Concetti Chiave
- Bergson distingue tra il "tempo della scienza" misurabile e omogeneo, e il "tempo della vita" fatto di attimi irripetibili e vissuti.
- Critica le teorie che riducono il pensiero a una funzione cerebrale, sostenendo che la memoria è una pura spiritualità indipendente dal corpo.
- Nel suo concetto di "evoluzione creatrice", Bergson rifiuta le visioni meccanicistiche e finalistiche, proponendo un'evoluzione libera e imprevedibile.
- La distinzione tra istinto e intelligenza si riflette nel modo in cui gli artropodi e i vertebrati si rapportano con il mondo, con l'intuizione come metodo per cogliere la realtà.
- Bergson identifica due tipi di società: quella aperta, dominata dall'amore universale, e quella chiusa, regolata da abitudini e leggi limitanti.
Indice
Critica alla scienza e libertà
Nega le qualità della scienza affermando che l’individuo non è conoscibile scientificamente, e che per egli non possono essere utilizzate le stesse regole che consentono l’interpretazione dei fenomeni.
Nei “Saggi sui dati immediati della coscienza” si incontrano i temi principali della filosofia bergsoniana; lo scopo dell’opera è quello di affrontare il tema della libertà attraverso la critica alla pretesa di quantificare l’intesa delle sensazioni e la riflessione sul tempo.
Tempo della scienza e della vita
Bergson esegue una netta separazione fra tempo della scienza e tempo della vita.
TEMPO DELLA SCIENZA = misura
- È fatto di istanti tutti uguali e allo stesso tempo diversi (ogni minuto ha la stessa durata del minuto precedente e di quello successivo, ma è da essi distinto e separato).
- È una grandezza misurabile e omogenea.
- È il tempo reversibile, che consente la ripetizione.
- È il tempo spazializzato ed esteriore.
TEMPO DELLA VITA= durata.
- È fatto di attimi irripetibili.
- È il tempo vissuto.
-Si costruisce nella continuità, fa la coscienza dell’uomo.
- L’uomo lo conserva anche senza accorgersene.
- Può essere colto solo attraverso un’intuizione.
Libertà e durata della coscienza
La concezione della vita spirituale come durata consente di risolvere il problema della libertà.
La libertà viene a identificarsi con la durata reale della coscienza (dove atti e stati si integrano)
[La contrapposizione tra i deterministi, che negano l’esistenza della libertà umana, e i sostenitori del libero arbitrio nasce da una confusione tra durata ed estensione.]
Corpo e spirito in Bergson
In “Materia e memoria” Bergson espone il problema di definire una relazione tra il corpo e lo spirito.
Egli critica:
• L’ipotesi epifenomenista, secondo la quale il pensiero è una semplice funzione del cervello e lo stato di coscienza è un epifenomeno dello stato cerebrale;
• L’ipotesi parallelista, secondo la quale gli stati del pensiero e gli stati del cervello sono traduzioni di uno stesso originale in due lingue diverse (equivalenza tra le due dimensioni: spirituale e materiale).
Alla tesi idealistica, secondo la quale la materia si riduce a rappresentazione, e alla tesi realista, secondo la quale la materia è “una cosa” differente per natura dalle rappresentazioni che produce in noi, Bergson contrappone il senso comune.
Secondo il senso comune l’oggetto esiste indipendentemente dalla coscienza che lo percepisce; la materia è “un insieme di immagini” e il nostro corpo è un’immagine che agisce sulle altre immagini attraverso la percezione (Ha un carattere pragmatico: percepire significa cogliere, negli oggetti circostante, l’azione del nostro corpo su di essi).
Memoria e percezione
La memoria pura (la “memoria per eccellenza”!!!): è la coscienza nella sua durata reale, indipendente da ogni legame con il corpo, e la totalità della nostra esperienza passata.
I ricordi- immagine sono ricordi puri utilizzati dalla percezione perché utili per l’azione presente (il nostro corpo, attraverso la percezione, seleziona solo i ricordi utili).
CERVELLO E MEMORIA: la memoria, essendo pura spiritualità, è indipendente dal corpo; di conseguenza, non può trovarsi nel cervello, che ha il ruolo di far passare la comunicazione.
Bergson visualizza il rapporto tra memoria e percezione attraverso un cono rovesciato
Critica all'evoluzionismo
Ne “L’Evoluzione Creatrice”, l’opera più importante di Bergson, egli critica:
- L’evoluzionismo meccanicistico, poiché considera il processo evolutivo dominato da una necessità, da un ordine prestabilito e prevede la ricerca di cause passate per capire il presente.
- L’evoluzionismo finalistico, poiché riproduce lo schema meccanicistico, vincolando l’evoluzione alla realizzazione di un di un fine già fissato.
Soltanto utilizzando l’intuizione è possibile cogliere la realtà del processo evolutivo.
L’evoluzione della vita è “creatrice”,è una forza spirituale libera, imprevedibile e senza leggi; questa si manifesta nelle varie espressioni che troviamo in natura.
La Materia: pur essendo un ostacolo all’azione creatrice della vita, ha origine anch’essa dallo stesso slancio vitale.
Lo slancio vitale si presenta come energia che attraversa sia la materia che i corpi; nessuno può sottrarsi alla sua azione. Ostacolata dalla materia, questa si esprime in diverse linee evolutive.
- ARTROPODI: sono guidati dall’istinto, espressione immediata, inconsapevole.
- VERTEBRATI: oltre all’istinto, hanno l’intelligenza che, razionale e logica, produce i mezzi necessari per la sopravvivenza.
Istinto : Facoltà di costruire e utilizzare strumenti che sono parte integrante del corpo animale. È una forza naturale, automatica ed inconsapevole, necessaria per la sopravvivenza.
Intelligenza : Facoltà di produrre oggetti più complessi. E’ in grado di cogliere gli aspetti della realtà. Non è una qualità che nasce con l’uomo, ma si crea quando questo entra in contatto con il mondo esterno. E’ lo strumento della scienza.
Intuizione: E’ il metodo di conoscenza della metafisica. Solo grazie all’intuizione si può cogliere lo slancio vitale, il fluire delle cose, la dinamica della realtà , la diversità
Morale e religione in Bergson
Ne “Le due fonti della morale e della religione” Bergson studia due manifestazioni dell’azione creatrice dell’uomo, la morale e la religione, ed esclude la possibilità di ridurre la moralità a pressione sociale, finalizzata ad assicurare la conservazione di una comunità umana.
SOCIETÀ APERTA
- È l’umanità stessa, che comprende tutti gli uomini in quanto tali.
- È dominata dal principio di amore universale.
- Regna la morale aperta, volta alla dilatazione della vita. Qui vige una Religione Statica
È una reazione difensiva della natura contro ciò che deprime l’uomo; obbedisce e crea miti, quali la sopravvivenza dell’anima e l’esistenza di esseri protettori, che rassicurano l’uomo.
SOCIETÀ CHIUSA
-Sono le comunità umane: l’uomo ne fa parte e ne assume ideali e regole.
-La vita diventa sistema di abitudini e di leggi che limitano l’uomo.
- Regna la morale dell’abitudine, dell’egoismo e dell’intolleranza.
Qui vige una Religione Dinamica
Si identifica col misticismo, la cui essenza è l’amore, coincidente con l’amore di Dio per la sua opera. Comprende tutte le religioni che cercano un contatto con Dio stesso.
Domande da interrogazione
- Qual è la principale critica di Bergson alla scienza riguardo alla comprensione dell'individuo?
- Come Bergson distingue il tempo della scienza dal tempo della vita?
- Qual è la posizione di Bergson sulla relazione tra corpo e spirito?
- In che modo Bergson descrive l'evoluzione della vita?
- Quali sono le due tipologie di società secondo Bergson e come si differenziano?
Bergson critica la scienza per la sua incapacità di comprendere l'individuo, sostenendo che non si possono applicare le stesse regole utilizzate per interpretare i fenomeni scientifici.
Bergson distingue il tempo della scienza come misurabile e omogeneo, mentre il tempo della vita è vissuto, irripetibile e colto solo attraverso l'intuizione.
Bergson critica le ipotesi epifenomenista e parallelista, proponendo che la memoria pura è indipendente dal corpo e che il cervello funge solo da tramite per la comunicazione.
Bergson descrive l'evoluzione della vita come un processo creativo, libero e imprevedibile, guidato da uno slancio vitale che attraversa materia e corpi.
Bergson distingue tra società aperta, dominata dall'amore universale e dalla morale aperta, e società chiusa, caratterizzata da abitudini e leggi limitanti, con una morale dell'abitudine e dell'egoismo.