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Hegel, Friedrich Willhelm - Riassunto del pensiero filosofico scaricato 2 volte

Concetti Chiave

  • Hegel sottolinea il rapporto tra finito e infinito, affermando che il finito esiste solo come parte di un infinito più grande, dove l'infinito è l'unica realtà vera.
  • La filosofia di Hegel critica l'Illuminismo e Kant, sostenendo che la ragione è un'entità sovrumana che guida il mondo, e che il limite della conoscenza umana va superato per comprendere la verità.
  • Il metodo dialettico di Hegel si basa su un movimento triadico di tesi, antitesi e sintesi, dove le contraddizioni del finito portano a una superiore unità razionale.
  • La Fenomenologia dello Spirito descrive il percorso della coscienza che, attraverso l'autocoscienza e la ragione, riconosce la sua unità con il tutto.
  • Lo spirito assoluto rappresenta il culmine del pensiero hegeliano, articolato in arte, religione e filosofia, con quest'ultima considerata l'unica in grado di concettualizzare l'assoluto.

Indice

  1. Hegel
  2. Contro le filosofie precedenti
  3. Fenomenologia dello spirito
  4. Il terzo momento dello spirito oggettivo: l’eticità
  5. Il ruolo della storia
  6. Lo spirito assoluto

Hegel

Finito e infinito: ci sono tre tesi fondamentali del sistema Hegeliano.
• rapporto tra finito ed infinito - secondo Hegel il finito non ha una conoscenza ontologica, cioè di
fatto non esiste in sé, ma solo in quanto parte di un infinito più grande che lo comprende. Ovvero tutto ciò che ci circonda e che noi sembra esistere, ci appare come finito e limitato.
Tutto ciò che è finito è la manifestazione parziale di un organismo più grande, di un intero che lo comprende, dunque il finito non è altro che manifestazione parziale dell’infinito. Hegel afferma: “il vero è l’intero”, solo l’intero, il tutto e l’infinito hanno senso, solo l’infinito esiste realmente. La verità sta nel tutto, nell’intero e per Hegel, al contrario di come la pensavano gli illuministi, basandosi su Kant e Spinoza, l’infinito è l’unica cosa che esiste davvero.
L’assoluto di Hegel è soggetto al divenire, sta compiendo un percorso verso una direzione per realizzarsi.ciò significa che tutto il panteismo hegeliano è in divenire, Dio è tutto, Dio è tutte le cose, perché tutte le cose sono Dio, esso muta, e viene chiamato Assoluto.
• ragione e realtà - e il secondo pilastro è il rapporto tra ragione e realtà, che viene espresso: “ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale”. Significa che l’assoluto muta nel tempo secondo ragione, vale a dire che tutta la nostra realtà è razionale. Hegel convinto che l’intero universo sia il risultato di un ordine che è stato già deciso. Non c’è Dio da una parte e il mondo dall’altra, ma sono la stessa cosa, il mondo è la manifestazione dell’assoluto. Non esistono nella realtà dei momenti i razionali, esiste solo la ragione.
• Essere e dover essere - la frase di prima (ciò che è reale è razionale e ciò che è razionale è reale), sottolinea che la realtà è sempre la migliore possibile dal punto di vista della ragione. Ciò non significa che il mondo è sempre bello, ma Hegel ci spiega che la negatività è una “ tappa“, un passaggio che porterà un esito positivo alla storia, migliorando ciò che è stato prima.
Nottola di Minerva - Hegel associa la filosofia alla nottola di Minerva che inizia il suo volo solo il crepuscolo, quando il sole è già tramontato. Essa indica il fatto che la filosofia riflette sempre sui fatti già accaduti di cui deve solo stabilire la razionalità e non può andare oltre la sua epoca.
Tre momenti del moto dialettico - Secondo Hegel il metodo dialettico è l’unico modo per garantire la conoscenza dell’assoluto: si basa sul metodo classico dando più movimento e dinamicità. Il cuore della dialettica divenne il movimento circolare a spirale con il ritmo triadico. Si suddivide in tesi antitesi e sintesi.
TESI - costituisce il momento astratto, la facoltà che astrae concetti determinati e si ferma a questa determinatezza propria del finito, ritenendo erroneamente che le separazioni e le definizioni così ottenute siano definitive.
ANTITESI - momento dialettico o negativamente razionale, il primo passo la ragione lo compie negativamente, portando alla luce la serie di contraddizioni e di opposizioni che caratterizzano il finito: poiché però ogni membro è affetto da manchevolezza, quest’ultima è la molla che spinge la ragione verso una superiore sintesi.
SINTESI - momento speculativo o positivamente razionale, la ragione coglie l’unità delle determinazioni contrapposte, ossia accoglie dentro di sé il positivo emergente della sintesi degli opposti e si mostra essa stessa come totalità concreta.

Contro le filosofie precedenti

Hegel pensa che l’Illuminismo abbia sbagliato più o meno tutto soprattutto nel pensare che la realtà dovesse essere cambiata dagli intellettuali. Per Hegel la ragione cambia il mondo, ma la ragione è una forza sovrumana, che va oltre l’individuo. Il singolo essere umano non cambia la realtà, l’uomo è solo un osservatore, parte di un enorme meccanismo.
Hegel critica molto il pensiero sul finito di Kant il quale esalta sempre i limiti della conoscenza umana, facendo ciò però sta solamente esaltando il momento astratto - ovvero l’ingenua visione del mondo - il limite viene superato perché solo conoscendo l’interno si conoscerà la verità. Hegel dice che l’uomo kantiano è stressato, non riesce mai ad essere felice perché crede nella costante separazione tra essere e dover essere.
Hegel propone una visione che si scontra con quella degli altri romantici: la prima è quella di pensare che l’arte sia superiore alla filosofia, la seconda è quella di un eccessivo ripiegamento sull’individuo.
Hegel rivolge le sue critiche anche a Fichte che ha costantemente limitato l’IO nel percorso triadico dell’Io assoluto, al Non Io e poi al Non Io individuale, il non Io, ovvero la realtà attorno a noi, e finisce per limitare anche l’IO. Per questo motivo la filosofia di Fichte diventa del limite, ma secondo Hegel, Fichte non risolve la differenza tra finito ed infinito, ma la mantiene perché c’è finito e c’è l’infinito.Hegel critica anche la morale di Fichte il quale ci presenta un infinito verso cui tendiamo, ma che non raggiungiamo mai.

Fenomenologia dello spirito

È un’opera dove Hegel presenta il cammino che ogni coscienza deve compiere per rendersi conto di essere parte del tutto. La storia di come lo spirito appare a se è stesso, storia di come noi essere umani ci presentiamo a noi stessi e di come lo spirito si riconosce parte di un tutto. Essa si articola in tre momenti: coscienza, autocoscienza e ragione.
• coscienza - è il momento in cui prendiamo coscienza del mondo
• Autocoscienza - momento in cui prendiamo coscienza di noi stessi
• Ragione - momento in cui ci rendiamo conto che tra coscienza e autocoscienza, mondo esterno e
mondo interno non c’è distinzione, sono la stessa cosa.
I tre momenti della coscienza - la coscienza parte dalla certezza sensibile, cioè dal fatto di usare i sensi per vedere le cose; il secondo momento è la percezione, il momento in cui la coscienza umana inizia ad spostarsi dall’esterno verso l’interno; ultimo momento è l’intelletto, dove la coscienza umana si rende conto che le cose fino ad ora percepite sono fenomeni.
Autocoscienza: servo padrone e coscienza infelice - e per Hegel una coscienza prendersi conto di essere un’autocoscienza ha bisogno di un’altra autocoscienza da seguire; ognuno di noi ha bisogno di confrontarsi: momento dell’antitesi dove avviene lo scontro.quando due auto coscienze si incontrano una cerca di dominare sull’altra.all’inizio c’è un attimo di tensione in cui entrambe sono disposte a rischiare la vita, ma poi iniziato lo scontro una delle due si sottomette per paura di morire. Una così diventerò la serva dell’autocoscienza padrone. il riconoscimento avviene quando il padrone si rende conto di dipendere dal servo, ma quest’ultimo ha ormai sviluppato un’indipendenza tale da invertire i ruoli; avviene il processo di liberazione:
• 1 tappa - paura della morte, è il momento in cui il servo si sottomette
• 2 tappa - il servizio, il momento in cui il servo serve il padrone
• 3 tappa - il lavoro, imparate le mansioni le mette in atto ricevendo qualcosa in cambio

La coscienza infelice si divide in tre tappe:
• L’ebraismo considerato la tesi
• Il cristianesimo medievale definito l’antitesi
• Quella che deve ancora arrivare, è la stessa filosofia di Hegel
La ragione - Nasce nel momento in cui la coscienza acquisisce la certezza di essere ogni realtà.la ragione inizia cogliere che c’è una connessione tra coscienza e autocoscienza, però solo a livello individuale.dopo però Hegel si rende conto che il singolo umano non può cogliere l’unità: quindi la ragione non è individuale, ogni individuo che ragiona solo per sé è costretto al fallimento.
La ragione collettiva, dove si trova la comunione tra interno ed esterno, solo questa può risolvere i problemi dell’individuo.
Lo spirito oggettivo : diritto e moralità
Lo spirito oggettivo si articola in tre momenti:
• il diritto astratto è il diritto che regola i rapporti con gli altri, dove l’individuo inizia ad relazionarsi con
il tutto. Esso si articola in tre fasi: la proprietà, il contratto e il diritto contro il torto.
È il momento in cui ho dei diritti.
Hegel dice che la punizione non può essere “negativa“, ma per far funzionare bene il sistema deve essere anche rieducativa. Si passa così dal “diritto“ alla “moralità“.
• la moralità è articolata in tre momenti: il proponimento, l’intenzione e benessere, il bene male
La moralità per come la intende Hegel è sempre individuale, siamo sempre in un rapporto tra il singolo
e gli altri. Quando un individuo si propone il bene fallisce, quando il singolo cerca la felicità fallisce, la dimostrazione l’abbiamo in Kant - perché la morale kantiana che voleva prendere il singolo e portarlo alla felicità, è una morale destinata al fallimento.
L’uomo Hegeliano si deve rendere conto che non c’è distinzione tra essere e dover essere, dove la felicità è qualcosa di già presente a patto di saperla riconoscere.
L’intenzione non porta al vero bene, dobbiamo mettere da parte la morale in cui bisogna semplicemente fare la cosa giusta e poi disinteressarsi delle conseguenze. La morale deve portare alla felicità.
È il momento in cui io vedo riconosciuti quei diritti
È il momento in cui capisco che questi diritti pur sanciti possono essere violati, e quindi bisogna provvedere a un sistema che punisce chi trasgredisce e che protegga i diritti

Il terzo momento dello spirito oggettivo: l’eticità

Secondo Hegel è evidente che la morale degli individui non può portare alla felicità, dobbiamo superare l’antitesi per arrivare alla sintesi.
La tesi era il diritto L’antitesi era la moralità La sintesi è l’eticità
L’eticità è una morale collettiva vissuta a livello dello Stato. Si articola in tre fasi: la famiglia la società civile e lo Stato.

La famiglia è il primo nucleo sociale, il nucleo di partenza. È un’unione che viene tenuta insieme dall’amore dalla fiducia.essa si articola in tre momenti il matrimonio il patrimonio e l’educazione dei figli.
La società civile è un momento di caduta, secondo Hegel, perde quell’unità che c’era nelle famiglie. Sono considerati società civile i gruppi proletari e capitalisti.essa si articola in tre momenti: il sistema dei bisogni, l’amministrazione della giustizia e infine polizia e corporazioni.
Lo Stato è la sintesi, è la riaffermazione di quell’amore iniziale e familiare. Se noi ci fermassimo alla società civile il bene non sarebbe raggiungibile, i conflitti le divisioni e le separazioni sono solo fasi momentanea di una totale unità - lo Stato è superiore alla pari, il quale riesce a riunificare ita ricomporre quelle fratture dopo che ci si è fatti la lotta per questioni di ogni tipo.
Hegel ci parla dunque di uno “Stato etico“. Lo Stato a tre tipi di potere: quello legislativo, quello governativo, ed il potere principesco il quale sarebbe il potere del sovrano perché Heigl hai mente una monarchia costituzionale.

Il ruolo della storia

Hegel ci dice che l’unico giudice che possa regolare i rapporti tra gli Stati è la storia. Ciò significa che anche i conflitti non vanno fermati perché portano semplicemente a qualcosa di migliore.
Hegel finisce per esaltare le guerre, dicendo che essere sono necessarie, un momento negativo (antitesi) che bisogna passare per arrivare ad un punto di sintesi.
La legge di sviluppo è anche la legge della dialettica, che si struttura anche nella Storia. Essa guida il mondo verso il bene con una visione "provvidenzialistica". Hegel riporta l’idea del cristianesimo dove è presenta una forza divina che guida la storia verso i progetti di Dio. Hegel non è del tutto contrario ma, il dio di Hegel è dentro il mondo, è l’assoluto.
Ogni tanto, dice Hegel, avvengono delle eccezioni e non tutti gli uomini falliscono nelle proprie imprese. Questi uomini vengono definiti dal filosofo come "eroi" "veggenti" (Cesare, Alessando Magno, Napoleone Bonaparte), i quali con il loro atteggiamento ribelle riescono ad uscire dai flussi della storia ed a vedere più in là, attraversando gli anni futuri.

Lo spirito assoluto

Esso è il compimento di tutto il percorso. Si articola in tre momenti: l’arte, la religione è la filosofia. • l’arte è il momento in cui l’assoluto tenta di manifestarsi, anche tramite i sensi: è il tentare di
rappresentare a livello sensibile l’assoluto, tramite i sensi. Hegel la divide in: arte simbolica, arte classica ed arte romantica.

L’arte simbolica rappresenta l’arte primitiva, dove si ricorreva all’uso di simboli per rappresentare l’assoluto.
L’arte classica dove l’arte si evolve, pensiamo all’arte greca e romana. Dove si rappresentava l’assoluto attraverso forme sempre più perfette.
Passiamo all’arte romantica.In quest’epoca si capisce che nessuna arte elevata potrà mai rappresentare l’Assoluto - definito infinito.
La religione, secondo Hegel, è un tentativo fallimentare di comprendere l’assoluto, perché nel suo tentativo di rappresentarlo ad esempio tramite la figura di Gesù, non riesce veramente a dar conto completamente dell’assoluto
L’unica disciplina che può rappresentare l’assoluto tramite il concetto e la filosofia.
Per capire la filosofia, dice Hegel, bisogna guardarne la storia perché la storia della filosofia è il percorso che il pensiero ha fatto per cercare di concettualizzare l’assoluto
Questo percorso si conclude con la filosofia di Hegel che coincide con la fine della storia della filosofia, la sua filosofia è la conclusione e la realizzazione di questo percorso.

Domande da interrogazione

  1. Che rapporto stabilisce Hegel tra il finito e l'infinito?
  2. Hegel sostiene che il finito non esiste di per sé, ma solo come parte di un infinito più grande che lo comprende. Il finito è quindi una manifestazione parziale dell'infinito, e solo l'infinito esiste realmente.

  3. Qual è il secondo pilastro del sistema Hegeliano e cosa esprime?
  4. Il secondo pilastro è il rapporto tra ragione e realtà, espresso dalla frase "ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale". Questo significa che l'assoluto muta nel tempo secondo ragione, e tutta la nostra realtà è razionale.

  5. Come descrive Hegel il processo dialettico?
  6. Hegel descrive il processo dialettico come un movimento circolare a spirale con un ritmo triadico, suddiviso in tesi, antitesi e sintesi. La tesi rappresenta il momento astratto, l'antitesi è il momento dialettico che porta alla luce contraddizioni, e la sintesi è il momento speculativo che coglie l'unità delle determinazioni contrapposte.

  7. Qual è la critica di Hegel all'Illuminismo e a Kant?
  8. Hegel critica l'Illuminismo per aver pensato che la realtà dovesse essere cambiata dagli intellettuali, sostenendo invece che la ragione è una forza sovrumana. Critica anche Kant per aver esaltato i limiti della conoscenza umana, limitando così la comprensione della verità.

  9. Cosa rappresenta lo "spirito assoluto" secondo Hegel e come si articola?
  10. Lo spirito assoluto rappresenta il compimento di tutto il percorso filosofico e si articola in tre momenti: l'arte, la religione e la filosofia. L'arte tenta di manifestare l'assoluto tramite i sensi, la religione è un tentativo fallimentare di comprenderlo, e solo la filosofia può rappresentare l'assoluto tramite il concetto.

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