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Concetti Chiave

  • Charles Darwin's "The Origin of Species" challenged the human pride by positioning humans as creatures among others, opening the path for scientific inquiry into human behavior.
  • 19th-century medicine, under positivism and materialism, often ignored mental disorders without visible physical traces, viewing them as whims rather than symptoms.
  • Freud initially adhered to 19th-century determinism, focused on measurable facts, yet gradually challenged the idea that mental disorders must have physical roots.
  • Freud discovered the unconscious as a hidden psychic center influencing consciousness, where neurosis acts as a compromise between the conscious and the unconscious.
  • Freud reinstated the soul as a central figure in science, asserting its undeniable influence despite its intangibility, changing the perception of mental disorders.

Indice

  1. L'origine delle specie e l'orgoglio umano
  2. Medicina ottocentesca e positivismo
  3. Freud e la scienza del visibile
  4. La rivolta di Freud contro la scienza
  5. L'inconscio e la psicoanalisi
  6. Nevrosi e compromesso interiore
  7. Il ritorno dell'anima nella scienza

L'origine delle specie e l'orgoglio umano

Nel 1859, con la pubblicazione de L’origine delle specie, Charles Darwin aprì una crepa profonda nell’orgoglio dell’uomo. Non più vertice sacro della creazione, ma creatura tra le creature, soggetta alle stesse leggi della selezione naturale.

Da quel momento, il comportamento umano divenne materia indagabile con strumenti scientifici: l’anima poteva essere esaminata come un organismo, le passioni come meccanismi.

Medicina ottocentesca e positivismo

Nel solco di questo pensiero, anche la medicina ottocentesca percorreva i binari del positivismo e del materialismo. Tutto ciò che era mente, spirito, psiche, veniva tradotto in corpo, nervi, cellule. I disturbi dell’anima, se non accompagnati da una lesione visibile, da una cicatrice sulla carne, venivano spesso ignorati, screditati. L’isteria, le nevrosi, gli smarrimenti dell’io venivano considerati capricci, e non sintomi. Se non c’era traccia nel corpo, allora non c’era malattia. La scienza voleva vedere per credere — e non sempre vedeva abbastanza.

Freud e la scienza del visibile

Freud si muove dentro i confini di un’epoca che crede ciecamente nella scienza, nel fatto misurabile, nel visibile. La sua visione è, almeno all’inizio, figlia del determinismo ottocentesco: l’eredità del Positivismo è forte, e lo si vede nella sua costante tensione verso la verifica sperimentale, nell’ossessione per il dato. Eppure, qualcosa in lui già scricchiola, già traballa.

La rivolta di Freud contro la scienza

Perché se è vero che Freud parte dalla scienza, è altrettanto vero che la psicoanalisi, nel suo cuore pulsante, è un atto di rivolta contro quella stessa scienza che pretende di ridurre l’uomo a carne, impulsi e sinapsi. L’idea che ogni disturbo mentale debba avere una radice fisica — la regola aurea della medicina positivista — comincia a sfaldarsi sotto il peso delle sue osservazioni cliniche. L’isteria, i sogni, i lapsus... sono ferite senza cicatrici visibili, eppure ferite.

L'inconscio e la psicoanalisi

Freud allora cambia prospettiva. Prende l’uomo, lo capovolge, lo guarda da sotto. Scopre un continente sommerso: l’inconscio. Non un semplice deposito di ricordi sfocati o desideri dimenticati, ma una vera e propria centrale psichica, un laboratorio nascosto dove si forma — e deforma — la coscienza. L’inconscio non dorme mai: lavora, preme, spinge, detta comportamenti che la coscienza non comprende, ma subisce.

Nevrosi e compromesso interiore

Il nevrotico, scrive Freud, è “malato di ricordi”. Ma quei ricordi non sono souvenir del passato: sono presenze attive, rimosse ma non cancellate, che tornano travestite in sintomi. Ecco allora la nevrosi come compromesso: da un lato la coscienza, che vorrebbe dimenticare; dall’altro, l’inconscio, che pretende di essere ascoltato. Il soggetto "normale" riesce in qualche modo a negoziare, a trovare un equilibrio silenzioso. Il nevrotico no: nel suo teatro interiore, la tensione diventa urlo, gesto, sintomo.

Il ritorno dell'anima nella scienza

Con Freud, l’anima torna protagonista. Non si tocca, non si pesa, ma si fa sentire — forte. E la scienza, da quel momento in poi, non potrà più ignorarla.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'impatto della pubblicazione de "L'origine delle specie" di Charles Darwin sul pensiero scientifico dell'epoca?
  2. La pubblicazione de "L'origine delle specie" di Charles Darwin nel 1859 ha scosso l'orgoglio umano, spostando la percezione dell'uomo da vertice sacro della creazione a creatura tra le creature, soggetta alle leggi della selezione naturale. Questo ha aperto la strada all'indagine scientifica del comportamento umano, trattando l'anima come un organismo e le passioni come meccanismi.

  3. Come si inserisce Freud nel contesto del determinismo ottocentesco e del positivismo?
  4. Freud opera in un'epoca dominata dalla fede nella scienza e nel visibile, influenzato dal determinismo ottocentesco e dal positivismo. Tuttavia, la sua psicoanalisi rappresenta una rivolta contro la riduzione dell'uomo a carne e impulsi, sfidando l'idea che ogni disturbo mentale debba avere una radice fisica.

  5. Cosa scopre Freud riguardo all'inconscio e quale ruolo gioca nella psicoanalisi?
  6. Freud scopre l'inconscio come un continente sommerso, una centrale psichica che influenza la coscienza. L'inconscio lavora incessantemente, dettando comportamenti che la coscienza non comprende. La nevrosi è vista come un compromesso tra la coscienza e l'inconscio, con il nevrotico che non riesce a trovare un equilibrio.

  7. In che modo l'anima torna protagonista con Freud?
  8. Con Freud, l'anima torna protagonista, nonostante non possa essere toccata o pesata. La sua presenza si fa sentire fortemente, e la scienza non può più ignorarla, segnando un cambiamento significativo nel modo in cui i disturbi mentali vengono compresi e trattati.

Domande e risposte

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