pexolo
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Concetti Chiave

  • Bruno abbatte l'idea di confini dell'universo, sostenendo un cosmo infinito e aperto in ogni direzione.
  • Introduce la pluralità dei mondi abitabili, immaginando un'infinità di sistemi solari superiori al nostro.
  • Propone l'identità di struttura tra cielo e terra, eliminando la gerarchia tra le parti dell'universo.
  • Descrive lo spazio cosmico come un'entità geometrica omogenea e infinita, priva di punti di riferimento centrali.
  • Concepisce l'universo come infinito, caratterizzato da attributi divini, superando le visioni finora limitate.

Indice

  1. L'universo senza confini
  2. Pluralità dei mondi
  3. Identità tra cielo e terra
  4. Geometrizzazione dello spazio cosmico
  5. Infinità dell'universo

L'universo senza confini

Dall’asserzione chiave Bruno deriva, nel nuovo quadro dell’universo, i punti seguenti:

1 abbattimento delle mura esterne dell’universo, distruzione dell’idea secolare dei “confini” del mondo, cui lo stesso Copernico era rimasto fedele. Grida Bruno, con l’entusiasmo del prigioniero che vede cadere le pareti del suo carcere: l’universo è aperto in ogni direzione e le supposte stelle fisse si trovano “disperse” in uno spazio senza limite;

Pluralità dei mondi

2 pluralità dei mondi e loro abitabilità, connessa alla prima tesi, implica la moltiplicazione all’infinito dei corpi che “corrono” per il cielo, ossia il concetto di una pluralità illimitata di sistemi solari e di mondo, che Bruno ritiene essere certamente più stupendi del nostro e con abitanti di gran lunga migliori della razza dei terrestri;

Identità tra cielo e terra

3 identità di struttura fra cielo e terra, sorretta da una giustificazione teologica: si sbaglia a voler distinguere fra una parte più nobile ed una parte meno nobile dell’universo, poiché procedendo tutto dall’unica mente e dall’unica volontà di Dio, resta preclusa ogni discriminazione gerarchica fra le varie zone del creato;

Geometrizzazione dello spazio cosmico

4 geometrizzazione dello spazio cosmico, come qualcosa di unico e di omogeneo, ossia fondamentalmente simile a se stesso in tutto l’universo. Per Bruno la sede più naturale dell’universo copernicano è il “vuoto infinito” di Democrito e di Lucrezio, immaginato come un immenso contenitore, ripieno soltanto di etere, che “alloggia” le cose. Da ciò questa geometrizzazione dello spazio, che sostituisce a quello aristotelico (insieme finito e gerarchicamente differenziato di luoghi naturali) uno spazio di tipo euclideo, omogeneo e infinito: in quanto tale, lo spazio del mondo è acentrico, poiché privo di punti di riferimento;

Infinità dell'universo

5 infinità dell’universo, ritenuto un Senza-limiti dai caratteri divini.

A parte la cornice lirico-filosofica e le giustificazioni teologiche, è facile riconoscere, in queste tesi, “l’universo dei moderni” e verificare come quest’ultimo, sebbene sia stato e continui ad essere comunemente associato al nome di Copernico, sia in realtà opera di Bruno.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Bruno riguardo ai confini dell'universo?
  2. Bruno sostiene che l'universo non ha confini, contrariamente all'idea secolare di un mondo limitato, e che le stelle fisse sono disperse in uno spazio senza limiti.

  3. Come descrive Bruno la pluralità dei mondi?
  4. Bruno immagina una pluralità illimitata di sistemi solari e mondi, molti dei quali potrebbero essere più stupendi del nostro e abitati da esseri migliori della razza terrestre.

  5. Qual è la concezione di Bruno dello spazio cosmico?
  6. Bruno vede lo spazio cosmico come omogeneo e infinito, simile a un vuoto riempito di etere, sostituendo l'idea aristotelica di uno spazio finito e gerarchicamente differenziato con uno spazio euclideo e acentrico.

Domande e risposte

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