Concetti Chiave
- Il desiderio è una forza intrinseca che definisce gli esseri umani, distinguendoli dagli animali, ed è sempre in atto, mai in potenza.
- Il desiderio umano trascende il soggetto, non è mai completamente posseduto o controllato dall'individuo, e si manifesta quando l'io viene meno.
- Esiste una distinzione fondamentale tra bisogno e desiderio: mentre il bisogno è unilaterale e istintuale, il desiderio richiede reciprocità e riconoscimento da parte dell'altro.
- Secondo Lacan, il desiderio umano è un desiderio di desiderio, un'inquietudine che spinge verso ciò che non si possiede, creando un ciclo continuo di insoddisfazione.
- La concezione di Lacan vede una coincidenza tra legge e desiderio, dove il peccato è la rinuncia al proprio desiderio, mentre la felicità è essere in linea con esso.
Indice
Il desiderio come forza motrice
Il desiderio è una forza, una spinta, un motore che tende a espandere l’orizzonte della propria vita e del mondo. Può essere visualizzato con la figura del fuoco perché è sempre in atto, perchè è sempre acceso e mai in potenza. La natura del desiderio è infatti quella di essere in atto.
La natura del desiderio umano
Ciascun uomo è la manifestazione di questa forza. Il desiderio è perciò ciò che ci definisce e distingue, difatti gli animali non desiderano. La psicoanilisi per lo più ritiene che l’uomo coincida con il proprio desiderio e non con il proprio pensiero.
Questo desiderio con il quale coincido non è mai mio: l’uomo desidera, ma mentre desidera non è proprietario del proprio desiderio. Non lo comanda, codesta è una concezione opposta a quella di Platone che paragona il desiderio a un cavallo guidato dall’io. In altri termini il desiderio trascende il soggetto, nonostante lo abiti e quindi sia immanente in esso. Quindi, il desiderio si manifesta quando l’io viene meno, quando cade. A dimostrazione di ciò, non ci si innamora mai di ciò che si vuole, perché l’innamoramento, come il desiderio ci attrae verso un qualcosa, ma supera la volontà e il discernimento. Il desiderio può quindi essere visualizzato come una caduta da cavallo: l’uomo cade dall’illusione di governare la propria vita. Ma, questa caduta è anche un’apertura perché ci trae verso altro da me. Tale idea del desiderio che è in me ma è oltre me la si può individuare nelle confessioni di Agostino.
Desiderio e bisogno: una distinzione
Esiste una polisemia del concetto del desiderio: non vi è un modo solo di definirlo. L’elemento che accomuna queste definizioni è la distinzione fra desideroo e bisogno. Il mondo animale coincide perfettamente col mondo del bisogno che è un mondo di istintualità: la caratteristica del bisogno è un’urgenza che esige il soddisfacimento. Come si realizza il soddisfacimento? Attraverso una negazione unilaterale [Hegel]: se ho sete, nego l’acqua bevendola. La negazione va dal soggetto verso l’oggetto unilateralmente. Il bisogno è perciò una relazione a senso unico dal soggetto verso l’oggetto e il suo soddisfacimento implica un’azione specifica.
Dall’esempio del seno materno si può invece comprendere cosa sia il desiderio: l’esperienza primaria bambino-seno può essere visualizzata su 3 piani:
• il piano del soddisfacimento del bisogno [il bambino ha fame]. Coincide con uno stato di carenza simile a quello animale;
• il piano del piacere che provoca nel bambino l’esperienza della suzione;
• la dimensione del desiderio, dell’invocazione, della presenza: il bambino inizialmente succhia il latte per fame, ma poi trattiene il capezzolo in bocca nonostante non esca latte. Il bambino trattiene la madre, esige la sua presenza perché senza tale presenza si sente perduto. Desiderio è quindi invocazione dell’altro.
Hegel sottolinea il fatto che gli animali richiedano una via unilatere per soddisfare il loro bisogno, all’umano serve invece reciprocità: soddisfa il proprio desiderio solo se si sento desiderato dal desiderio dell’altro; in altri termini l’appagamento dipende dal fatto che io mi sento riconosciuto dall’altro. L’uomo pone una domanda di riconoscimento che viene soddisfatta solamente se si viene riconosciuti.
In sintesi il bisogno è una soddisfazione unilaterale, il desiderio implica la presenza di due soggetti uno che domanda di essere riconosciuto e uno che riconosce il valore domanda. Lacan infatti dice che il desiderio umano è il desiderio dell’altro: il desiderio umano è desiderio di desiderio, è desiderio di essere desiderato dal desiderio dell’altro, è il desiderio di essere l’oggetto del desiderio dell’altro. Il desiderio non è quindi desiderio di qualcosa, ma è desiderio di desiderio.
Il desiderio secondo Lacan
Lacan ritiene anche che il desiderio umano sia desiderio d’altro: il desiderio porta con sè inquietudine perché non si soddisfa mai di quello che ha, esige sempre altro da quello che possiede. Desiderio è quindi una spinta verso il nuovo, verso ciò che non ho. Ma il nuovo lo desiderio fino a quando non lo possiedo perché a quel punto il desiderio muta. Questa concezione genera un’inquietudine nichilistica: si insegue costantemente il nuovo, si ripone la salvezza nell’altro, ma in realtà il nuovo non è in grado di colmare la mancanca del soggetto perché rilancia sempre il desiderio. Il mondo in cui viviamo è costruito su questa visione nichilistica del desiderio e non c’è felicità in questi termini. La felicità coincide perciò nel desiderare quello che si ha. Il vuoto si colma attraverso il desiderio stesso, non attraverso l’oggetto.
Desiderio, legge e felicità
Sovente si ritiene che il desiderio sia un’esperienza di trasgressione della legge: la legge introduce un limite, una soglia e immediatamente da questo limite sorge desiderio di trasgredirlo. Tradizionalmente si ritiene anche che che se si persegue il desiderio, si vada contro la legge. Lacan, in contrapposizione a questa concezione, ritiene che Dio il giorno del giudizio universale valuterà se l’uomo ha agito in conformità alla legge del desiderio che lo abita. Vi è quindi una coincidenza fra legge e desiderio: l’unica forma della legge è il desiderio stesso. Il peccato coincide nel rinunciare al desiderio insito in noi. Il peccato equivale quindi con il deviare non dalla legge come limite al desiderio ma dalla legge del proprio desiderio, dalla propria chiamata. La felicità coincide nell’essere il più vicino possibile con legge del desiderio e quindi nel desiderare che la nostra condizione sia ancora così, che non muti.
La maggior parte degli uomini nel corso della storia ha tradito il proprio desiderio perchè scegliere di sacrificarsi comporta guadagno di sicurezza: chi vive nel sacrificio vive in una legge che orienta infallibilmente la vita. Talvolta la vita umana al peso della libertà, preferisce il peso della schaivitù o perché, come già affermato da sicurezza, oppure perché nell’ottica cristiana i sacrifici saranno illimitatamente risarciti in un altro mondo.
Domande da interrogazione
- Qual è la natura del desiderio secondo Freud e Lacan?
- Come si differenzia il desiderio dal bisogno?
- Qual è la visione di Lacan sul desiderio umano?
- Come si relaziona il desiderio con la legge secondo Lacan?
- Perché molti uomini tradiscono il proprio desiderio secondo il testo?
Il desiderio è una forza in atto che definisce e distingue l'uomo, trascendendo il soggetto e manifestandosi quando l'io viene meno.
Il bisogno è una soddisfazione unilaterale e istintuale, mentre il desiderio implica reciprocità e il riconoscimento da parte dell'altro.
Lacan sostiene che il desiderio umano è il desiderio dell'altro, un desiderio di essere desiderato e riconosciuto, che porta con sé un'inquietudine nichilistica.
Lacan vede una coincidenza tra legge e desiderio, affermando che il peccato è rinunciare al desiderio insito in noi, e la felicità risiede nel seguire la legge del proprio desiderio.
Molti uomini tradiscono il proprio desiderio per guadagnare sicurezza, preferendo il sacrificio e la schiavitù alla libertà, con la speranza di un risarcimento in un altro mondo.