Concetti Chiave
- Hegel critica le filosofie di Fichte e Schelling per la mancanza di una sintesi e di dinamismo nel loro approccio all'infinito.
- La dialettica hegeliana è un processo triadico che unisce l'essere e il non essere nel divenire, rappresentando la logica fondamentale della realtà.
- La Fenomenologia dello Spirito di Hegel esplora il cammino della coscienza verso l'autocoscienza attraverso la storia, evidenziando il processo di formazione della coscienza.
- Lo Spirito Assoluto rappresenta l'Idea consapevole di sé, manifestandosi attraverso l'arte, la religione e la filosofia, come sintesi del sapere umano.
- La filosofia della storia di Hegel vede la storia come uno sviluppo dello Spirito, dove il soggetto è lo Spirito del popolo e non il singolo individuo.
• Il confronto con le filosofie contemporanee
Indice
Critica alle filosofie contemporanee
La prima critica è rivolta verso Fichte. Hegel definisce il metodo di Fichte come un “cattivo infinito”, in cui la coincidenza tra essere e non essere non si realizza mai, sebbene possibile e necessaria. Viene però a mancare un momento di sintesi.
Nel sistema di Schelling, invece, viene meno la dinamica del negativo e l’infinito risulta indifferenziato dal finito, in un’unità che rende incomprensibile il passaggio al finito (“La notte in cui tutte le vacche sono nere”.
• “Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale”
Razionalità e realtà
Il pensiero razionale, che si deve realizzare nel mondo, è il mondo stesso. Esistente e reale non coincidono; il compito della filosofia è riconoscere il reale nell’esistente. La razionalità, però, non è nel singolo esistente, ma costituisce la struttura e la connessione delle esistenze: è un processo circolare che permette di comprendere razionalmente la singola cosa solo cogliendola come momento di una realtà complessa che nel suo insieme spiega le singole esistenze e spiega anche se stessa come totalità.
La dialettica è la dinamicità del ricongiungimento dell’individuale con l’Assoluto. La filosofia ha senso solo come sistema, poiché il vero non è l’Assoluto in sé, ma l’Assoluto nel suo sviluppo. Non può essere intuito immediatamente, ma va compreso ricostruendone tutte le mediazioni. Essendo l’Assoluto la totalità dell’essere, esso è anche il conoscersi come totalità. In quanto cosciente di sé l’Assoluto è Spirito; l’autocoscienza, il divenir Spirito, è risultato di un divenire storico che si è manifestato e si manifesta attraverso la conoscenza umana.
1) l’idea si realizza divenendo realtà;
2) l’Idea, proprio in quanto diviene, si riconosce nella realtà che ha prodotto,
realizzandosi come Idea autocosciente. Questo piano è il sapere, così come si sviluppa
nella storia dell’umanità;
3) questo sapere, sostanzia le coscienze individuali, che debbono anch’esse raggiungere
l’autocoscienza.
La Fenomenologia dello Spirito
Fenomenologia dello spirito
- Con il termine “fenomenologia”, Hegel intende “la scienza dell’esperienza della coscienza”, ovvero la scienza di ciò che appare alla coscienza. Ricostruisce il cammino della coscienza nell’esperienza dei fenomeni (manifestazioni storiche dello sviluppo del sapere umano, lo Spirito nella storia).
- L’opera si articola in diversi momenti che ripercorrono lo sviluppo della conoscenza umana:
1) coscienza: conoscenza dell’oggetto;
2) autocoscienza: consapevolezza di sé;
3) ragione: sintonia tra oggetto e soggetto.
- Nel ripercorrere lo sviluppo dello Spirito nella storia, la coscienza diviene autocosciente e consapevole di esserne parte.
- La storia è così un cammino ormai tracciato, dove tutto è già avvenuto. La coscienza riconosce le forme che ha assunto nella storia come figure, cioè realtà distinte che compongono il disegno unitario.
- È un romanzo di formazione: la coscienza rivive la storia, cambia e ritrova se stessa. La coscienza si forma e conosce se stessa.
- La formazione avviene attraverso un viaggio mediante le tappe che lo Spirito ha percorso: è dunque una ricostruzione del pensiero umano. La coscienza singola si identifica con l’universale poiché ritrova in sé gli stessi passaggi che hanno scandito lo sviluppo del sapere universale.
- Parte I: La coscienza
La prima parte, la coscienza, guida alla conoscenza mediante tre momenti successivi: la certezza sensibile, la percezione e l’intelletto. Il primo momento è il rapporto diretto con l’oggetto, che si pone immediato e non sembra possibile dubitarne. La conoscenza sensibile non presenta però un contenuto empirico particolare, ma ha sempre a che fare con nozioni generali (qui ed ora), universali ed astratte. Queste determinazioni non sono, però, legate alla cosa, ma al soggetto e sono strutture universali. La certezza sensibile rinvia all’Io, ovvero alla percezione. Nella percezione il soggetto prende coscienza dell’oggetto come uno ma al tempo stesso come composto da molteplici qualità. La coscienza diviene consapevole di essere l’origine dell’unità delle varie qualità e riflette sulle proprie strutture unificatrici della realtà: è la figura dell’intelletto, riferito a Kant. La conoscenza, non è conoscenza delle cose, ma dello stesso intelletto, il gradino più basso di conoscenza.
- Parte II: L’Autocoscienza
La coscienza e l'autocoscienza
La coscienza è divenuta dunque consapevole di sé. Il secondo passaggio prevede l’interazione con le altre coscienze e la consapevolezza di unità fra le coscienze, lo Spirito. L’autocoscienza è consapevolezza della presenza in ogni individuo dell’intera storia dell’umanità. Inizialmente l’uomo è mescolato nella natura, senza distinzione. Il momento di autocoscienza è, dunque, identificato nella Preistoria, in cui l’uomo inizia a differenziarsi dagli altri animali. Il primo elemento dell’autocoscienza è il desiderio di qualcosa, che si oppone all’uomo. L’uomo si scontra con la realtà, opposta a lui. Da qui inizia il problema della mortalità, identificato nella società antica e medievale. Lottando con altro, la coscienza rischia la vita: la coscienza che accetta il rischio della morte, l’elemento negativo, ritorna a sé come autocoscienza ed è il Padrone. L’altra che ha rifiutato di rischiare la morte, rimane al livello di naturalità ed è il Servo. Si stabilisce così la dialettica Servo-Padrone. Per il signore, il servo è uno strumento mediante il quale agire sulle cose; al signore manca il momento dialettico dell’oggettivazione, del riconoscimento di sé in una altro. Il servo invece, attraverso il lavoro, trasforma la realtà e si oggettiva e vede le proprie capacità, prendendo coscienza di sé. Vi è allora un rovesciamento dialettico: il servo diventa autocosciente mediante il lavoro, il padrone, rinunciando al confronto con la realtà, perde la sua autocoscienza. Il rapporto Servo-Padrone è caratterizzato dalla dipendenza, ossia dalla mancanza di libertà. L’autocoscienza che ha acquisito consapevolezza di sé ignora questo rapporto e si sottrae al mondo. È la figura dello stoicismo, che è indifferenza verso la realtà ed ha solo se stessa come punto di riferimento. L’indifferenza per il mondo porta alla negazione del mondo nello scetticismo. Tuttavia la coscienza scettica vive nella contraddizione, in quanto si dovrà sempre imbattere nel mondo sul piano pratico. Questa contraddizione porta alla figura della coscienza infelice, scissa in se stessa in una realtà positiva e in una negativa. Il positivo viene proiettato nella figura di un dio perfetto e trascendente, il negativo rimane nella concezione umana. È il Cristianesimo. La conciliazione tra dio e coscienza non potrà mai avvenire, la vita dell’uomo risulterà priva di senso.
- Parte III: La Ragione
La ragione e lo spirito
La coscienza supera l’infelicità della religione e vede nella ragione il fondamento della realtà. In un primo momento individua la razionalità delle leggi naturali (ragione osservativa) poi cerca di subordinare l’esistente alle proprie esigenze morali (ragione attiva). La riconciliazione con la realtà è identificata nell’Età Moderna.
- Parte IV: Lo Spirito
A questo punto, acquisita che la realtà è un prodotto dell’uomo, lo Spirito ripercorre la storia dell’umanità e delle istituzioni in cui lo Spirito si incarna. La coscienza, ripercorre la storia, intesa come sapere dell’umanità.
• Il sapere filosofico
- Logica (idea in-sé):
1) dottrina dell’essere;
2) dottrina dell’essenza;
3) dottrina del concetto;
- Filosofia della natura (idea fuori-di-sé):
1) meccanica;
2) fisica;
3) organica;
- Filosofia dello Spirito (idea in-sé e per-sé):
1) Spirito soggettivo: antropologia, fenomenologia, psicologia;
2) Spirito oggettivo: diritto, moralità, eticità;
3) Spirito assoluto: arte, religione, filosofia.
• La logica
La logica hegeliana
Per Hegel, pensiero e mondo si identificano, poiché il reale è lo sviluppo del razionale, ovvero dell’Idea. L’Idea, a sua volta, è il mondo pensato prima della sua realizzazione ed avrà un proprio sviluppo prima di diventare realtà. La logica, scienza del pensiero, è lo studio del definirsi dell’Idea che diverrà mondo. La logica non esprime solo il nostro modo di pensare e di conoscere il mondo, ma anche il modo stesso di essere della realtà.
La logica è dialettica: essa coglie l’essere come processo, in cui la verità non appartiene ai singoli momenti, ma all’intero. Il pensiero e il reale sono dinamici, con un andamento triadico.
La dialettica hegeliana si articola in tre momenti:
1) momento intellettivo-astratto: l’intelletto astrae il singolo momento nel processo e lo considera come una realtà esistente, indipendente dal resto;
2) momento dialettico o negativo-razionale: è la negazione del momento singolo (Aufhebung);
3) momento speculativo o positivo-razionale: l’unione dei due momenti dà la totalità della
cosa, intesa come processo.
L’inizio della logica è l’essere senza determinazioni, ma un essere non determinato coincide con il non essere. La sintesi tra essere e non essere è il divenire, cioè il continuo passaggio dall’essere al non essere, che costituisce la logica fondamentale della realtà, concepita in modo dialettico.
L’essenza è costituita dall’insieme delle sue manifestazioni. Hegel afferma il principio di contraddizione come fondamento della realtà: tutte le cose sono in se stesse contradditorie, poiché unione di essere e non essere. Per superare la contraddittorietà, l’essenza deve riconoscere i suoi momenti come propri; si deve manifestare e diventare fenomeno. L’essenza coincide con i fenomeni, se intesa come processo che li comprende tutti. La “realtà in atto” è unione di essenza e fenomeni.
La logica del concetto riguarda il rapporto tra l’esistente e l’universale. Attraverso il concetto ogni individuo trova sé nell’altro, realizzando se stesso in una dimensione spirituale che lo libera dalle determinazioni dell’essere finito. Nel giudizio il particolare diventa universale. Il sillogismo è dunque la struttura della realtà. Il concetto oggettivo rappresenta la struttura logica della realtà fisica. L’ultima sezione è dedicata all’Idea, ovvero la struttura dinamica dell’esistente.
• La filosofia della natura
Filosofia della natura
La natura è l’Idea fuori-di-sé, in quanto l’Idea nega la propria idealità. L’analisi di Hegel si sviluppa su due piani correlati: l’essere della natura come razionalità; la conoscenza della natura attraverso l’individuazione dei principi generali delle singole scienze.
- meccanica: studia la materia in quanto mossa da cause efficienti, senza scopi o impulsi vitalistici;
- fisica: studia la natura che agisce, che è soggetto;
Nella natura, Hegel non parla di momenti ma di gradi, separati l’uno dall’altro. La natura, tuttavia, è una decadenza dell’Idea, in quanto realtà esterna ad essa. La natura è divina nella sua struttura generale, in quanto oggettivazione dell’Idea, ma contraddittoria nell’esistenza concreta, in quanto i singoli esistenti non corrispondono ai concetti da cui derivano. Il fine della natura è creare organismi sempre più complessi, fino all’uomo, mediante il quale l’idea ritorna in sé diventando Spirito.
• La filosofia dello Spirito
Filosofia dello spirito
L’Idea dopo essersi alienata diventando natura ritorna in sé, acquistando coscienza di sé. Lo Spirito è il momento della consapevolezza ed emerge dalla natura attraverso l’uomo, prima a livello individuale (Spirito soggettivo), poi nell’unità con gli altri (spirito oggettivo) ed infine nella sintesi di questi due momenti (Spirito assoluto), l’insieme delle conoscenza umana.
- Spirito soggettivo:
1) antropologia: studia lo Spirito Naturale (l’anima) a livello mondiale, locale e individuale;
2) fenomenologia dello Spirito: studia il processo attraverso cui la coscienza individuale raggiunge l’autocoscienza;
3) psicologia: descrive la struttura universale dell’animo umano.
- Spirito oggettivo:
1) diritto: il volere universale si presenta come esterno agli individui e assume la forma della necessità;
2) moralità: è un sentire comune, l’interiorizzazione del diritto;
3) eticità: nell’eticità la moralità è una dimensione storica e sociale, ma è vissuta dall’individuo come realtà interiore.
Il diritto è inteso come l’insieme delle norme che regolano le relazioni tra gli individui di una comunità. Le norme esplicite, costituiscono il diritto positivo, ossia le norme scritte; le norme implicite costituiscono il costume. Il diritto è il volere individuale che si è dato realtà oggettiva. Non rappresenta solo il potere dell’autorità, ma è anche la libertà stessa dell’individuo, ricondotta alla pura razionalità. Per Hegel il compito della filosofia del diritto è la comprensione del diritto come si è determinato storicamente, non di un dover essere astratto (critica a Kant). Interiorizzando il diritto, si giunge alla moralità, un sentire comune, non soggettivo (Kant, Fichte) ma oggettivo.
Il fondamento del diritto è la proprietà, tramite la quale l’individuo entra in contatto con gli altri. Il convergere di volontà differenti si ha nel contratto. Il contratto violato conduce al diritto contro il torto. La persona morale è caratterizzata dalla responsabilità, ovvero la capacità di distinguere tra bene e male.
Prima fase dell’eticità è la famiglia, unione di due persone basata sull’amore (non più diritto privato), quindi naturale. Le famiglie sono come singoli individui che entrano in rapporto tra loro e danno origine alla società civile, o Stato esterno, il momento negativo. Il passaggio allo Stato avviene attraverso un processo di formazione e, nonostante il prevalere dei particolarismi, il singolo sperimenta come oggettive delle connessioni universali. L’individuo si eleva, quindi, all’universalità e dà origine all’unità organica dello Stato.
Lo Stato è la sostanza etica autocosciente, è un unico soggetto in cui gli individui sono momenti di un’unità basata sulla razionalità. Lo Stato è adesione interiore dei cittadini a un’eticità che esiste oggettivamente, ed è superiore a qualsiasi cittadino. Secondo Hegel la monarchia costituzionale è la forma migliore di Stato.
• Lo Spirito Assoluto
Lo spirito assoluto
E’ l’Idea consapevole di se stessa e di tutto il proprio sviluppo, coincide con il sapere umano. L’arte (momento oggettivo) è la manifestazione dello Spirito in forma sensibile. In quanto l’arte è sviluppo dello Spirito, è razionale e occorre che ci sia una scienza dell’arte, l’estetica.
La religione è l’interiorizzazione dell’Assoluto (momento soggettivo). Il limite della religione è il fatto di fondarsi sulla fede e sulla devozione.
La filosofia è la sintesi tra l’oggettività dell’arte e la soggettività della religione. La filosofia è conoscenza concettuale dell’individuo. La storia della filosofia procede di pari passo con la storia reale e non può andare oltre la propria epoca. Hegel ricostruisce tutto il sistema filosofico fino a Fichte e Schelling, ritenendo il proprio sistema come il punto di arrivo e la sintesi completa dell’intera storia della filosofia.
• La filosofia della Storia
Filosofia della storia
Per Hegel la storia è Storia dello Spirito e dunque storia universale, cioè ricostruzione dello sviluppo dell’umanità. Il soggetto della storia è lo Spirito che si particolarizza nello Spirito del popolo. Nel corso e nello sviluppo della storia, non ha rilevanza il ruolo del singolo.
Curva di Koch: rappresentazione di un numero di triangoli infiniti in una circonferenza (spazio finito). Rappresenta il metodo dialettico di Hegel.
Domande da interrogazione
- Qual è la critica principale di Hegel al metodo di Fichte?
- Come Hegel descrive il rapporto tra razionalità e realtà?
- Qual è il significato della dialettica nella filosofia di Hegel?
- Come si sviluppa la coscienza secondo la "Fenomenologia dello Spirito"?
- Qual è il ruolo dello Stato nella filosofia dello Spirito di Hegel?
Hegel critica il metodo di Fichte definendolo un "cattivo infinito", dove la sintesi tra essere e non essere non si realizza mai, mancando un momento di sintesi.
Hegel afferma che "ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale", indicando che la razionalità costituisce la struttura e la connessione delle esistenze, non risiedendo nel singolo esistente ma nel processo complessivo.
La dialettica è la dinamica del ricongiungimento dell'individuale con l'Assoluto, un processo circolare che permette di comprendere razionalmente la realtà come totalità.
La coscienza si sviluppa attraverso tre momenti: coscienza (conoscenza dell'oggetto), autocoscienza (consapevolezza di sé) e ragione (sintonia tra oggetto e soggetto), ripercorrendo lo sviluppo dello Spirito nella storia.
Lo Stato è visto come la sostanza etica autocosciente, un'unità basata sulla razionalità, dove gli individui sono momenti di un'unità superiore, con la monarchia costituzionale considerata la forma migliore di Stato.