Concetti Chiave
- Gregorio di Nissa considera il male come una privazione dell'essere, differenziandosi da Plotino che lo vede come coincidente con la materia.
- Il male, secondo Gregorio, è un "non-essere" che diventa esistente solo in relazione al non essere in un'esistenza, paragonato all'oscurità come assenza di luce.
- Poiché Dio è Creatore di esseri e non di non-esseri, la presenza del male è attribuita alla libertà individuale, non a Dio.
- Il male è anche una relazione di ignoranza verso Dio, manifestandosi come un ostacolo esterno che impedisce alla luce divina di raggiungere l'anima.
- Gregorio suggerisce che il male è mischiato al bene, diventando persuasivo e ingannatore attraverso la manifestazione di piacere sensibile.
Indice
Gregorio di Nissa - Male come privatio, relazione e ignoranza
Il male come privatio
Come per Plotino (Enn. I, 8), anche per Gr. il male è una "privazionedell'essere". In Plotino, il male ha una sussistenza propria e coincide con la
materia; in Gr., invece, è un "non-essere": "l'unica origine del male è la privazione (στέρησις) dell'essere". Peraltro, il "non-essere" del male diviene esistente solo come "non essere in un'esistenza". Gr. paragona questo nonessere con l'oscurità, che è assenza di luce e che, però, esiste. Il male, quindi, è estraneo alla realtà dell'essere. Poiché Dio è Creatore di esistenti, e non di non-esistenti, ne consegue che l'esistenza del male non si deve a Dio ma alla libertà individuale (degli uomini e degli angeli decaduti).