Concetti Chiave
- Freud, originario di Moravia, visse a Vienna, dove sviluppò il suo interesse per le cellule nervose e lavorò in una clinica psichiatrica, collaborando con Breuer sugli studi sull'isteria.
- Freud teorizzò che i sintomi isterici derivano da conflitti interni alla psiche, introducendo i concetti di inconscio e rimozione, e sviluppò la prima topica della psiche, suddividendola in inconscio, preconscio e conscio.
- Abbandonata l'ipnosi, Freud adottò le libere associazioni come metodo terapeutico, esplorando il ruolo dei sogni come via d'accesso all'inconscio e introducendo le tecniche di condensazione e spostamento nel lavoro onirico.
- Freud analizzò la sessualità infantile, introducendo fasi evolutive, come quella orale, anale e fallica, e il complesso di Edipo, influenzando la comprensione della psiche e dei disturbi psichici.
- Le teorie di Freud sulla psiche, come le pulsioni di vita e di morte, e le opere come "Totem e tabù" e "Il disagio della civiltà", esplorano l'equilibrio tra le pulsioni individuali e le esigenze sociali e culturali.
Indice
Sigmund Freud - Vita e ipnosi
Nasce da una famiglia di ebrei commercianti a Moravia, poi si trasferisce a Vienna dove visse fino alla morte.È un medico che si interessa in particolare allo studio delle cellule nervose, facendo ricerche di istologia soprattutto.
Lavora per alcuni anni in una clinica psichiatrica per poi cominciare a curare privatamente pazienti affetti da malattie nervose.
Collabora per un po' con un altro medico, Breuer, assieme a lui pubblica un saggio intitolato “Studi sull’isteria".
Breuer, per curare pazienti con malattie nervose, utilizzava la tecnica dell'ipnosi che era un sistema inizialmente usato anche da Freud.
Il caso al centro di questo saggio è quello di una donna, il cui pseudonimo era Anna O., era la classica paziente isterica con problemi di vista, frequenti cefalee, allucinazioni, sonnambulismo, paralisi temporanea di alcuni arti.
Oscillava tra fasi aggressive e depressive, e Breuer la curò con l'ipnosi, prevedendo che la paziente parlasse liberamente, ed effettivamente sembrava che dopo questi colloqui la paziente stesse meglio, però era solo una fase transitoria.
Freud si convince che i sintomi isterici abbiano una radice sessuale e che abbiano a che fare con conflitti interni alla psiche, tra forze psichiche opposte.
Nella psiche umana agiscono delle pulsioni che premono per affiorare alla coscienza sotto forma di emozioni e delle forze psichiche opposte che svolgono una funzione di resistenza e “censura” nei confronti di queste pulsioni.
Freud per spiegare questo fenomeno introduce i nuovi concetti di inconscio e rimozione.
La prima questione fondamentale che Freud pone è che esiste una parte della psiche che non è cosciente, mentre fino a prima psiche e coscienza coincidevano perfettamente, Freud introduce infatti anche il concetto di inconscio. l'inconscio ha un ruolo fondamentale nelle azioni degli uomini e nel creare disturbi psichici.
La cosiddetta prima topica consiste nella divisione in regioni della psiche e che sono essenzialmente tre, inconscio, preconscio e conscio:
-La parte emergente è il conscio,di cui siamo perfettamente consapevoli.
-l'inconscio contiene tutte quelle emozioni e rappresentazioni di cui noi non siamo consapevoli
-Il preconscio sono concetti che posso richiamare alla coscienza e che essa può serenamente recuperare, ma che non sono immediatamente presenti nella coscienza in quel momento.
L’inconscio ha a che fare con la rimozione degli eventi:
Anna O. è stata curata con ipnosi sotto la quale le faceva raccontare la sua giornata per “espellere” quei problemi che la turbavano causandole comportamenti isterici.
In estate Anna era peggiorata e nonostante avesse sete non riusciva a bere, quello che poi emerge sotto ipnosi è che lei, che non aveva associato coscientemente questo evento alla situazione, aveva visto una donna dar da bere al cane dal suo bicchiere, provando ribrezzo per l'evento.
Questo avvenimento lo dimentica inizialmente, ma dopo di ciò non riuscì più a bere, ma appena lo nota in ipnosi riesce a liberarsi da questo specifico disturbo e alla fine dell'ipnosi chiese dell'acqua e riuscì a berla.
È come se quel trauma fosse stato rimosso dalla coscienza, ma non era completamente sparito, era nell'inconscio.
Breuer e Freud comprendono che il dialogo fra terapeuta e paziente è catartico, nel senso che permette al paziente di liberarsi delle sue emozioni negative e dei vissuti dolorosi, superando quei traumi che il paziente ha provato a rimuovere mettendoli nell'inconscio, ma che il terapeuta fa emergere e superare.
Freud realizza che intanto c'è una parte della mente che contiene pensieri, emozioni e vissuti di cui il soggetto non è consapevole, l'inconscio.
La rimozione non ha esiti definitivi, perché i contenuti non cessano di esistere, ma passano all'inconscio influenzando il soggetto e i suoi comportamenti in modo inconsapevole.
Talvolta i cambiamenti possono essere patologici, altre volte possono essere pazienti normali a cui bastano poche sedute per guarire.
Libere associazioni e l’inconscio
Ad un certo punto Freud inizia ad allontanarsi da Breuer perché non considera più valida l'ipnosi per la cura dell'isteria.Il problema era che il paziente dopo l'ipnosi non ricordava nulla di ciò che aveva detto al terapeuta, quindi non è consapevole delle modalità attraverso le quali procede la cura.
Quindi per quanto spesso abbia effetti positivi, è impossibile una guarigione definitiva in un contesto come quello dell'ipnosi dove manca consapevolezza nel paziente.
Freud introduce quindi una nuova cura, sempre una terapia attraverso la parola, ma ricorrendo alle libere associazioni.
L'occasione arriva con una nuova paziente, Lucy R., che si era mostrata non ipnotizzabile, quindi Freud prova a curarla col metodo della parola ma in stato cosciente del paziente.
Notò subito che quando veniva chiesto da dove venisse quel male, quel trauma, il paziente conscio non sapeva rispondere.
Freud comincia quindi ad utilizzare un espediente, chiedendo alla paziente di dire tutto ciò che le passa per la mente, esponendo liberamente ciò a cui pensa, associando contenuti e immagini.
L'unica regola fondamentale da applicare era non censurarsi, non evitare qualcosa che poteva apparire futile o irrazionale.
Il medico a questo punto dovrà interpretare queste associazioni, cercando di decifrarle e capendone il significato simbolico e reale implicito.
Sempre attraverso una sua esperienza terapeutica, Freud realizza che molto spesso i pazienti facevano riferimento ai sogni fatti, ma fino a quel momento il sogno era apparso come un momento di scarso significato a livello della vita umana, dallo scarso interesse.
Freud invece inizia ad investigare a fondo il sogno e ciò che lo compone, vedendolo come la via d'accesso privilegiata all'inconscio.
Questo perché nel sogno vengono meno quelle censure che il paziente può applicare più facilmente durante il dialogo terapeutico, magari anche inconsapevolmente, mentre nel sogno questi limiti, queste censure non ci sono.
In realtà a livello dei nostri sogni potrebbe esserci censura, dato che la coscienza svolge un lavoro onirico cioè un lavoro di mascheramento. Tuttavia l’azione della coscienza è limitata rispetto a condizioni di piena coscienza del paziente.
Infatti si differenziano due contenuti nei sogni:
- il contenuto manifesto che è quello che il paziente può raccontare al suo risveglio ed è l'insieme delle immagini effettivamente sognate.
-e il contenuto latente che è il significato più profondo del sogno, ciò che la psiche ha voluto esprimere ma in forma mascherata.
Secondo Freud il sogno è sempre una manifestazione mascherata di un desiderio rimosso.
Ci sono una serie di processi mentali che la psiche umana compie per mascherare i reali impulsi e desideri che sono effettivamente alla base del sogno.
Questo lavoro onirico, che è un lavoro di mascheramento, consiste nel deformare i propri desideri per non farli emergere esplicitamente.
Le due tecniche alla base del lavoro onirico sono la condensazione e lo spostamento.
La condensazione consiste nel fatto che spesso il sogno con una sola rappresentazione fa riferimento ad una pluralità di significati. In altri termini il contenuto manifesto del sogno è sempre molto più sintetico di quello latente, perché ogni immagine del sogno cela diversi significati.
Freud raccontando un suo sogno fa un esempio, dicendo di aver sognato di aver scritto un saggio di botanica, lui ha interpretato il suo stesso sogno, giungendo all'idea che lui, pur non scrivendo saggi di botanica, era un saggista amante della ricerca scientifica e per lo studio.
In realtà l'argomento della botanica lo collega alla moglie, la quale ama particolarmente i fiori.
Un altro significa che collega è quello di una paziente chiamata Flora, che gli richiama l'idea delle piante e della botanica.
Collega anche gli studi che stava facendo sulla cocaina, che viene estratta proprio da una pianta.
Lo spostamento: secondo Freud nel sogno, a causa delle censure operate dalla psiche, l'attenzione viene spostata sugli elementi meno significativi, facendo sì che il soggetto sia distratto da quello che invece è il significato fondamentale del sogno.
Nel caso del sogno precedente di Freud ad esempio, lui si convince che l'autentico significato sia il senso di colpa che lui prova nei confronti della moglie che trascura per la sua attività di ricerca e studi.
Inoltre prima del sogno aveva visto dei ciclamini, i fiori preferiti dalla moglie, e si è ricordato che non le porta i fiori da tanto tempo nonostante ne avesse l'occasione.
Il lavoro onirico ha spostato l'attenzione dal senso di colpa verso la moglie per le poche attenzioni che le dà, verso qualcosa di meno doloroso ossia la botanica e la passione di lei per i fiori.
Freud sta quindi cercando di spiegare come funziona la psiche umana per l'intera umanità, quindi secondo lui la nostra mente funziona praticamente allo stesso modo per diversi processi.
Lui infatti scrive un'opera chiamata “psicopatologia della vita quotidiana”, ossia elementi patologici nella vita di ognuno di noi, quindi quei fenomeni come i lapsus (amnesie temporanee) o gli atti mancati, quegli atti in cui si riscontra una distanza tra l'intenzione e l'atto effettivamente compiuto.
Per Freud questi avvenimenti non sono casuali, ma fanno emergere l'esistenza di un contenuto inconscio che voglio rimuovere, ad esempio se non ricordo un nome per Freud non è sbadataggine ma perché quel nome mi ricorda qualcosa di doloroso che voglio dimenticare.
Teoria della sessualità: Tre saggi sulla teoria sessuale
Fin dall'inizio della sua attività terapeutica Freud si convince che alla base di molti disturbi psichici ci sia un desiderio sessuale rimosso dal soggetto perché considerato immorale, da nascondere.
Per approfondire questo campo Freud dedica grande attenzione ad un campo inesplorato, cioè la sessualità infantile.
L'opera di riferimento è intitolata “Tre saggi sulla teoria sessuale”.
All'epoca l'infanzia era considerata la fase della vita più innocente e asessuata, ma Freud afferma che una vita sessuale l'individuo ce l'abbia fin dalla nascita perché lui non concepisce la sessualità allo stesso modo in cui lo fanno gli adulti.
Ritiene che fin dalla nascita il bambino abbia delle pulsioni sessuali, chiamate libido.
Questo perché secondo Freud il bambino fin dalla nascita cerca il piacere, che cambia in base all'età, e sempre in base all'età si possono distinguere diverse parti del corpo in cui il piacere si colloca.
Nelle diverse fasi evolutive del bambino a queste diverse fasi di distinguono diverse zone erogene, in questo senso si può parlare di fase sessuale.
Nei primi due anni di vita siamo nella fase orale, perché il bambino si concentra sulla nutrizione usando la bocca per farlo, e la zona da cui trae piacere è proprio la bocca.
Il bambino usa la bocca non solo per il piacere nel nutrirsi, ma anche perché prova proprio piacere nell'usare la bocca.
Dai 2 ai 4 anni siamo nella fase anale, perché i bambini imparano a trattenere o rilasciare consapevolmente le feci.
Nella visione di Freud questa capacità viene anche letta inconsapevolmente dal bambino come un dono che fa alla madre per la cura che lei ha nei suoi confronti, pare che addirittura il bambino veda le stesse feci come un dono che fa alla madre.
A questo punto inizia la fase fallica, dai 4 ai 6 anni, durante la quale il bambino inizia a provare piacere dagli organi genitali e durante la quale si sviluppa anche il complesso di Edipo.
Mentre le fasi precedenti erano essenzialmente autoerotiche, in questa la tensione libidica viene rivolta all'esterno verso un'altra persona, generalmente verso il genitore del sesso opposto.
Contemporaneamente il genitore dello stesso sesso viene percepito come un rivale da eliminare, generando un conflitto nella psiche del bambino che si rende conto di nutrire un desiderio incestuoso che riconoscono come inaccettabile, ma non solo moralmente ma anche perché irrealizzabile siccome il genitore dello stesso sesso appare come un rivale superiore con cui non si può competere.
E nonostante il bambino inizi a nutrire odio verso il genitore dello stesso sesso che gli sottrae l'attenzione del genitore del sesso opposto, al tempo stesso il bambino prova comune affetto verso quel genitore dato che continua a prendersi cura di lui.
Questo genera un conflitto radicale che lo fa altalenare tra l'odio per la rivalità e l'affetto per la cura che ha per lui.
Questi conflitti contrastanti danno vita al complesso di Edipo, figura mitologica la cui vita è guidata dal fato e che si ritrova ad uccidere il padre e ad avere una relazione con la madre.
L'inferiorità del bambino rispetto al “rivale” e i sensi di colpa che prova, porta il bambino a temere una punizione, che nel caso dei maschi si manifesta come angoscia della castrazione, del timore che il padre possa privarlo del membro su cui si concentra la sua pulsione sessuale. Per porre fine a questa angoscia i bambini devono superare e risolvere il complesso di Edipo.
Questo superamento del complesso avviene attraverso l'identificazione del bambino nel genitore dello stesso sesso, quindi il bambino assume come modello il genitore dello stesso sesso imitandone i comportamenti e gli atteggiamenti.
Dietro questa identificazione c'è ancora il desiderio nascosto di eguagliare il rivale per prendere il suo posto.
Questo processo però se si risolve normalmente senza problematiche, contribuisce anche all'identità di genere, con il bambino che si identifica nel sesso del genitore il cui sesso corrisponde a quello a cui si identifica (per Freud quello biologico).
Fase di latenza: tra i 6 e gli 11/12 anni il bambino sembra essere scarsamente interessato da pulsioni sessuali, trovandosi in una sorta di fase di latenza durante la quale si concentra sulla socialità e l'apprendimento.
Inizia poi l'adolescenza con cui inizia la fase genitale che durerà fino alla morte e che caratterizza l'intera sessualità dell'uomo/donna.
In questa fase possono emergere delle nevrosi collegate alla non corretta risoluzione del complesso di Edipo con uno sviluppo infantile anomalo.
L'approccio alla psichiatria è stato innovativo e si incentra sul paziente, il quale deve distendersi su un lettino per essere comodo e a suo agio nel raccontare al suo terapeuta ciò che lo turba attraverso l'analisi dei sogni e le libere associazioni, per contribuire alla propria cura come soggetto attivo e dove il terapeuta fa da interprete dei segnali dati durante la terapia e aiuta a facilitarla.
In questo contesto è importante il meccanismo del transfert, che per Brauer era negativo, infatti quando Anna O. si era innamorata di lui (Brauer), lui lo riteneva un problema per la terapia, ma per Freud era utilizzabile a fini terapeutici perché sfogare amore o odio, quindi rivolgere i sentimenti verso i propri genitori che vengono nascosti verso il terapeuta è un modo per risolvere un complesso di Edipo non superato, capendo il significato di quel transfert giungendo al motivo originario.
Freud elabora delle teorie generali, una delle quali è quella delle pulsioni, all'interno della quale si inserisce anche la teoria sessuale che ha a che fare con le pulsioni.
Quindi la sessualità dipende da una teoria più ampia che è quella delle pulsioni.
Pulsione: stato di eccitazione che ha origine nel soggetto e non ha nulla a che fare con lo stimolo che invece è esterno, quindi l'individuo si può sottrarre dall'impulso ma non dalla pulsione
Le pulsioni cambiano a seconda del punto da cui provengono, ma tutte mirano alla soddisfazione, devono essere soddisfatte.
Secondo Freud il nostro organismo tende ad un equilibrio, mentre la pulsione corrisponde ad un aumento dell'eccitazione interna localizzata in una certa parte del corpo, che turba quell’equilibrio e quindi l'organismo tenderà a spegnere quell'eccitazione tornando all'equilibrio e per farlo deve soddisfarla.
Dal punto di vista psichico, la nostra psiche percepisce che l'eccitazione comporta sempre una sorta di sofferenza e disagio che può essere superata soltanto soddisfando quella pulsione.
Quindi la nostra psiche obbedisce al principio di piacere, ci spinge nella direzione di ciò che ci fa provare piacere, è la tendenza tipica della nostra psiche a ridurre le sensazioni negative aumentando invece quelle piacevoli.
Il principio di piacere ci spinge a ricercare ciò che produce in noi piacere al di là di qualunque altra considerazione come se ciò sia morale o no, se comporta una realizzazione possibile o no.
In contrasto col principio di piacere agisce il principio di realtà, che lo limita e ci spinge a capire se ciò che il principio di piacere ci spinge a fare sia veramente fattibile oppure no, e al limite ci spinge a rimandare in un secondo momento la soddisfazione di certe pulsioni che è meglio realizzare dopo.
Le pulsioni sono distinte in 2 gruppi nell’opera il grande principio di piacere:
-di vita: pulsioni sessuali e quelle di autoconservazione
-di morte: pulsioni che hanno caratteristiche distruttive o autodistruttive. In queste si hanno le tendenze a ripetere situazioni spiacevoli vissute in passato che possono essere distruttive verso altri ma anche verso se stessi.
Questa distinzione tra le due è mostrata con l’opposizione di vita e morte.
“Le 2 topiche”
Nella prima distingue inconscio preconscio e conscio come distinzione della psiche.A un certo punto scopre che questo non è soddisfacente, soprattutto per quanto riguarda la censura della psiche. La psiche tende a impedire a contenuti problematici di emergere a livello conscio. Il problema è che sembra che questi meccanismi di difesa dovrebbero appartenere al preconscio e conscio e quindi dovremmo essere consapevoli di questi ma non lo siamo.
Il problema è che i meccanismi di rimozione e censura non sono meccanismi consci e quindi Freud modifica la teoria della psiche e introduce una seconda topica.
Nella seconda topica vengono distinti più luoghi della psiche. Si hanno tre strutture della psiche:
-ES che vuol dire esso in tedesco. È l'insieme delle pulsioni e comprende quei bisogni che sono insiti in noi e chiedono di essere soddisfatti. È la parte irrazionale.
-Super Io. È istanza morale e critica che prescrive sulla base di norme morali che abbiamo acquisito fin dalla prima infanzia che dicono cosa dobbiamo fare.
L’ES dice mangia tutte le brioche (irrazionale), il super io invece dice: non mangiarle fa male.
-IO media tra ES e Super Io. Magari il super io è troppo morale e media tra lui e l’irrazionale dell’ES. Ad esempio dice mangia una brioche.
Nasce un conflitto tra queste istanze e se l’IO tiene in equilibrio le istanze il soggetto appare un soggetto equilibrato e sano. Un soggetto in cui il super io prende il sopravvento potrà rilevarsi come nevrotico perché sarà sofferente. Il contrario è un comportamento asociale e delinquenziale.
“Totem e tabù”
Qui Freud tenta di proiettare il complesso di Edipo sul piano culturale spiegando l'origine della moralità. Se complesso di Edipo l'abbiamo considerato come individuale qui è possibile proiettarlo in piano più ampio. Ipotizza che nella storia dell'umanità ci fosse una fase primordiale in cui uomini erano organizzati in orde, tribù in cui il potere era esercitato da maschio dominante. Fra i vari attributi del potere del maschio dominante c'è il controllo delle donne del gruppo. Gli altri maschi sviluppano nei confronti di questo maschio un sentimento ambivalente, di ammirazione ma anche di odio. Odio perché il maschio dominante impedisce agli altri maschi di soddisfare i bisogni liberamente. Allo stesso tempo questo padre viene ammirato per la sua forza e per il suo ruolo. Questo spinge gli altri maschi del gruppo ad uccidere il capo per sostituirsi a lui. Dopo l'uccisione, seguiva un pasto totemico in cui i figli consumavano le carni del padre. Questo atto di cannibalismo rituale non solo distruggeva fisicamente il capo, ma simbolicamente faceva sì che il padre diventasse parte dei figli, rendendolo ancora più forte nella loro psiche collettiva. Questo pasto totemico sanciva l'introiezione delle qualità del padre all'interno dei figli.Nelle società primitive, il totem (un oggetto non eliminabile, spesso un animale, considerato sacro) diventava il simbolo del padre ucciso. La tribù si identificava con il totem e lo venerava, trasformandolo in un simbolo di autorità e di coesione sociale. I divieti che il padre imponeva in vita venivano interiorizzati dai figli attraverso il totem e diventavano tabù culturali. Questi tabù rappresentavano le prime forme di legge e moralità.
Il tabù è un divieto nella società e quelli fondamentali sono due
-Il divieto di uccidere il totem: Questo corrisponde al divieto di uccidere il padre, che rappresenta l'autorità e l'ordine nella tribù. Eliminare il totem (e quindi il padre) diventava un atto proibito, mantenendo l'ordine sociale e impedendo il caos derivante dalla lotta per il potere
-Il divieto dell'incesto: Questo divieto impediva ai membri della tribù di avere relazioni sessuali con le donne dello stesso nucleo familiare.
Gli altri maschi pur avendo eliminato il padre continuano comunque ad obbedirgli.
I due tabù fondamentali della cultura corrispondono ai due desideri del complesso di Edipo. Il divieto dell’uccisione del totem corrisponde al divieto dell’uccisione del padre per eliminare la concorrenza. Il divieto dell’incesto corrisponde al divieto dell’unirsi a donne dello stesso nucleo familiare.
“Il disagio della civiltà”
Freud in quest’opera fa una riflessione sulla civiltà che considera come il prodotto delle pulsioni. Le esigenze della civiltà fanno sì che le pulsioni non possano essere sempre soddisfatte o rimandate, ciò è necessario ma può fornire un danno psicologico. La civiltà ad esempio può spingere a incanalare le pulsioni in altre attività più moralmente o socialmente accettate tipo nel lavoro. La civiltà quindi tende a reprimere e a limitare il soddisfacimento delle pulsioni, questo fa sì che l’uomo moderno sia un uomo viva con grande disagio. Il giudizio di Freud nei confronti di questo atteggiamento è ambivalente, la repressione delle pulsioni è necessario nella civiltà ma bisogna anche tenere conto che questa limitazione comporta disagio psichico.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'inconscio secondo Freud?
- Come si differenziano le tecniche di ipnosi e libere associazioni nella terapia freudiana?
- Cosa rappresentano le "due topiche" di Freud?
- Qual è il significato del complesso di Edipo nella teoria freudiana?
- Come Freud interpreta il sogno e il suo significato?
Freud sostiene che l'inconscio è una parte fondamentale della psiche umana, contenente pensieri, emozioni e vissuti di cui il soggetto non è consapevole. L'inconscio influenza i comportamenti e può causare disturbi psichici.
Freud inizialmente utilizza l'ipnosi, ma poi la abbandona a favore delle libere associazioni, poiché quest'ultima permette al paziente di essere consapevole del processo terapeutico e di contribuire attivamente alla propria guarigione.
Le "due topiche" di Freud sono modelli teorici che descrivono la struttura della psiche. La prima topica distingue tra inconscio, preconscio e conscio, mentre la seconda introduce le istanze di ES, Super Io e Io, che interagiscono tra loro.
Il complesso di Edipo è un conflitto psichico che si sviluppa durante la fase fallica, in cui il bambino prova desiderio per il genitore del sesso opposto e rivalità verso il genitore dello stesso sesso. La sua risoluzione è cruciale per lo sviluppo psichico e l'identità di genere.
Freud vede il sogno come una manifestazione mascherata di desideri rimossi. Distingue tra contenuto manifesto, ciò che viene ricordato al risveglio, e contenuto latente, il significato profondo e nascosto del sogno, rivelando impulsi inconsci.