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Concetti Chiave

  • Nietzsche vede la "morte di Dio" come un evento tragico che segna la fine della metafisica e la perdita dei riferimenti esistenziali.
  • Solo il superuomo può affrontare la morte di Dio, che richiede un'autoregolamentazione e una nuova costruzione di valori senza surrogati metafisici.
  • I nuovi valori devono essere aperti e prospettici, non dogmatici, consentendo continue reinterpretazioni della realtà.
  • Nietzsche critica la storiografia ottocentesca, sostenendo che esistono solo interpretazioni dei fatti, non verità assolute.
  • La complessità del superuomo risiede nella capacità di gestire visioni parziali e creare continuamente nuovi valori.

Nietzsche - morte di Dio

Nietzsche sembra molto credente quando descrive la morte di Dio e la descrive come un evento assolutamente tragico. L'uomo folle viene preso in giro (questa visione del filosofo che viene preso in giro ricorda molto il mito della caverna di Platone) mentre appunto annuncia la morte di Dio come un evento traumatico, catastrofico, infatti la morte di Dio riguarda la morte della metafisica, quindi di tutti quei punti di riferimento che l'uomo si era dato soprattutto per dare senso alla propria esistenza, per avere una bussola per orientarsi, e perdere Dio, quindi perdere la metafisica e questi punti di riferimento significa perdere l’orientamento (non c’è più l’orizzonte, chi indicherà la direzione giusta se non c’è Dio?).
In effetti la morte di Dio non è facile da superare. L'uomo normale non la supera, solo il superuomo può metabolizzare la morte di Dio. Però la cultura occidentale è arrivata secondo Nietzsche ad un punto di maturazione tale per il quale è inevitabile questo evento, cioè è inevitabile la morte di Dio, anzi la gente lo ha già assassinato, ma ancora non ha preso consapevolezza di questo evento perché appunto non è semplice navigare in un “mare aperto”, non è semplice essere liberi, la libertà non è una cosa banale, non è semplice assenza di vincoli, essere liberi significa sapersi autoregolare.

La morte di Dio corrisponde nella metafora delle tre metamorfosi al leone, il quale ammazza il drago “tu devi”, ed è qualcosa che prelude però ad un momento ulteriore, ossia il momento del fanciullo, quindi la nascita del superuomo, perché non basta eliminare i vincoli, ma bisogna anche saper costruire qualcosa, bisogna sapersi orientare e nel costruire qualcosa bisogna stare anche attenti a non riproporre dei surrogati di Dio, cioè dei concetti che sostituiscono Dio (cosa che invece hanno fatto gli uomini nell’800 come ad esempio la ragione hegeliana, l’io di Fichte, l’assoluto di Schelling, la scienza per i positivisti che diventa una vera e propria religione, o la storia per gli storicisti).
Tutti questi concetti che nascono dalla morte del Dio cristiano ripropongono una visione metafisica, dunque non sono altro che surrogati di Dio, e ciò non ha senso perchè invece non dobbiamo pretendere di ricostruire un concetto metafisico che diventa un ulteriore dogma e che ci ingabbia nuovamente.
Al contrario, secondo Nietzsche bisogna che i nuovi valori che il fanciullo costruisce siano valori prospettici, ossia siano visioni, prospettive sul mondo, non qualcosa di assoluto che ingabbia, ma qualcosa di provvisorio, aperto, che è possibile in ogni momento mettere in discussione.
Ancora una volta usando la storia Nietzsche nota che per la storiografia ottocentesca esistono i fatti, ma Nietzsche dice che non esiste nessun fatto, esistono soltanto interpretazioni di fatti, cioè prospettive. Non esiste una verità, un qualcosa di oggettivo, di dato una volta per sempre e una volta per tutte, ma esistono solo delle visioni parziali sul mondo che il superuomo deve essere in grado di gestire, quindi non è una cosa semplice, uccidere Dio e uccidere la metafisica tradizionale non è semplice perché occorre poi un lavoro che non è un lavoro che uno fa una volta per tutte e sostituisce i vecchi dogmi con i nuovi, ma è un lavoro che va fatto sempre, in maniera costante, permanente, in una perenne creatività, quindi non è un'impresa che gli individui semplici possono fare. Ci vuole una certa complessità.
Questa complessità è data appunto dal superuomo.
Del superuomo Nietzsche parla nell’altro periodo, che è appunto il periodo di Zarathustra” o “La filosofia del meriggio”. In “Così parlò Zarathustra”, lui inserisce la metafora delle tre metamorfosi, e qui propone anche una nuova visione temporale, che è l’eterno ritorno dell’uguale, anche qui rifacendosi alla visione greca, cioè alla visione ciclica del tempo, propria dell’antica Grecia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato della "morte di Dio" secondo Nietzsche?
  2. La "morte di Dio" rappresenta la fine della metafisica e dei punti di riferimento che l'uomo aveva per dare senso alla propria esistenza, portando a una perdita di orientamento.

  3. Chi è in grado di superare la morte di Dio secondo Nietzsche?
  4. Solo il superuomo può metabolizzare la morte di Dio, poiché l'uomo normale non riesce a superarla.

  5. Cosa rappresenta il leone nella metafora delle tre metamorfosi?
  6. Il leone rappresenta la fase in cui si uccide il drago "tu devi", preludendo alla nascita del superuomo, che costruisce nuovi valori.

  7. Qual è la critica di Nietzsche ai concetti nati dalla morte del Dio cristiano?
  8. Nietzsche critica i concetti che sostituiscono Dio, come la ragione hegeliana o la scienza positivista, poiché ripropongono una visione metafisica e dogmatica.

  9. Come descrive Nietzsche la verità e i fatti storici?
  10. Nietzsche afferma che non esistono fatti oggettivi, ma solo interpretazioni e prospettive, e che la verità non è assoluta ma parziale e soggetta a continua revisione.

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