Concetti Chiave
- Nietzsche, influenzato da Schopenhauer, sviluppa il nichilismo, che sostiene che le verità sono prospettive e non esistono verità assolute.
- Considerato un anticipatore, Nietzsche fu un pensatore isolato, consapevole di essere "fuori tempo", con un approccio filosofico di "filosofare con il martello".
- Critica il concetto di verità come un'illusione storica e culturale, imposta dalla società per giustificare l'esistenza.
- Il logos, secondo Nietzsche, non può rispondere a tutte le domande esistenziali, portando a problemi nel comprendere la realtà noumenica.
- Promuove la demistificazione dei valori, sottolineando che sono costruiti su convenzioni e devono essere smascherati per ricominciare a vivere autenticamente.
Indice
Influenza di Schopenhauer su Nietzsche e Freud
Il pensiero schopenhauriano risulta fondamentale per lo sviluppo di due dei più grandi filosofi del XX secolo: Nietzsche e Freud. Infatti, il primo trae da Schopenhauer il pensiero nichilistico; il secondo l’importanza dell’inconscio.
Nietzsche: un filosofo di frontiera
Nietzsche vive a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. Egli è un filosofo di frontiera tra i due secoli in quanto fu un grande anticipatore, sia dal punto di vista filosofico che culturale, anticipò infatti gli orientamenti di pensiero che avrebbero caratterizzato il XX secolo, al punto che durante la sua esistenza fu sempre isolato, un “disadattato”. Egli era consapevole di essere “fuori tempo”, infatti scrisse: “il mio tempo non è ancora venuto”. Oltre ad essere un grande pensatore Nietzsche fu anche un grande scrittore: utilizzò frasi brevi e concise (aforismi), che miravano al punto in modo chiaro.
La demolizione della verità secondo Nietzsche
Nietzsche si definisce un demolitore: il suo compito è quello di demolire. Egli scrive infatti: “filosofare con il martello”. La filosofia deve essere un martello che deve indebolire ciò che di falso è stato precedentemente creato. Egli vuole innanzitutto demolire la verità, che Nietzsche considera una mera illusione che l’uomo si è fornito per giustificare lo scopo della propria esistenza. Secondo Nietzsche con Socrate è cominciata la decadenza, in quanto con il suo pensiero si è diffusa l’idea che l’uomo sia in grado di scoprire la verità, dimenticando in questo modo la realtà essenziale, cioè che noi siamo principalmente corpi soggetti agli istinti (richiamo a Schopenhauer). L’uomo non è in grado di sopportare l’essenza della sua esistenza e di confrontarsi con la realtà. Dio non è altro che un’invenzione dell’uomo. Con la nascita del concetto di logos si sviluppò l’idea che l’uomo fosse un essere speciale, superiore, diverso da tutti gli altri esseri viventi. L’uomo non è in grado di accettare la morte poiché cerca di distaccarsi dalla natura, dunque, l’idea di ricongiungersi alla natura attraverso la morte è per lui inaccettabile. Il logos è lo strumento che l’uomo utilizza per cercare di rispondere a delle domande e da ciò sorgono i problemi esistenziali. Infatti, il logos non è in grado di rispondere a tutte le domande avanzate dall’uomo. Dall’impossibilità di rispondere scaturiscono i problemi. Il logos, come afferma Kant, funziona solo nel mondo fenomeno, in cui è l’uomo che dà forma alla realtà. Nel mondo noumenico, però, le convenzioni applicate dall’uomo vengono meno, dunque in questa realtà non è possibile trovare le risposte che l’uomo cerca. Per fare ciò, afferma Nietzsche, l’uomo ha costruito un grande edificio, quello delle menzogne universali, dell’illusoria verità basata sull’idea dell’assoluto. Il compito della filosofia, dunque, è quello di demolire quest’apparente verità. Dietro la verità, infatti, non vi è nulla in quanto esse sono prive di fondamento. Si basano solamente sul fondamento storico, che serviva però esclusivamente a giustificarle e a renderle stabili. Ciò ha determinato la nascita di quei valori che la società detiene come verità indiscutibili, imposte da qualcuno per mezzo della forza, ma che in realtà non sono altro che labili illusioni prive di fondamento.
Il nichilismo e la prospettiva della verità
Questa visione prende il nome di nichilismo: il nichilismo consiste nello scoprire che i valori non hanno valori; il nichilismo è la scoperta che la verità in quanto tale, intesa come unico modo di vedere ed interpretare la realtà, è la scoperta che la verità è sempre una prospettiva. Per questo motivo non è possibile affermare che esiste un’unica verità. Le verità sono molteplici e dipendono dall’angolazione con la quale si guardano le cose (prospettivismo). Se tutto questo è vero, dice Nietzsche, dobbiamo trarne le necessarie e inevitabili conseguenze: se le verità non esistono, bisogna perdere ogni certezza, bisogna eliminare l’assoluto (Dio) e perdere le certezze. Bisogna ammettere che Dio è morto e ciò che ne consegue. Bisogna attuare la demistificazione: mostrare l’incongruenza, la nullità, la mancanza di fondamento dei valori. Demistificare vuol dire togliere l’aura di mistero che circonda le cose: l’apparenza di assolutezza e intoccabilità che le verità sembrano avere. Con il termine valore la nostra cultura intende qualcosa imposta da qualcuno con la forza. Secondo Nietzsche, dunque, la verità non è altro che un arbitrio e i valori sono semplicemente basati sulle convenzioni e sull’imposizioni. Quando l’uomo giunge a questa conclusione, non può fare altro che ricominciare a rivivere la propria esistenza.
Domande da interrogazione
- Qual è l'influenza di Schopenhauer su Nietzsche?
- Come Nietzsche descrive il suo ruolo di filosofo?
- Cosa intende Nietzsche con il concetto di nichilismo?
- Qual è la critica di Nietzsche al concetto di logos?
- Cosa significa per Nietzsche la frase "Dio è morto"?
Nietzsche trae da Schopenhauer il pensiero nichilistico, che diventa fondamentale per il suo sviluppo filosofico.
Nietzsche si definisce un demolitore, il cui compito è quello di demolire le false verità create dall'uomo, filosofando "con il martello".
Il nichilismo, secondo Nietzsche, è la scoperta che i valori non hanno valore e che la verità è sempre una prospettiva, non esiste un'unica verità assoluta.
Nietzsche critica il logos come uno strumento che l'uomo usa per rispondere a domande esistenziali, ma che non può fornire risposte definitive, portando a problemi esistenziali.
La frase "Dio è morto" implica la necessità di eliminare l'assoluto e le certezze, riconoscendo che i valori e le verità sono illusioni prive di fondamento.