è difficilissimo, ma è molto facile concepire tale idea. A tale proposito, Cartesio scrive letteralmente: « j’ai besoin d’une particulière contention d’esprit pour imaginer, de laquelle je ne me sers point pour concevoir ». Questa esplicitazione del dinamismo spirituale dell’uomo è inseparabile da una riflessione sulla libertà. Il grado inferiore della libertà è la libertà d’indifferenza, cioè quello stato dello spirito in cui la volontà si trova quando non è portata, attraverso la conoscenza di ciò che è bene e vero, a seguire un’idea piuttosto che un’altra. La vera libertà esclude l’indifferenza e è caratterizzata dall’assenza di costrizioni interne, poiché conoscendo il vero, essa fa una scelta ben chiara e cosciente. Una simile concezione di libertà umana ci permette anche di capire il meccanismo dell’errore. Esso nasce dalla sproporzione fra la volontà e l’intelletto, necessariamente finito e limitato. Si ha l’errore quando la mia volontà (che è infinita) acconsente ad un’idea (confusa) del mio intelletto (potere di affermare o di negare, senza alcun limite) che, invece, è finito.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il fondamento della metafisica di Cartesio?
  2. La metafisica di Cartesio si fonda su tre pilastri: il "cogito", "Dio" e le "idee innate".

  3. Come Cartesio dimostra l'esistenza di Dio?
  4. Cartesio dimostra l'esistenza di Dio attraverso l'idea di perfezione, sostenendo che un essere imperfetto non potrebbe concepire l'idea di un essere perfetto come Dio.

  5. Cosa sono le idee innate secondo Cartesio?
  6. Le idee innate sono quelle che non derivano dai sensi o dall'esperienza, ma sono vere e immutabili, come l'idea di Dio.

  7. Qual è la differenza tra intelletto e immaginazione secondo Cartesio?
  8. L'intelletto è la facoltà di comprendere le idee, mentre l'immaginazione rappresenta la realtà in modo sensibile e richiede uno sforzo particolare.

  9. Come Cartesio spiega il meccanismo dell'errore?
  10. L'errore nasce dalla sproporzione tra la volontà infinita e l'intelletto finito, quando la volontà acconsente a un'idea confusa dell'intelletto.

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