roxx86
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Concetti Chiave

  • Karl Popper emphasizes the criterion of falsifiability to distinguish scientific propositions from dogmatic or mythical ones, rejecting induction as a method for scientific generalization.
  • Popper's theory of the three worlds consists of World 1 (material reality), World 2 (subjective experiences), and World 3 (cultural production), highlighting the interplay between these worlds and the importance of falsifiability.
  • Popper opposes the reduction of human behavior to mechanistic movements and critiques various philosophical doctrines, advocating for a critical realist approach and the concept of verisimilitude.
  • Contrasting methods of social reform, Popper argues for a gradualistic approach aligned with an "open society," in opposition to holistic social engineering that risks authoritarianism.
  • Thomas Kuhn and other epistemologists challenge Popper's views, proposing that scientific development is characterized by paradigm shifts rather than linear progress, emphasizing the role of cultural and psychological factors.

Indice

  1. Il principio di falsificabilità
  2. Teoria dei tre mondi
  3. Contraddizione con i riflessi condizionati
  4. Conoscenza ipotetica e verità
  5. Metodo dialettico e critica all'essenzialismo
  6. Metodi delle scienze sociali e naturali
  7. Visioni dello Stato e democrazia
  8. Thomas Kuhn e la scienza come congettura
  9. Imre Lakatos e la scienza matura
  10. Larry Laudan e il progresso scientifico
  11. Paul Feyerabend e l'anarchismo epistemologico
  12. Lipton e la forza della mente

Il principio di falsificabilità

Partendo dal presupposto che la scienza non può essere ridotta a formule linguistiche definite in

maniera univoca, Karl Raimund Popper sottolinea come l’unico principio in grado di distinguere

le proposizioni scientifiche da quelle dogmatiche (o mitiche) è il criterio di falsificabilità.

L’esperienza, quindi, viene vista come termine di confronto con cui si misurano le ipotesi dello

scienziato.

Non a caso egli ritiene l’induzione un “mito”, in quanto nessuna regola può garantire di

compiere una generalizzazione prodotta da osservazioni vere, nonostante si ripetano spesso, infatti è

sempre possibile che l’esperienza falsifichi la suddetta generalizzazione.

Popper distingue:

- Determinismo fisico, che descrive il mondo come un sistema fisicamente chiuso

- Indeterminismo fisico; che ritiene che non tutti gli eventi del mondo fisico sono

predeterminati in tutti i loro dettagli infinitesimali.

Egli cerca di risolvere il cosiddetto “problema di Descartes”, che riguarda le influenze reciproche

tra stati fisici e stati mentali, attraverso la combinazione rispettivamente di libertà e di controllo.

Così Popper dimostra che i nostri stati mentali controllano, alcuni dei nostri movimenti fisici;

rivendicando la reciproca relazione causale che si può istituire tra mente e corpo, poiché tra l’altro

l’universo è proprio un insieme di eventi e di processi anch’essi interagenti.

Teoria dei tre mondi

Teoria dei tre mondi Popper individua 3 Mondi

- Mondo 1, mondo delle realtà materiali di cui facciamo normalmente esperienza;

- Mondo 2, mondo dei processi (esperienze) soggettivi;

- Mondo 3, mondo della produzione culturale (conoscenza –contenuti costitutivi della mente).

Il mondo 1 è in relazione con il mondo 2, mentre il mondo 2 è in relazione con il mondo 3. Lo

sforzo del saggio deve essere quello di capire che succede nel mondo 2 e essere asettici per

comprendere cosa succede nel mondo 3, che è una produzione dell’uomo, non stabile, ma probabile,

mutabile e corruttibile. Inoltre è necessariamente falsificabile in base al mondo 1 (quindi un lavoro

di natura congetturale).

Contraddizione con i riflessi condizionati

Popper si pone in contraddizione con la dottrina dei riflessi condizionati (Pavlov), distinguendo tra

comportamento meramente passivo (comportamento rispondente), determinato dagli stimoli

ambientali e comportamento operante, che produce conseguenze sull’ambiente. Tutto ciò non

dimostra che lo studio delle attività nervose superiori degli animali chiarisca lo sviluppo della vita

psichica dell’uomo, poiché non è corretto ridurre i comportamenti individuali a movimenti

meccanici, in quanto la mente non è la somma totale delle sue esperienze. Inoltre afferma che tutti i

riflessi sono incondizionati, i riflessi condizionati sono frutto di un’alterazione che eliminano

totalmente o parzialmente le false partenze, ossia gli errori nel processo per prova ed errore.

Conoscenza ipotetica e verità

Popper respinge sia la tesi secondo cui la nostra conoscenza del mondo è il risultato

dell’osservazione o dell’esperienza sensoriale e quella secondo cui la nostra conoscenza è frutto

dell’accumulazione, della ripetizione, delle percezioni e osservazioni. Egli giunge alla conclusione

che la nostra conoscenza sia ipotetica, perché:

· Non esiste alcun metodo per scoprire una teoria scientifica;

· Non c’è un metodo di verificazione;

· Non c’è un metodo per accertare che l’ipotesi sia probabile.

Tra la teoria della verità come coerenza (una proposizione è vera se coerente con il resto della

nostra conoscenza) e la teoria della verità come utilità (una proposizione è vera se risulta

pragmaticamente utile), Popper sceglie di abbracciare la teoria della verità come corrispondenza,

che va a correlare la teoria ai fatti fungendo da “idea regolativa”. Egli afferma che una congettura

falsa può essere più o meno vicina alla verità, questa è l’idea di verosimiglianza, necessaria in ogni

realismo critico e per qualsiasi teoria critica della scienza.

Metodo dialettico e critica all'essenzialismo

Popper contrappone il metodo dialettico al metodo per prova ed errore, e ritiene che lo sviluppo

della dialettica dovrebbe servire come esortazione a difendersi dai pericoli che riguardano la

costruzione degli stessi sistemi filosofici, quindi la filosofia non dovrebbe essere il fondamento di

qualsiasi tipo di sistema scientifico. Egli critica sia l’essenzialismo metodologico, che ritiene che il

compito della filosofia sia quello di determinare la natura più intima delle cose sia il profetismo

storico, che ritiene possibile che l’uomo possa profetizzare il futuro poiché ciò non trascende i limiti

della mente umana. Ciò dimostra che entrambe le correnti hanno confuso il concetto di previsione

scientifica con quello di profezia storica, in quanto egli ritiene che la storia dell’umanità non sia in

grado di determinare il futuro; non a caso dimostra che lo storicismo è il tentativo di sostituire alla

speranza e alla fede, la previsione tecnologica.

Metodi delle scienze sociali e naturali

Popper ritiene che non vi siano grosse differenze tra metodi delle scienze sociali e quelli delle

scienze della natura, poiché da una parte non esistono teorie assolute nel campo delle scienze della

natura e dall’altro vi sono solo leggi generali di carattere ipotetico per quanto riguarda il metodo

scientifico. Dato ciò egli afferma che i progetti di riforma sociale non sono da attuarsi come

cambiamenti totali ma attraverso ipotesi di lavoro da controllare costantemente in base

all’esperienza. Dopo aver rimarcato l’antitesi esistente tra il programma dell’ingegnere sociale

gradualistico ( che persegue i suoi scopi attraverso un graduale piano di riforme) e quello del

meccanico sociale olistico (che sacrifica la vita della generazione presente in nome di una speranza

illusoria), Popper ricorda che il primo programma corrisponde a una “società aperta” (in cui i

singoli individui sono chiamati a prendere decisioni personali) mentre il secondo programma

rappresenta una “società chiusa” (una società che non prevede mutamento, ed è governata da un potere

assoluto).

Visioni dello Stato e democrazia

Secondo l’autore il metodo sociale riformistico consente di individuare e di controllare le

conseguenze non volute delle azioni politiche, poiché il potere dello Stato non può prescindere

dall’azione che mira a promuovere la maggiore uguaglianza possibile, inoltre non bisogna

permettere al potere economico di dominare quello politico. Altre visioni dello Stato:

- Platone, riteneva che lo Stato dovesse essere controllato da una casta burocraticosacerdotale,

e retta dall’ “uomo regio”;

- Hegel, affermava che la comunità umana dovesse essere fondata sulla totalità del processo

storico, oltre che sul processo dialettico dello Spririto oggettivo;

- Marx, dichiarava che il potere dello Stato doveva costituire il mezzo attraverso cui la classe

vincente otteneva il controllo su quella più debole, essendo la miseria umana la problematica

più urgente.

Sostanzialmente lo Stato, per Popper, doveva assicurare all’individuo, alla società e al governo

rappresentativo la loro legittima funzione, poiché l’interesse generale non deriva dalla somma degli

interessi individuali. In conclusione, egli ritiene che il mondo delle democrazie occidentali non sia il

migliore di tutti i mondi pensabili, ma è migliore rispetto a tutti gli altri mondi che hanno

caratterizzato la storia e di cui noi siamo a conoscenza.

Thomas Kuhn e la scienza come congettura

Dopo aver parlato del pensiero di Popper nel sottolineare l’importanza della falsificazione (quella

prova che avendo avuto esito negativo, porta all’abbandoni della teoria precedentemente accettata),

passiamo a Thomas Samuel Kuhn. Egli si rifà al pensiero dei razionalisti popperiani (Lakatos,

Laudan e Feyerabend) i quali ritenevano che il compito della scienza non dovesse essere quello di

spiegare il mondo, perchè la scienza non è un’accumulazione di verità, da questo presupposto Kuhn

ritiene impossibile fornire una spiegazione gradualistica dell’evoluzione della scienza. Sostiene

invece come la scienza sia un ventaglio di congetture, che si vanno a sostituire vicendevolmente,

ma che comunque non possono garantire la rappresentazione di ciò che è realmente la natura.

Kuhn afferma che in ogni epoca vi sono un insieme di regole identificate come quadro di

riferimento delle istituzioni scientifiche, esse inevitabilmente verranno sostituite da un altro

paradigma, tuttavia partendo da questo assunto egli accomuna il ricercatore a un giocatore di

scacchi, che dato un problema e data la scacchiera che gli si pone davanti, va a vagliare diverse

mosse alternative per giungere alla soluzione. Ricapitolando, Kuhn sostiene che lo sviluppo del

sapere scientifico, sia costituito dall’alternarsi di momenti diversi di acquisizione del sapere, a cui

corrisponde una progressiva eliminazione delle conoscenze ritenute erronee. E’ proprio per questo,

che sostiene infondata la tesi che vede la storia della scienza realizzarsi attraverso un processo

rettilineo. Sostanzialmente con il mutare dei problemi, muta anche il criterio che differenzia una

soluzione scientifica da una speculazione metafisica.

Imre Lakatos e la scienza matura

Un altro esponente della nuova epistemologia è Imre Lakatos, egli afferma che lo sviluppo della

scienza debba essere ricercato da un continuo confronto tra due teorie discordanti, e i fatti e non

semplicemente tra teoria e fatti. Così viene dimostrata l’ unilateralità:

- della tesi giustificazionistica, che pretende che le teorie scientifiche vengano provate ancor

prima di essere pubblicate;

- di quella probabilistica, che crede che una macchina possa fotografare istantaneamente il

valore di una teoria;

- di quella falsificazionistica, che immagina che l’eliminazione sia il risultato del verdetto

dell’esperimento.

Lakatos propone un nuovo criterio di demarcazione tra “scienza matura” (un progetto scientifico in

cui vengono anticipati fatti nuovi e nuove teorie) e “scienza immatura” (trama di tentativi ed errori);

la scienza matura infatti è costituita da un programma di ricerca, ossia un insieme di teorie che

obbediscono a regole di ordine metodologico. Questo programma di ricerca è costituito da un

nucleo euristico, cioè un insieme di ipotesi non falsificabili, attorno al quale gli scienziati

allestiscono una cintura protettiva, fatto ciò elaborano un’euristica negativa che protegga la teoria

dall’euristica positiva, che va a trasformare i problemi per creare nuove previsioni. Ciò dimostra che

per Lakatos non c’è un momento nel quale un programma di ricerca può essere screditato e quindi

accantonato.

Larry Laudan e il progresso scientifico

Tuttavia la posizione di Lakatos non spiega il perché gli scienziati ritengono risolte, la maggior

parte delle controversie scientifiche; mentre Larry Laudan sostiene che la modifica di una teoria

costituisce un progresso solo se la nuova teoria risolve più problemi della precedente. Laudan si

pone in dissenso con Kuhn per quanto riguarda la questione che vede i meccanismi razionali utili

per stabilire se una linea di ricerca è preferibile rispetto a un’altra; questo perché egli sostiene che la

scienza è un’attività che tende a elaborare i metodi cognitivi più adeguati per la soluzione di

problemi sia concettuali che empirici.

Paul Feyerabend e l'anarchismo epistemologico

L’ultimo pensatore di questa corrente che andremo a trattare è Paul Feyerabend, egli sostiene che

la scelta tra una teoria o un’altra non deriva da metodi razionali, ma più semplicemente dal gusto

del ricercatore. Dato che il lavoro di ricerca è tanto più creativo quanto più non si lascia incatenare

da regole precostituite, e dato che i procedimenti della scienza non si conformano a uno schema

comune poiché gli uomini intelligenti non si lasciano limitare da regole ma sono opportunisti, ossia

utilizzano quei mezzi che in una data situazione si rivelano più utili al raggiungimento del proprio

fine; Feyerabend giunge alla conclusione che non è possibile una forma definitiva di razionalità.

Ad esempio è impossibile provare che la popperiana società aperta è realmente una società libera,

infatti i criteri della razionalità scientifica non si stabiliscono passo dopo passo, ma solo nell’ambito

di determinati quadri mentali, poiché la scienza è uno dei tanti strumenti inventati dall’uomo per far

fronte al proprio ambiente.

Feyerabend sostiene che il potere di uno Stato non viene introdotto dall’alto, ma parte dall’interno,

cioè da quegli uomini che vogliono diventare indipendenti, nel modo a loro più consono. Egli

arriverà a sostenere persino che l’anarchismo (relativismo democratico), può essere un’eccellente

medicina sia per l’epistemologia sia per la filosofia della scienza, poiché nella vita non decide il

valore del singolo ma la contesa tra molti valori.

Lipton e la forza della mente

LIPTON (medico) contrario all’affermazione che all’interno del DNA è possibile costruire la

nostra storia biologica e definire anche il nostro destino, afferma che la mente è più forte del DNA

infatti ci sono dei casi in cui malattie spesso fatali vengono sconfitte. Inoltre, viene posta

l’attenzione alle anomalie e bisogna fare in modo che non venga sempre adottata la ricerca normale

o convergente perché tende a mantenere in atto lo stesso procedimento metodologico, invece, il

metodo deve essere cambiato. Bisogna sostituire alla base logica una base di natura psicologica e

sociologica. Ciò portò all’accusa di Khun di essere un relativista.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il principio fondamentale che Popper utilizza per distinguere le proposizioni scientifiche da quelle dogmatiche?
  2. Popper utilizza il criterio di falsificabilità per distinguere le proposizioni scientifiche da quelle dogmatiche o mitiche.

  3. Come Popper risolve il "problema di Descartes" riguardante le influenze tra stati fisici e mentali?
  4. Popper risolve il problema combinando libertà e controllo, dimostrando che i nostri stati mentali controllano alcuni movimenti fisici, stabilendo una relazione causale tra mente e corpo.

  5. Quali sono i tre mondi individuati da Popper nella sua teoria?
  6. Popper individua il Mondo 1 (realtà materiali), il Mondo 2 (processi soggettivi) e il Mondo 3 (produzione culturale e conoscenza).

  7. Qual è la posizione di Popper riguardo alla conoscenza e alla sua natura?
  8. Popper ritiene che la conoscenza sia ipotetica, poiché non esiste un metodo per scoprire, verificare o accertare la probabilità di una teoria scientifica.

  9. Come Popper vede il ruolo dello Stato e della società nelle democrazie occidentali?
  10. Popper vede lo Stato come garante della funzione legittima dell'individuo, della società e del governo rappresentativo, promuovendo uguaglianza e limitando il potere economico sul politico.

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