Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Schopenhauer distingue tra fenomeno e noumeno, identificando il noumeno con la volontà, una forza irrazionale e primordiale che governa tutto.
  • Per Schopenhauer, la volontà è un principio astratto e metafisico che domina ogni essere vivente, equiparata al corpo come un padrone al suo servo.
  • Nietzsche vede la volontà come un criterio individuale per organizzare l'esistenza, trasformandola in "volontà di potenza".
  • La volontà di potenza di Nietzsche spinge l'individuo a diventare "oltreuomo", rifiutando i vecchi valori ipocriti per crearne di autentici.
  • L'oltreuomo nietzschiano, guidato dalla volontà di potenza, raggiunge una nuova concezione del tempo: l'eterno ritorno.

Indice

  1. Indagine sulla volontà
  2. Fenomeno e noumeno
  3. Volontà e corpo
  4. Volontà di potenza

Indagine sulla volontà

Sia Nietzsche che Schopenhauer conducono un’indagine approfondita sulla natura della volontà.

Fenomeno e noumeno

Il punto di partenza della filosofia di Schopenhauer è costituito dalla distinzione Kantiana tra fenomeno e noumeno: egli identifica il fenomeno con la rappresentazione, cioè l’apparenza concepita come parvenza, illusione e sogno (velo di Maia) e fa corrispondere il noumeno con ciò che si cela dietro l’ingannevole manifestazione della realtà.

Egli affida al filosofo il compito di andare oltre il mondo fenomenico per scoprire la verità che fermenta sotto la crosta delle apparenze e delle illusioni. Il noumeno schopenhaueriano coincide con la forza che il filosofo chiama “volontà”: il principio che governa ogni cosa. Si tratta di una forza irrazionale, incausata e primordiale.

Volontà e corpo

Schopenhauer pone alla base del proprio pensiero filosofico un’equazione fondamentale: volontà uguale a corpo. Egli identifica il rapporto che intercorre tra corpo e volontà con quello che esiste tra il servo e il padrone. Il corpo, infatti, è assoggettato alla volontà, il cui unico obiettivo è perpetuare se stessa tramite l’istinto più forte degli uomini: la riproduzione.

Volontà di potenza

Mentre per Schopenhauer la volontà è un principio astratto che domina e assoggetta ogni essere vivente, per Nietzsche essa è il criterio che ogni individuo deve utilizzare per organizzare la propria esistenza. Dunque, mentre per Schopenhauer la volontà è un principio metafisico, per Nietzsche essa è un principio individuale. Per tale ragione Nietzsche non parla di volontà, bensì di volontà di potenza: mediante l’uso individuale della volontà l’uomo può trasformare se stesso in oltreuomo, cioè colui che sceglie di rifiutare i vecchi valori fondati sull’ipocrisia e su certezze labili per pervenire a valori autentici. Mentre l’ultimo uomo agisce sulla base di valori falsi e illusori, l’oltreuomo è mosso dalla volontà di potenza, che lo rende artefice di se stesso e gli permette di giungere ad una nuova concezione del tempo: l’eterno ritorno.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza principale tra il concetto di volontà in Schopenhauer e Nietzsche?
  2. Schopenhauer vede la volontà come un principio metafisico e irrazionale che domina ogni essere vivente, mentre Nietzsche la considera un principio individuale, chiamato volontà di potenza, che permette all'individuo di trasformarsi in oltreuomo.

  3. Come Schopenhauer descrive il rapporto tra corpo e volontà?
  4. Schopenhauer descrive il rapporto tra corpo e volontà come quello tra servo e padrone, dove il corpo è assoggettato alla volontà, il cui obiettivo principale è perpetuare se stessa attraverso l'istinto di riproduzione.

  5. Cosa rappresenta l'oltreuomo nella filosofia di Nietzsche?
  6. L'oltreuomo, nella filosofia di Nietzsche, rappresenta colui che rifiuta i vecchi valori ipocriti e labili per abbracciare valori autentici, guidato dalla volontà di potenza, che lo rende artefice di se stesso e gli permette di concepire il tempo come eterno ritorno.

Domande e risposte

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