giosamma01
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Concetti Chiave

  • Alla fine del XIX secolo, i chierici iniziano a coinvolgersi nelle passioni politiche, trasformando le loro opere da riflessi d'intelligenza disinteressata a opere con contenuti politici.
  • La modernità ha reso i chierici cittadini con doveri civici, rendendo difficile mantenere una vita da chierico libera dalle passioni laiche.
  • Lo Stato moderno non è riuscito a preservare una categoria di uomini esenti da doveri civici, dediti esclusivamente ai valori non pratici.
  • Julien Benda critica i comunisti chiedendo se la loro civiltà è una continuazione di valori occidentali o una rottura con essi, sottolineando l'importanza di un umanesimo concreto.
  • Si rifiuta l'umanesimo mitologico che ignora le condizioni reali della vita umana, puntando a un nuovo umanesimo che riconosce le sofferenze e le disuguaglianze esistenti nel mondo.

Indice

  1. Intellettuali puri
  2. Nuova fase del chierico
  3. Intellettuali rivoluzionari

Intellettuali puri

Ora, alla fine del XIX secolo, si produce un cambiamento fondamentale: i chierici si mettono a fare il giuoco delle passioni politiche; coloro che rappresentavano un freno al realismo dei popoli ne diventano gli stimolatori […]. I chierici non si accontentano di accogliere le passioni politiche, se s’intende con questo che fanno posto a queste passioni accanto alle attività di cui si devono occupare in quanto chierici; essi introducono le passioni nelle attività; permettono – vogliono – che si mescolino con il loro lavoro d’artisti, di scienziati, di filosofi, che ne tingano l’essenza, che ne marchino i prodotti. E, di fatto, mai si videro tante opere, tra quelle che dovrebbero essere specchi dell’intelligenza disinteressata, essere invece opere politiche. Se cerco le cause, ne scorgo di profonde, e tali da impedirmi di considerare questa tendenza come una moda, alla quale potrebbe succedere domani la tendenza opposta. Una delle principali è che il mondo moderno ha fatto del chierico un cittadino, sottomesso a tutti i doveri che questo titolo comporta, e quindi gli ha reso molto più difficile che ai suoi predecessori disprezzare le passioni laiche. […]

Nuova fase del chierico

La nuova fede del chierico è, in gran parte, una conseguenza delle condizioni sociali che gli vengono imposte e il vero male da deplorare al giorno d’oggi forse non è il tradimento dei chierici, ma la scomparsa dei chierici, l’impossibilità di condurre nel mondo attuale un’esistenza da chierico. Sarà una delle grandi responsabilità dello Stato moderno non aver mantenuto (ma poteva farlo?) una categoria di uomini liberi da doveri civici e la cui unica funzione fosse quella di tenere viva la fiaccola dei valori non pratici.

Intellettuali rivoluzionari

Julien Benda, nel suo intervento l’altro giorno, ha posto ai comunisti una domanda che, come lui, reputo essenziale e che gli sono grato di aver introdotto. Ci ha chiesto: la civiltà che avete l’ambizione un prolungarsi dei valori occidentali o è piuttosto una rottura? […] Risponderemo perciò a Benda: della tradizione che egli chiama «occidentale» noi accettiamo ciò che comporta un’accusa del mondo, una rivendicazione fatta in nome dell’uomo che non si intende pensare, ma che vive, che ha fame e che muore […]. Respingiamo qualsiasi mitologia umanistica che parla di un uomo astratto e che trascura le condizioni reali della sua vita, che dimentica che finora tutti gli uomini non sono uguali nel dolore, nella conquista e nella morte. È il ritorno di un umanesimo che tiene conto delle condizioni concrete della vita e non delle condizioni astratte del pensiero umano, che supera la doppia conquista della terra da parte e unisce, del massimo grado di umanità e di coscienza per ciascuno di essi, che si pone il problema dello scrittore […]. Sarebbe un’amara decisione ricordare ancora una volta le vecchie leggende dell’umanesimo, in un mondo nel quale oggi regnano in tutta la loro potenza la mutilazione, lo svilimento, la decadenza e l’angoscia. […] L’uomo è più che mai povero, umiliato, solitario, oppresso da queste potenze.

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