Concetti Chiave
- Gramsci vede l'intellettuale come un soggetto collettivo che unifica la società e non come un individuo geniale isolato.
- Nella società capitalista, gli intellettuali sono una categoria intermedia tra borghesia e proletariato, ridefinendo la teoria marxista.
- La figura dell’intellettuale deve modernizzarsi e democratizzarsi, diventando un uomo del rinascimento adatto alle masse politiche.
- Gramsci pone gli intellettuali al centro della rivoluzione in Occidente, necessaria per il consenso e l'unificazione nazionale e mondiale.
- La lotta interiore di egemonie nel lavoratore richiede un'adeguata coscienza teorica, essenziale per superare il conflitto e sostenere la rivoluzione.
Indice
Il ruolo dell'intellettuale
L’intellettuale non è un individuo geniale, ma un soggetto collettivo che elabora una filosofia come norma di condotta; creare una visione del mondo equivale ad unificarlo. La società civile necessità dell’opera unificatrice dei partiti per non disgregarsi. La lotta di classe può avere un significato storico solo se è lotta di classe, di ideologie.
La società capitalista e gli intellettuali
Nella società capitalista gli intellettuali formano un categoria intermedia tra la borghesia ed il proletariato. Sono il soggetto centrale del Marxismo; non il ceto che deve essere conquistato dal proletariato; essi ridefiniscono la teoria del marxismo. In Gramsci si afferma un nuovo concetto di società civile che è quello di democrazia (figura dell’americanismo e della nuova società borghese). Anche L’intellettuale deve essere più moderno e democratizzarsi. Deve diventare uomo del rinascimento in quanto la figura dell’intellettuale finanziario non è più adatta a questo fase di irruzione delle masse nella vita politica.
Gramsci e la rivoluzione
Il problema degli intellettuali non compare per la prima volta in Gramsci, ma lui è il primo a portarlo al centro, essi sono necessari per la rivoluzione in occidente (c’è necessità del consenso). L’articolo del 26 voleva in effetti fissare la strategia del partito comunista: Il partito avrebbe dovuto operare la katarsi, unificando la nazione a partire dal problema fondamentale (in Italia il Nord ed il Sud); poi avrebbe dovuto unificare la sfera nazionale con quella mondiale (particolare ed universale). Si parla di una rivoluzione comunista che nel medesimo tempo è rivoluzione nazionale che porta al compimento il processo di costruzione della nazione. Rivoluzione sociale ed al tempo stesso nazionale. I partiti diventano vero soggetto della moderna democrazia e devono separare la storia dagli interessi. La funzione collettiva dell’intellettuale porta all’unificazione del concetto di partito con quello lo dell’intellettuale.
Il conflitto interiore del lavoratore
Come Emerge anche in un passo del quaderno 11, l’uomo attivo di massa è caratterizzato da una contraddizione>nella prassi produce in potenza, nella coscienza teorica riproduce la visione del mondo della tradizione che ha ereditato. Nel lavoratore avviene una lotta di egemonie; il primo conflitto è proprio questo interiore e non quello tra l’operaio ed il padrone. La forza progressiva della società risiede nella potenza che è soggetto della rivoluzione che deve poggiare sul consenso e non sul dominio. Il problema della coscienza riguarda questo conflitto interiore ed è un rapporto tra potenza ed atto, è un problema politico che quindi riguarda gli intellettuali che devono creare una coscienza adeguata alla prassi. Il conflitto nasce detto la coscienza del proletariato, e si può superare solo se la teoria si adegua alla prassi, ma è più corretto dire che l’una si debba adeguare all’altra e per fare questo serve un’azione politica altrimenti il proletariato potrebbe rimanere imprigionato fino all’inerzia. In questo senso senza filosofia non vi è rivoluzione.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'intellettuale secondo Gramsci?
- Come si posizionano gli intellettuali nella società capitalista secondo Gramsci?
- Qual è la strategia del partito comunista delineata da Gramsci?
- Qual è il problema della coscienza nel contesto della lotta di egemonie?
L'intellettuale è visto come un soggetto collettivo che elabora una filosofia come norma di condotta, unificando la visione del mondo e contribuendo alla lotta di classe e di ideologie.
Gli intellettuali formano una categoria intermedia tra la borghesia e il proletariato e sono centrali nel Marxismo, ridefinendo la teoria marxista e contribuendo alla democratizzazione.
La strategia prevede la katarsi, unificando la nazione e la sfera nazionale con quella mondiale, portando a una rivoluzione comunista e nazionale che costruisce la nazione.
Il problema della coscienza riguarda il conflitto interiore nel lavoratore, che deve essere risolto adeguando la teoria alla prassi attraverso un'azione politica per evitare l'inerzia del proletariato.