filippo.mauro
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Concetti Chiave

  • Schopenhauer vede il corpo come un'oggettivizzazione della volontà, rappresentando l'istinto e la volontà di vivere.
  • La volontà è descritta come immateriale, irrazionale, inconscia e unica, non rispondendo alle coordinate spazio-temporali.
  • Il mondo appare come un'illusione perché tutto è un'oggettivizzazione della realtà senza un progetto specifico.
  • L'uomo si distingue dalle altre forme di vita per il suo desiderio di comprendere il senso della realtà, specialmente di fronte a eventi come morte e dolore.
  • Questa ricerca di significato accomuna tutti gli esseri umani, indipendentemente dal loro livello di intelligenza o conoscenza.

Schopenhauer si concentra su un oggetto della rappresentazione: il corpo. Su questo fa una distinzione; esiste un’altra dimensione del mio corpo: l’istinto. Alla base di ciò esiste la volontà, la parte irrazionale del mio corpo. Il corpo stesso non è altro che l’oggettivizzazione della volontà; tutti gli organi del mio corpo sono la concretizzazione della mia volontà di vivere (istinto di vivere). Il nostro corpo è intimamente volontà. Sottraendomi dalla dimensione fenomenica (spazio, tempo e causalità: principio con cui distinguo le cose) con la volontà, mi accorgo che tutto ciò che esiste è volontà, è un’oggettivizzazione della volontà di vivere.
Le caratteristiche di questa volontà sono: immateriale (non risponde alle 3 coordinate), puro volere (solo volontà), irrazionale (non risponde ad alcuna regola), fine a sé stessa, inconscia e unica (non esistendo le 3 coordinate).

Allora perché il modo ci appare in questa illusione? La risposta viene data nella filosofia della natura; tutto ciò che esiste è un’oggettivizzazione della realtà. Non c’è un progetto per cui la volontà agisce. L’intelligenza è una concretizzazione della realtà. La volontà è talmente complicata che c’è un conflitto in essa stessa. La concretizzazione avviene per gradi: si parte dalle forze naturali, ma soprattutto dal mondo delle idee (modelli che si concretizzano ulteriormente nei fenomeni). Si arriva poi alle specie organiche.
L’uomo in questa oggettivizzazione rappresenta un caso particolare: mentre tutto il resto della natura è totalmente inconsapevole, inconscio (non si pone la domanda sulla natura della realtà), l’uomo dice che di fronte ad alcuni eventi molto forti (morte, dolore, miseria della vita) è portato a chiedersi quale senso abbia la vita e la nostra esistenza. Questa domanda accomuna tutti gli uomini, anche i più sciocchi e ignoranti. Schopenhauer distingue l’uomo dalle bestie per il suo desiderio di conoscere il senso della realtà. Ognuno di noi avrà avuto a che fare o avrà a che fare con il dolore. La morte è una caratteristica che riguarda tutti.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la distinzione che Schopenhauer fa riguardo al corpo umano?
  2. Schopenhauer distingue tra il corpo come oggetto della rappresentazione e l'istinto, sottolineando che il corpo è l'oggettivizzazione della volontà, la parte irrazionale e istintiva del nostro essere.

  3. Quali sono le caratteristiche della volontà secondo Schopenhauer?
  4. La volontà è immateriale, puro volere, irrazionale, fine a sé stessa, inconscia e unica, non rispondendo alle coordinate di spazio, tempo e causalità.

  5. In che modo l'uomo si differenzia dal resto della natura secondo Schopenhauer?
  6. L'uomo si differenzia per la sua consapevolezza e il desiderio di conoscere il senso della realtà, soprattutto di fronte a eventi come la morte e il dolore, a differenza delle altre creature che sono inconsapevoli.

Domande e risposte

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