Concetti Chiave
- La coscienza scopre di essere essa stessa Dio nel tentativo di comprendere l'infinità divina, elevandosi a Ragione.
- A partire dal Rinascimento, l'uomo ricerca il divino sia nel mondo sia in se stesso, segnando l'inizio della Ragione osservativa.
- La Ragione osservativa si basa sull'osservazione diretta dei fenomeni e delle leggi naturali, ignorando il ruolo creativo del soggetto.
- La crisi della Ragione osservativa porta a un approccio attivo/pratico, dove la razionalità soggettiva diventa centrale.
- Kant e l'idealismo tedesco sottolineano l'importanza del soggetto e della moralità come prodotto della Ragione.
La coscienza e l'infinità di Dio
La coscienza, nel suo vano tentativo di raggiungere l’infinità di Dio, scopre di essere essa stessa Dio. Ecco che l’autocoscienza raggiunge la terza figura, elevandosi a Ragione.
, assume così in sé ogni realtà. Ciò avviene secondo Hegel a partire dal Rinascimento, quando l’uomo, si accinge a ricercare il divino nel mondo e in se stesso.
Ragione osservativa e crisi
Ragione osservativa: All’inizio la ragione viene definita osservativa, perché privilegia il metodo dell’osservazione diretta dei fenomeni, un approccio scientifico, attraverso cui formula le leggi della natura, pensando che siano iscritte nella natura stessa (Galilei) e senza rendersi conto di esserne l’artefice. Ma in questo modo la ragione va in crisi perché comprende che ricercando un qualcosa solamente all’esterno di sè, risulta impossibile realizzare il proprio appagamento.
Ragione attiva e idealismo
Ragione attiva/pratica: La ragione, delusa, si volge allora verso se stessa, divenendo attiva/pratica. È il processo attraverso cui, a partire da Cartesio, si afferma la razionalità soggettiva, per arrivare, poi, alla piena consapevolezza dell’attività creatrice del soggetto con l’idealismo tedesco. Estramamente importante in questo percorso fu anche Kant che sottolineò l’importanza del soggetto e il fatto che la moralità fosse prodotta dalla ragione.