Concetti Chiave
- Agostino scrisse il De civitate Dei in risposta alle critiche anticristiane seguite all'invasione di Roma da parte dei Visigoti nel 410.
- L'opera è composta da ventidue libri, divisi in due blocchi: dieci apologetici e dodici costruttivi, che trattano della nascita, sviluppo e fine delle due città.
- Agostino distingue tra due cittadinanze, quella di Dio e quella terrena, basandosi su una separazione interiore piuttosto che su divisioni politiche o razziali.
- L'opera critica l'ideologia nazionalistica romana e pone la giustizia sopra la pace, rifiutando la sete di potere e la virtus presunta.
- Il De civitate Dei è destinato a un pubblico colto, caratterizzato da un linguaggio complesso, figure retoriche ricercate e uso di ironia.
Indice
Motivazioni dietro il De civitate Dei
Il motivo che spinse Agostino alla stesura del De civitate Dei, un'opera di ventidue libri scritti tra il 412 ed il 427, fu l'invasione di Roma da parte dei Visigoti nel 24 agosto del 410; l'accaduto non fece altro che alimentare le polemiche anticristiane degli ambienti pagani, che attribuivano al cristianesimo la responsabilità della decadenza dello Stato romano.
Struttura dell'opera di Agostino
Lo stesso Agostino afferma che l'opera può essere divisa in due grandi blocchi, rispettivamente di dieci e dodici libri. I libri I-X sono apologetici: i primi cinque confutano chi ritiene che il culo degli dei sia utile per la prosperità della vita terrena; gli altri cinque, chi pensa che sia utile per la vita ultraterrena. I restanti dodici rappresentano la parte costruttiva: i primi quattro espongono la nascita delle due città, i successivi quattro il loro sviluppo e gli ultimi quattro i loro termini finali.
Concetti chiave del De civitate Dei
Punto centrale dell'opera è dimostrare come qualsiasi tipo di uomo fa parte di uno di due tipi diversi di cittadinanze: quella di Dio o quella terrena; la distinzione tra questi due gruppi è tutta interiore. Agostino non intende identificare le due città in gruppi organizzati (Stato, Chiesa ecc.) poiché questa separazione si trova in ognuno di esse. Le due città infatti superano ogni tipo di barriera, che sia politica, razziale o linguistica.
Prospettiva di Agostino sulla pace
In questa prospettiva la pace è presentata certamente come un valore, ma non tale da sacrificarle la giustizia, perché senza di essa la pace non è altro che sopraffazione. In quest'ottica assume ancora più rilievo il rifiuto dell'ideologia nazionalistica romana; l'insistenza sulla sete sfrenata di potere e la svalutazione della presunta virtus. Una lunga tradizione aveva trattato il tema della polis e della civitas ideali. Tale contrapposizione non è da intendere nel De civitate Dei come disinteressa, o tanto meno , come ostilità verso lo Stato, di cui Agostino vuole essere cittadino fedele. Agostino propone dunque che il cristiano porti il suo contributo al buon andamento della vita associata.
Stile e pubblico del De civitate Dei
Il De civitate Dei è rivolto ad un pubblico colto; per questo motivo il periodare è molto complesso, ricco di subordinate e nessi di pensiero. Nell'opera si nota inoltre l'uso della concinnitas, dell'espressione armoniosa, l'uso di figure retoriche ricercate e la presenza dell'ironia.
Domande da interrogazione
- Qual è il motivo principale che ha spinto Agostino a scrivere il De civitate Dei?
- Come è strutturata l'opera De civitate Dei?
- Qual è il messaggio centrale del De civitate Dei riguardo le due città?
Agostino fu spinto a scrivere il De civitate Dei a causa dell'invasione di Roma da parte dei Visigoti nel 410, che alimentò le polemiche anticristiane dei pagani, i quali attribuivano al cristianesimo la responsabilità della decadenza dello Stato romano.
L'opera è divisa in due grandi blocchi: i primi dieci libri sono apologetici, mentre i restanti dodici sono costruttivi, trattando la nascita, lo sviluppo e i termini finali delle due città, quella di Dio e quella terrena.
Il messaggio centrale è che ogni uomo appartiene a una delle due cittadinanze, quella di Dio o quella terrena, e questa distinzione è interiore, superando barriere politiche, razziali o linguistiche. La pace è un valore importante, ma non deve sacrificare la giustizia.