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Concetti Chiave

  • Antonio Rosmini, vissuto tra il 1797 e il 1855, era un noto oppositore di Hegel e promotore del principio di sussidiarietà.
  • Criticava l'idea di stato etico di Hegel, sostenendo che la moralità, non la legalità, determina ciò che è giusto.
  • Rosmini si opponeva anche al sensismo e a Kant, affermando che la conoscenza deve includere l'oggetto, non solo il soggetto.
  • Era un poliedrico intellettuale, attivo in politica, diritto, matematica, fisica e astronomia.
  • La sua intelligenza era tanto rispettata che Manzoni lo considerava tra le cinque menti più grandi del secolo.

Antonio Rosmini

Vive tra il 1797 e il 1855 in una famiglia molto ricca. È uno dei grandi oppositori di Hegel ed è conosciuto per lo più per l'elaborazione dell'idea di essere e del principio di sussidiarietà (su cui si basa la Chiesa Cattolica). Dal 2007 il teologo italiano è venerato come beato. Ciò che è di particolare nella sua critica ad Hegel e il contrasto con l’idea di stato etico: uno stato in cui si decide ciò che è giusto e sbagliato = non sempre qualcosa che dice lo stato è giusto per Rosmini.

Non è quindi la legalità a decidere ciò che è giusto, ma la moralità.

Se da un lato sviluppa una posizione totalmente anti-hegeliana, dall'altra la polemica è contro il sensismo e in particolare a Kant: la conoscenza per Rosmini non può ripiegarsi sul soggetto prescindendo completamente dall'oggetto. È stata una delle menti più attive: Manzoni lascia scritto su Rosmini che “è una delle 5 più grandi intelligenze che questo secolo abbia mai visto”. Era una mente notevole, che si interessava di tutto. Si occupa infatti di politica, diritto, matematica, fisica e in particolare di astronomia: aveva interessi che spaziavano in ogni ambito. Lo zio, Ambrogio Rosmini, è uno dei maggiori autori dei palazzi roveretani (Rovereto è la città natia di Rosmini, si trova in Trentino) e viene quasi dimenticato a causa del nipote.

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