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di foxo
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Concetti Chiave

  • La filosofia post-hegeliana dell'800 si divide in destra e sinistra hegeliana, con la destra che include pensatori come Göschel e Conradi, e la sinistra che annovera figure come Feuerbach e Marx, con visioni progressiste.
  • La destra hegeliana è considerata conservatrice, focalizzandosi sull'identità tra realtà e ragione e sulla giustificazione razionale della religione, rimanendo vicina alle teorie originali di Hegel.
  • La sinistra hegeliana critica la religione come mito e si orienta verso una prospettiva materialistica, con figure come Bauer che propongono un immanentismo ateo.
  • Max Stirner, un importante esponente della sinistra, introduce il concetto di "unico", promuovendo un individualismo estremo e un anarchismo morale, dove l'individuo non riconosce verità morali oggettive.
  • Stirner enfatizza il concetto di godimento e proprietà dell'unico, suggerendo che la vita deve essere vissuta e consumata individualmente, sfidando le costrizioni sociali e religiose.

La filosofia dopo Hegel

Siamo nella prima metà dell’800 che è ancora per quanto in calando, è filosofia romantica; si sviluppano correnti filosofiche che si ispirano ad Hegel e lo approfondiscono. Si dividono in DESTRA e SINISTRA HEGELIANA
- Filone di destra= Göschel, Conradi e Gabler
- Filone di centro= Rosencrantz
- Filone di sinistra= Stirner, Feuerbach, Marx (minori a sinistra: Strauss, Bauer, Ruge)
Al centro abbiamo un filosofo che è Rosencrantz, che riprende quasi pari pari le tesi del maestro, a destra e a sinistra, secondo la distinzione del filosofo Strauss del 1837, possiamo parlare di destra e sinistra hegeliane dove a destra collochiamo i vecchi, cioè quelli che sono coetanei di Hegel, a sinistra si collocano secondo Strauss i giovani hegeliani nati dopo il 1800. Dietro questa divisione in realtà destra e sinistra rappresentano due approcci differenti alle tesi di Hegel che rappresentano visioni progressiste e proiettate verso il futuro.
I nomi della destra hegeliana, i più importanti sono Goschel Conradi e Gabler, questi esponenti si concentrano su alcuni aspetti della filosofia di Hegel, l’identità ontologica tra realtà e ragione, riprendono il concetto di stato e per quanto riguarda la tematica religiosa recuperano la giustificazione razionale della religione, sono ritenuti conservatori, perché non si distanziano molto dalle teorie del maestro.
Più stimolante è la sinistra hegeliana alla quale aderiscono oltre lo stesso Strauss, anche Bauer e Rouge però faranno parte anche della sinistra hegeliana anche Feuerbach e Marx, per i minori la loro riflessione sviluppa determinati aspetti di Hegel, soprattutto li accomuna la critica che loro fanno della religione, che viene recuperata solo come semplice mito.
• Bauer tiene l’equivalenza tra razionale e reale ma in chiave immanentistica atea, riportandola a una spiegazione della realtà razionale immanente, per Bauer si parla di immanentismo ateo;
• Rouge criticherà di Hegel l’aspettò trascendente e si concentrerà sull’aspetto politico; evidenzia come la religione nella storia sia stata fondamentale alla politica.
• Strauss cerca di depurare la religione dalla trascendenza per ricondurla alla storia.
Partono da Hegel ma per risolverlo all’interno di una prospettiva materialistica.
Max Stirner vive tra il 1806-1856 il vero nome era Giovanni Schmidt, la sua opera più importante è “L’unico e la sua proprietà” scritto tra il 1844-1845 ed è un testo importante perché ci illustra una visione molto particolare del soggetto e anche del concetto di proprietà. Prende le distanze da Hegel perché esalta l’UNICO => rappresenta il massimo dissolvimento dell’hegelismo. Stirner critica tutta la visione trascendente di Hegel, riporta alla realtà la visione del soggetto e si sofferma soprattutto sull’individuo, un individuo che chiama unico, (l’Io come singolo non come ideale) una visione opposta. L’Io sostituisce Dio e lo spirito assoluto che finora avevano soffocato il singolo uomo subordinandolo a forze trascendenti. Frase: “Io sono la mia specie, non ho leggi né modelli, io sono l’unico”. Stirner spiega che l’Io è stato nella tradizione occidentale schiacciato anche dal cristianesimo oppure è stato schiacciato perché è caricato di universalità visto come specie, bisogna recuperare l’Io come individuo e nel momento che recupero l’Io come individuo posso affermare che io sono la mia specie, non ho leggi né modelli io sono l’unico, significa che io in quanto singolo soggetto e reale sono un individuo nella cui attualità si concentra tutta la specie. Questo significa che ho valore di per me, valore preso nella mia singolarità e unicità e il mio valore non si lega soltanto alla mia identità e irrepetibilità, il mio valore si lega di quello che era la mia sfera personale, di tutto ciò che mi appartiene e nella mia sfera si esaurisce la mia esistenza unica e irripetibile, come soggetto io per quanto attualmente espressione dell’ universale, come soggetto singolo io sono totalmente libero al punto che Stirner apre a un ANARCHISMO MORALE => ognuno di noi riconosce solo le proprie verità soggettive. L’unico io il singolo non riconosce verità morali oggettive assolute, l’unico hic et nunc determina liberamente cosa voglio fare e non sono schiavo di nessun sistema di valori al punto che ho diritto all’incoerenza anche con me stesso in relazione agli stessi valori che scelgo, non ho doveri di alcun tipo, conta solo quello che voglio, è la massima esplicazione del potere egoistico, non ci sono imperativi a cui deve sottostare. I perimetri morali oggettivi sono come delle prigioni. Per questa ragione lo stato dice Stirner non ha un fine ultimo ma è una “associazione di egoisti”, è la massima applicazione del potere egoistico. È la prima filosofia individualista. È una filosofia molto rischiosa nel senso che la deriva di queste idee porterebbe alla distruzione di qualsiasi società, l’applicazione rigorosa, totale di queste teorie, porterebbe al nulla, conta solo l’individuo, un concetto che introduce Stirner è quello del godimento.
È reale solo il singolo soggetto che è determinato da
− Individualità.
− Attualità passeggera.
− Passione.
Costituiscono la nostra unicità, il nostro essere irripetibili; che si estende alla nostra sfera d’azione definita PROPRIETA’ dell’unico.
Il soggetto del godimento consente a Stirner di rendere l’unico corporeo e materiale. (godere = non preoccuparsi più della vita, ma spenderla) Come si usa la vita? Lettura, Inizia dicendo che da sempre ci si è preoccupati della vita sia di quella terrena che di quella celeste. Le filosofie moderne si sono concentrate sulla vita reale. Preoccuparsi del senso e del valore della vita comporta angoscia e preclusione al godimento della vita stessa, consumando sé stesso (opposto dell’anima bella di Hegel). La vita va bruciata, godere la vita significa usarla, nella tradizione del pensiero occidentale ci si è posto il problema di quale è la vita ecc, queste domande simili dimostrano che chi le poneva non cercava tanto la vita, ma sé stesso, cercava il vero io dimenticando la vita, facendosi scorrere il tempo. Solo quando sono sicuro di me e in qualche modo mi definisco non vado più alla ricerca di me stesso, dice che bisogna partire dalla convinzione di sostenersi, di appartenersi per godere di sé stessi e potersi rallegrare, fino a quando devo dare un senso, fino a quando lo dico o sono uno spirito o un fantasma ecc, vivo in funzione di qualcosa che sto cercando. C’è una distanza enorme tra il pensiero occidentale e questo pensiero, nella tradizione occidentale andavo verso me stesso, nella nuova parto da me, nella prima io mi aspiravo a trovarmi, nell’altra mi posseggo completamente: godo di me come più mi piace, a quel punto non mi preoccupo più della vita, ma la spendo, il problema sarà consumare come spendere la vita.
Ognuno ha un rapporto con gli oggetti che fanno parte della nostra vita e ognuno si rapporta in modo personale. Es. la Bibbia sta in ciò che ognuno ne fa (dissacrante). Il cristianesimo pretende che per tutti deve essere la stessa cosa. L’imposizione di una prospettiva cristiana mi priva della libertà di fare ciò che voglio e si sostituisce la costrizione. Il modo in cui trattiamo le cose dipende dal nostro arbitrio e da ciò che ci piace. L’uomo è i suoi oggetti => totale autoreferenzialità. Ogni individuo è creatore e giudice. Il rischio è che gli oggetti diventino delle ossessioni e ci posseggano diventando per noi sacri. Il contrasto tra reale e ideale è inconciliabile, i due non possono coesistere, non si può fare la sintesi, ma solo annullare entrambi.

Lettura: Noi gli oggetti stessi dobbiamo usarli per come ci piace, un uomo fa delle proprie cose in base a come è, il mondo ti guarda come tu lo guardi, è facile sentirsi dire che il mondo va guardato in modo giusto, non esiste un giusto modo di trattare le cose proprie, il giusto equivale a ciò che si vuole, per cose intendiamo gli oggetti e gli enti, ma anche una persona amata, un libro un animale, tutto rientra nella proprietà. lettura, sono io a decidere ciò che devo cercare, io voglio esaminare la Bibbia avrò un buon approfondimento, la libertà dell’individuo sta nel fatto come decido gli oggetti e scegliendo sono arbitro della stessa persona, *ogni giudizio è creatura della mia volontà, resto il creatore, sugli oggetti che io decido usare e interpretare io ho il pieno potere tanto che io sono il creatore dei miei oggetti. lettura, ultimo capitolo “l’unico” lettura, il contrasto fra i due può essere superato solo se trovano la sua fine, l’idea non può essere realizzata, il Dio desiderio degli antichi è la santità, il Dio desiderio dei moderni è la corporalità, lettura, l’uomo Cristiano è un uomo senza carne, il saggio degli stoici è qualcosa che ha raggiunto la materia, l’ideale è realizzato non appena la concezione cristiana si ribalta, “io, questo unico, sono l’uomo” il problema si risponde da sé, bisogna chiedere chi è l’uomo in modo unico, proprietario del mio potere sono io stesso, e lo sono proprio perché sono consapevole di essere unico, nell’unico il proprietario rientra nel suo unico creatore, di fronte alla mia consapevolezza e soggettività Dio e gli altri uomini si indeboliscono. Solo quando avrò trovato me stesso mi sarò impossessato della mia proprietà. Se io fondo la mia causa su di me essa poggia sull’effimero, anticipa il nichilismo, “se io fondo la mia causa su di me sulla mia volontà in modo arbitrario essa poggia sull’effimero, su qualcosa di passeggero, mortale creatore di sé stesso” a quel punto io posso dire che ho fondato la mia causa su nulla, introduce il nichilismo e allo stesso tempo nella sua prospettiva vuole essere la fondazione di un’etica totalmente morale, è una delle prime critiche a Hegel.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali correnti filosofiche che si sviluppano dopo Hegel?
  2. Dopo Hegel, si sviluppano correnti filosofiche che si ispirano a lui e si dividono in Destra e Sinistra Hegeliana. La Destra include filosofi come Göschel, Conradi e Gabler, mentre la Sinistra include Stirner, Feuerbach e Marx.

  3. Qual è la differenza tra Destra e Sinistra Hegeliana?
  4. La Destra Hegeliana è considerata conservatrice, mantenendo le teorie di Hegel, mentre la Sinistra Hegeliana critica la religione e sviluppa una prospettiva più materialistica e progressista.

  5. Chi è Max Stirner e quale è la sua opera più importante?
  6. Max Stirner, il cui vero nome era Giovanni Schmidt, è noto per la sua opera "L'unico e la sua proprietà", che esalta l'individualismo e critica la visione trascendente di Hegel.

  7. Come Stirner vede il concetto di "unico"?
  8. Stirner vede l'"unico" come l'individuo che non riconosce leggi o modelli esterni, affermando la propria unicità e libertà, portando a un anarchismo morale.

  9. Qual è la critica di Stirner alla tradizione occidentale?
  10. Stirner critica la tradizione occidentale per aver schiacciato l'individualità con concetti universali e religiosi, proponendo invece un godimento della vita basato sull'individualità e la proprietà personale.

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