Mongo95
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Concetti Chiave

  • Pareyson sostiene che il male non è una mancanza di bene o di essere, sfidando la tradizione filosofica.
  • Contrariamente all'idealismo hegeliano, il male non è un momento dell'essere divino da superare in una positività totale.
  • Pareyson rifiuta l'idea che il male sia una necessità naturale o un prodotto dell'ambiente, come suggerisce il positivismo evoluzionistico.
  • Si avvale delle critiche di Dostoevskij, che ironizzano sull'ottimismo della dialettica hegeliana nel dialogo tra Ivan Karamazov e il diavolo.
  • Il male è visto come 'utile e necessario' con un'ironia verso Hegel, dove ogni distinzione tra bene e male svanisce nell'indifferenza.

Indice

  1. La concezione del male secondo Pareyson
  2. Critica all'idealismo hegeliano
  3. Il ruolo di Dostoevskij nella critica

La concezione del male secondo Pareyson

Per comprendere la posizione di Pareyson sul concetto di male sono necessarie alcune precisazioni. Per Pareyson il male, e ciò in contrasto con tanta tradizione filosofica, non è assenza o mancanza di bene, non è assenza o mancanza di essere. Non è cioè una dimensione deficitaria sul piano ontologico o su quello del bene.

Critica all'idealismo hegeliano

Contro l’idealismo hegeliano, il male non è un momento dell’essere divino, destinato ad essere tolto e superato in una positività finale totale.

Il male non è un’imperfezione necessaria o necessariamente inerente alla natura dell’uomo, che è un essere finito, come pensa il positivismo evoluzionistico, cioè che il male è un prodotto dell’ambiente.

Il ruolo di Dostoevskij nella critica

Nel rifiutare queste concezioni Pareyson utilizza soprattutto le bordate di Dostoevskij, che ad esempio mette alla berlina l’ottimismo della dialettica hegeliana, soprattutto nel dialogo tra Ivan Karamazov e il diavolo, facendo recitare a quest’ultimo la parte di un servo malvagio per necessità e a suo malgrado animato da buoni propositi. Il male dunque è utile e necessario, in ironia nei confronti di Hegel, il diavolo come servo zelante cattivo solo se per senso del dolore e spirito di servizio, in realtà teso a modo suo alla realizzazione del bene, ogni distinzione tra bene e male svanirebbe nell’indifferenza. Questo è l’esito ultimo della dialettica della necessità.

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