Concetti Chiave
- Charles Leslie Stevenson sviluppa una meta-etica emotivistica "liberalizzata", distinguendosi da quella di Ayer con un'analisi autonoma.
- Contrariamente ad Ayer, Stevenson vede i giudizi etici ed emotivi come un campo di ricerca significativo, non un "malanno linguistico".
- Attribuisce ai giudizi di valore un doppio significato: emotivo e descrittivo, applicando principi di analisi linguistica.
- I disaccordi etici, secondo Stevenson, derivano da differenze di atteggiamento, risolvibili attraverso metodi persuasivi piuttosto che empirici.
- La sua approccio emotivista è più moderato rispetto a Russell e Ayer, cercando di ridurre gli esiti irrazionalistici dell'emotivismo.
Charles Leslie Stevenson - Pensiero
In alcuni saggi pubblicati su Mind e in Ethics and Language, il filosofo americano presenta in modo coerente ed esauriente una meta-etica emotivistica “liberalizzata”, tanto autonoma da quella di Ayer da rendere ogni analogia impropria. Diversamente da quest’ultimo che esclude dal suo campo di analisi i giudizi etici, estetici e valutativi poiché emotivi, Stevenson sostiene che essi non sono un «malanno linguistico» da espungere dalla sfera della conoscenza, ma un campo di ricerca che deve essere indagato attentamente.
A suo avviso, il termine emotivo è «uno strumento da usarsi in uno studio diligente». Attraverso una raffinata applicazione dei principi dell’analisi linguistica, Stevenson riconosce ai giudizi di valore un duplice significato: emotivo e descrittivo. La sua risposta è che «i disaccordi che sorgono nella scienza, nella storia, nelle biografie» sono disaccordi di credenza. Essi riguardano «il modo in cui si debbano effettuare descrizioni e spiegazioni vere» di certi matters of fact o di certe situazioni, dei problemi che essi comportano e delle soluzioni relative. Questo tipo di disaccordo può essere risolto con il ragionamento. I problemi etici, invece, «sono distinti da quelli della scienza pura soprattutto dal disaccordo di atteggiamento». Tale tipo di disaccordo riguarda i desideri, le aspirazioni, i bisogni, le valutazioni, le preferenze ecc. e si ha quando due persone assumono atteggiamenti antitetici sullo stesso oggetto: l’uno di approvazione, l’altro di disapprovazione. Questo disaccordo si risolverà attraverso un metodo «persuasivo, non empirico o razionale», soltanto quanto entrambi arriveranno alla medesima conclusione. La meta-etica emotivista di Stevenson si presenta come più moderata di quella di Russell e Ayer, tuttavia le analisi cui sottopone il discorso etico sembrano intenzionalmente «minimizzare» gli esiti irrazionalistici dell’emotivismo.