Concetti Chiave
- Heidegger, allievo di Husserl, critica la metafisica occidentale e propone una fenomenologia che esplora il senso dell'essere umano.
- Introducendo il concetto di "esser-ci," Heidegger descrive l'uomo come un essere nel mondo che si prende cura di un'infinità di enti.
- L'esserci crea un mondo impersonale di chiacchiere per evitare l'ascolto della propria coscienza, dissolvendo l'originalità nell'abitudine.
- L'angoscia, diversa da quella di Kierkegaard, emerge dalla consapevolezza della mortalità dell'esserci, portando alla vita autentica.
- La consapevolezza della mortalità del sé divide il tempo tra vita vissuta e vita inautentica, spingendo verso una vita consapevole e autentica.
Vita e pensiero
Heidegger fu allievo di Husserl.
Scrisse Essere e tempo nel 1927 (testo dedicato al suo maestro). Nel paragrafo 7 parla della fenomenologia che deve chierire il senso della dell' essere .
In questo testo vi è la critica della matafisica occidentale da Platone in poi.
Per Husserl la fenomenologia è una ribaltazione ontologica dell'empirico.
Per Heidegger il mondo deve essere ribaltato e la fenomenologia deve andare alla ricerca del senso dell essere.
L'uomo, prima di essere quello che deve essere, appartiene alla sfera dell essere.
Esempio: Giovanni, prima di essere Giovanni, è uomo.
La parola "uomo" è troppo generica. Inafatti, Heidegger inserisce il concetto di esser-ci (cfr il singolo di kierkegaard). L'esser-ci è l'essere nel mondo, mondo dove ci sono un infinità di enti (oggetti) di cui l'uomo (esserci) si prende cura . La cura lega l'uomo al mondo stesso.
L'esserci preferisce usare la cura, non vuole ascoltare la coscienza, e in questo modo si crea un mondo nuovo, quello del si - impersonale . Questo mondo è il mondo della chiacchera e dello stordimento. Pur di non sentire la propria coscienza, l' esserci crea questo mondo, dove ogni originalità è dissolta nel risaputo.
Questo mondo si crea per non cadere nell angoscia ( he però non è l'angoscia di Kierkegaard).
Questa angoscia è la scoperta della propria mortalità, è l'esserci è un essere per la morte.
L'esserci ha paura della propria morte perchè significherebbe che l'io non esiste più.
La consapevolezza della propria ortalità spacca in due il tempo in due momenti:
- vita che si vive;
- vita inautentica.
L' angoscia però ci fa vivere la vera vita. Quando capiremo che l' esserci non è immortale vivremo una vita consapevole e autentica.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della fenomenologia secondo Heidegger?
- Come Heidegger descrive il concetto di "esser-ci"?
- Qual è l'importanza dell'angoscia nella filosofia di Heidegger?
Secondo Heidegger, la fenomenologia deve cercare il senso dell'essere, ribaltando il mondo per comprendere l'essenza dell'esistenza umana, poiché l'uomo è l'unico essere per cui l'essere stesso è in gioco.
Heidegger descrive l'"esser-ci" come l'essere nel mondo, dove l'uomo si prende cura degli infiniti enti presenti. La cura lega l'uomo al mondo, ma l'esser-ci tende a creare un mondo impersonale per evitare l'angoscia della propria mortalità.
L'angoscia è fondamentale perché rivela la mortalità dell'esser-ci, spingendo l'uomo a vivere una vita autentica e consapevole, distinguendo tra vita vissuta e vita inautentica.