giorgiacappellari
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Concetti Chiave

  • Il libro "Il Capitale" di Karl Marx fu pubblicato in parte da lui e completato da Engels; esplora l'economia come una struttura interconnessa attraverso una critica ai liberisti classici.
  • Marx prevede che il capitalismo si autodistruggerà a causa delle sue contraddizioni intrinseche tra capitale e lavoro, rendendo il comunismo inevitabile.
  • Marx distingue tra valore d'uso e valore di scambio delle merci, sottolineando che il valore di scambio è determinato dalla quantità di lavoro necessaria per produrle.
  • Nel capitalismo, il plusvalore deriva dalla produzione, dove il capitalista paga l'operaio per il valore di scambio, ma l'operaio produce un valore eccedente.
  • Il capitalismo aumenta il plusvalore attraverso l'aumento della produttività, introdotto da cooperazione semplice, manifattura e grande industria con l'uso delle macchine.
In questo appunto viene descritto il libro “Il Capitale” di Karl Marx. Di seguito vengono riportate informazioni sull’opera, l’opera come testo di profezie e il rapporto tra plusvalore e la società.
Karl Marx: analisi dell'opera Il Capitale articolo

Indice

  1. L’opera “Il Capitale” di Karl Marx
  2. L’opera come testo di profezie
  3. Plusvalore e società capitalistica

L’opera “Il Capitale” di Karl Marx

Da lui fu pubblicato solo il primo volume di questo testo, il secondo e il terzo li pubblicò Engels dopo la sua morte.

In quest’opera si riferisce alla struttura cioè all’economia. Anche in quest’opera, nello specifico nell’introduzione, ribadisce la critica ai liberisti classici come negli Scritti Economici e cioè:

  • Per i liberisti classici il sistema capitalistico è il sistema, è il modo di distribuire la ricchezza. Per Marx ogni periodo storico ha le proprie leggi scientifiche; per lui le leggi economiche non sono universali.
  • Per Marx il sistema borghese porta con sé la contraddizione tra capitale e lavoro, che lo porteranno alla caduta per cause endogene, si suiciderà perché minato da contraddizioni e quindi il comunismo è inevitabile. I liberisti classici non colgono questo perché non hanno lo sfondo dialettico.
  • Per Marx il capitalismo va studiato secondo il sistema dialettico della totalità organica. I fattori economici sono studiati come elementi interconnessi tra loro.
Per ulteriori approfondimenti sull'opera di Marx vedi anche qui

L’opera come testo di profezie

Il capitale è anche considerato un testo di profezie, ma che nella maggior parte dei casi non si sono avverate. Il capitale è un testo di economia, ma facendo un’analisi dell’economia, dà anche un’analisi complessiva della realtà, proprio per il collegamento tra struttura e sovrastruttura. Ecco di seguito alcune definizioni utili:

  • Differenza tra merce e prodotto → c’è una differenza tra le due perché il prodotto è quello che viene immediatamente utilizzato e non scambiato. È una merce se viene anche scambiato oltre che poi utilizzato. Quindi non si tratta di tipi diversi di bene ma uno non viene scambiato e l’altro si.
  • Valore d’uso → Ogni merce viene incontro a qualche bisogno umano, sia che venga da qualsiasi parte non lo usiamo se non ha utilità. Una merce non avrebbe valore se non servirebbe qualcosa. Il valore d’uso è diverso nelle diverse merci. Si basa sulla qualità della merce e rispetto alla qualità soddisfa a un bisogno rispetto che a un altro.
  • Valore di scambio → consiste nel fatto che una merce può essere scambiata con un’altra merce. perché questo si può fare con merci che hanno diverso valore d’uso? Se si possono scambiare vuol dire che hanno qualcosa di uguale e questo qualcosa di uguale è il valore di scambio, che permette di scambiare merci con diverso valore d’uso. La definizione del valore di scambio è stata desunta dagli economisti classici: il valore di scambio è determinato dalla quantità di lavoro socialmente necessaria per produrla.
    Come valore di scambio le merci sono tempo di lavoro coagulato (in una merce). Lo scambio può avvenire se per produrre quella quantità di grano posso cambiarlo con una quantità di lana che è stata lavorata in un mese.
    Il valore di una merce non è uguale al prezzo. Il valore può anche essere determinato da aspetti contingenti lui. A volte il prezzo può superare il valore di una merce. Ma per Marx la somma complessiva delle merci è collegata al lavoro necessario per produrla (valore lavoro). Per Marx il prezzo anche se non si identifica con il valore ha il valore alla sua base (perché il prezzo può oscillare a seconda del mercato).

Il valore è dato dalla quantità di lavoro poi i prezzi possono oscillare, ma comunque ha alla base il valore e quindi il prezzo è secondario. La merce è tempo di lavoro coagulato.
Se il valore di scambio equivale alla quantità di lavoro per produrla, la merce non ha valore in sé, ma è frutto del lavoro dell’uomo. Dare alla merce valore in sé è farli dei feticci → feticismo delle merci → considerare che una merce ha valore in sè. Quindi lo scambio è un rapporto tra lavoratori, tra uomini, non tra cose.
La particolarità del capitalismo, secondo Marx, è che in esso la produzione non risulta rivolta al consumo, ma all’accumulazione di denaro. Mentre prima della nascita della borghesia la successione era M → D → M (ossia merce che viene venduta per denaro che serve ad acquistare la merce che non produce – tende al consumo non al guadagno), la successione del capitalismo è rovesciata: D → M → D1 (ovvero si investe del denaro in una merce per ottenere una quantità di denaro superiore – il fine è il guadagno, ci deve essere un plus valore).
Il fine è il guadagno e Marx spiega come avviene questo fruttamento di denaro. Per lui questo non avviene dallo scambio perché il denaro non è che un mezzo per scambiare valori equivalenti e neanche lo scambio perché avviene tra valori equivalenti.
Il plusvalore avviene quindi a livello di produzione capitalistica. Il borghese/capitalista ha la possibilità di comprare la merce operaio, che è una merce che ha come valore d’uso di essere una produzione di valore e quindi produce un valore eccedente al suo. L’operaio vende la forza lavoro e il capitalista la paga giustamente a seconda del valore di scambio cioè a seconda della quantità di lavoro socialmente necessaria per vivere, lavorare, generare (l’operaio è pagato come un’altra merce. La merce operaio vale la quantità di lavoro socialmente necessaria per vivere, lavorare e generare. Il lavoratore fornisce la forza lavoro e ottiene un salario che è quello che gli serve per vivere, riprodursi..).
Karl Marx: analisi dell'opera Il Capitale articolo
Per ulteriori approfondimenti sull'opera di Marx vedi anche qui

Plusvalore e società capitalistica

Come cerca la società capitalistica di aumentare il plusvalore? Si può parlare di aumentare il plusvalore assoluto e plusvalore relativo. Il plusvalore assoluto consiste nell’aumentare la giornata operativa dell’operaio, ma ha limiti oggettivi in quanto non può essere proseguito perché a un certo punto l’operaio smette di essere produttivo. Quindi si ricorre al plusvalore relativo che consiste nel diminuire le ore in cui l’operaio produce di più per il capitalista non per sé e avviene con l’aumento della produttività. Questo è avvenuto in tre fasi:

  1. cooperazione semplice: i vantaggi per i capitalisti sono l’economia dei mezzi di lavoro e l’aumento della forza di lavoro, come uno squadrone di attacco è più efficiente rispetto alle operazioni in divisa cioè semplici;
  2. Manifattura: è quella dove secondo Marx si attua la divisione del lavoro;
  3. Grande industria, con l’introduzione delle macchine. La macchina è il mezzo più potente per intensificare la produzione. Con le macchine c’è maggiore plusvalore relativo perché c’è un aumento di produttività e anche perché si può lavorare in tutte le 24 ore naturalmente dando il cambio agli operai. Inoltre con le macchine possono lavorare le donne, che ora diventano forze concorrenziali, e i bambini ( donne e bambine sono anche forze meno ribellisose) perché si è servi delle macchine.

Mentre nella realtà produttiva precapitalista era l’operaio che costruiva, con l’introduzione delle macchine è la macchina che usa l’operaio e quindi si inverte il lavoro operaio-macchina.
Questo fa sì che si instauri un’ostilità degli uomini nei confronti delle macchine. Ecco il luddismo. Ma per Marx bisogna distinguere le macchine in quanto tali dall’uso capitalistico delle stesse. È questo che attribuisce il valore negativo alla macchina.
Per ulteriori approfondimenti sull'opera di Marx vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è la struttura dell'opera "Il Capitale" di Karl Marx?
  2. "Il Capitale" è composto da tre volumi, di cui solo il primo fu pubblicato da Marx stesso, mentre il secondo e il terzo furono pubblicati postumi da Engels. L'opera analizza la struttura economica e critica i liberisti classici, sostenendo che le leggi economiche non sono universali e che il sistema borghese è destinato a cadere a causa delle sue contraddizioni interne.

  3. In che modo "Il Capitale" è considerato un testo di profezie?
  4. "Il Capitale" è visto come un testo di profezie economiche, molte delle quali non si sono avverate. L'opera offre un'analisi complessiva della realtà economica, collegando struttura e sovrastruttura, e introduce concetti come la differenza tra merce e prodotto, valore d'uso e valore di scambio.

  5. Come definisce Marx il valore di scambio?
  6. Marx definisce il valore di scambio come la quantità di lavoro socialmente necessaria per produrre una merce. Questo valore permette lo scambio tra merci con diverso valore d'uso, e il prezzo di una merce, sebbene possa oscillare, ha il valore di scambio come base.

  7. Qual è la differenza tra plusvalore assoluto e relativo secondo Marx?
  8. Il plusvalore assoluto si ottiene aumentando la giornata lavorativa dell'operaio, mentre il plusvalore relativo si ottiene aumentando la produttività, riducendo le ore in cui l'operaio produce per sé e incrementando quelle per il capitalista, attraverso la cooperazione semplice, la manifattura e l'uso delle macchine.

  9. Qual è l'impatto delle macchine nella società capitalistica secondo Marx?
  10. Le macchine intensificano la produzione e aumentano il plusvalore relativo, permettendo di lavorare 24 ore su 24 e coinvolgendo donne e bambini come forza lavoro. Tuttavia, Marx distingue tra le macchine in sé e il loro uso capitalistico, che attribuisce un valore negativo alle macchine, causando ostilità e fenomeni come il luddismo.

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