Sara.borroni
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Concetti Chiave

  • L'esistenzialismo emerge come un "clima" culturale tra i due conflitti mondiali, caratterizzato da una forte sensibilità verso la finitudine umana e una delusione culturale verso idealismo e positivismo.
  • L'esistenzialismo filosofico si concentra sulla riflessione dell'esistenza umana e sulla libertà di scelta individuale, sottolineando il rapporto tra esistenza e autenticità.
  • Jean-Paul Sartre sviluppa la nozione di libertà come una condizione permanente di conflitto, attribuendo alla coscienza umana il ruolo di fonte di significati e responsabilità.
  • Sartre, attraverso il concetto di "nausea", esplora l'assurdità dell'esistenza umana e l'impossibilità dell'uomo di diventare un essere supremo, enfatizzando la responsabilità individuale e sociale.
  • La critica della ragione dialettica di Sartre analizza la storia come un processo di totalizzazione incompleto, evidenziando il rischio di alienazione nei rapporti umani e nel lavoro.

Indice

  1. L'esistenzialismo tra le guerre
  2. Delusione storica e culturale
  3. Manifestazioni letterarie esistenzialiste
  4. Filosofie esistenzialiste comuni
  5. Kierkegaard e distanze filosofiche
  6. Jean-Paul Sartre e l'esistenzialismo
  7. Intenzionalità della coscienza
  8. Essere e il nulla
  9. Libertà e responsabilità
  10. Condizione umana e paradosso
  11. Ontologia negativa e libertà
  12. Struttura dialettica della storia

L'esistenzialismo tra le guerre

• L'esistenzialismo, è un “clima" culturale che ha caratterizzato il periodo compreso tra i due conflitti mondiali e che ha trovato la sua maggiore espressione nel periodo bellico e post-bellico.

L'esistenzialismo risulta definito da un'accentuata sensibilità nei confronti della finitudine umana e degli elementi che la caratterizzano: la nascita, la lotta, la sofferenza, il passare del tempo, la morte ecc.

Delusione storica e culturale

• Parallelamente alla delusione storica provocata dalla guerra, sulla sensibilità esistenzialista ha influito la delusione culturale nei confronti degli ideali e delle correnti di pensiero dell'Ottocento, in modo particolare dell'idealismo e del positivismo.

• Esiste un vero e proprio "costume esistenzialistico”, proprio di alcune avanguardie giovanili del secondo dopoguerra riconoscibili per determinati modi di vestire o di portare i capelli. Tale "costume" è valso soprattutto come protesta contro i conformismi e le false sicurezze della tradizione.

Manifestazioni letterarie esistenzialiste

Per questi motivi, l'esistenzialismo fin dall'inizio si è collegato a certe manifestazioni letterarie:

1. Nell'opera di Fëdor M. Dostoevskij (Fratelli Karamazov) si può scorgere il dramma dell’uomo che, posto dinnanzi alla possibilità della vita, è tenuto a sceglierle e a realizzarle sopportandone il peso e responsabilità.

2. Nell’opera di Franz Kafka esprime il senso negativo e paralizzante delle possibilità umane: i grandi temi dell'insicurezza della vita, del richiamo a una realtà stabile e sicura continuamente promessa all'uomo e che continuamente gli sfugge, della caduta nella banalità quotidiana.

3. Nell’opera di Albert Camus (il Mito di Sisifo), egli vede nell'eroe mitologico il simbolo dell'assurdità dell'esistenza umana, sbilanciata tra l'infinità delle aspirazioni e la finitezza delle possibilità, e culminante nella vanità di tutti i suoi sforzi.

4. La relazione tra l'esistenzialismo e il decadentismo è stata sottolineata da molti studiosi, alcuni dei quali hanno visto nell'esistenzialismo la più tipica forma filosofica del decadentismo, sottolineando soprattutto la condivisione del tema della morte.

5. Significativo, inoltre, è il caso della poesia ermetica italiana (da Ungaretti a Montale), che insiste sui temi della solitudine, dell'illusione del Vivere, della morte, del mistero, dell'oblio, dell'irrevocabilità del tempo ecc.

Filosofie esistenzialiste comuni

L'esistenzialismo è un insieme di filosofie che risultano caratterizzate da alcuni tratti comuni:

1. La riflessione sull'esistenza, intesa come modo d'essere proprio dell’uomo.

2. Il rapporto tra l'esistenza e l'essere costituisce il tema centrale e decisivo dell'esistenzialismo, quello che permette di distinguerne i diversi indirizzi.

3. Il rapporto esistenziale con l'essere richiede da parte di quest'ultimo una qualche scelta, ovvero un progetto aperto al “rischio". Egli si trova di fronte a infinite possibilità di realizzazione, le quali interpellano la sua libertà, collocando le sue scelte ai due estremi dell'autenticità e dell'inautenticità della vita.

4. L’appello alla scelta e all'autenticità implica che l'uomo viva come "singolo", ossia come un ente individuato e irripetibile, che ha una propria personale prospettiva sull'essere e che risulta direttamente chiamato in causa come tale.

5. Come rapporto individuato e concreto con l'essere, l'esistenza si trova sempre in una situazione altrettanto individuata e concreta, racchiusa dalla nascita e dalla morte.

6. In quanto struttura relazionale caratterizzata dalla singolarità, l'esistenza risulta costitutivamente segnata dalla finitudine e dal limite.

Kierkegaard e distanze filosofiche

L'esistenzialismo si collega a Kierkegaard, prendendo invece le distanze da tutte quelle filosofie ottocentesche e novecentesche che:

• misconoscono la finitudine esistenziale, identificando l'uomo con l’Assoluto

• risolvono la singolarità dell'individuo in un processo impersonale e totalizzante, per il quale il problema del singolo in quanto tale cessa di avere importanza

• mettono in ombra la rilevanza delle situazioni-limite dell'esistenza e degli stati d'animo che le accompagnano

• negano l'iniziativa e la scelta, considerando l’esistenza come un veicolo di impulsi e strutture, in cui l'uomo, più che pensare, risulta “pensato" e, più che agire, risulta "agito".

Sartre

Jean-Paul Sartre e l'esistenzialismo

• La manifestazione più rilevante dell’esistenzialismo post-bellico è costituita dal pensiero di Jean-Paul Sartre.

• Nato a Parigi nel 1905 e morto nel 1980, è stato un geniale poligrafo, che si è trovato completamente a suo agio nei più diversi generi letterari: saggio psicologico e letterario, romanzo e composizione teatrale.

Intenzionalità della coscienza

Il punto di partenza è la nozione dell’intenzionalità della coscienza.

• “La trascendenza dell’Ego”: afferma che l’io non è un abitante della coscienza, intendendo che l’io non costituisce una sostanza chiusa in se stessa, ma una struttura relazionale costitutiva mente aperta al mondo e agli altri.

• “Saggio di una teoria delle emozioni”: la coscienza viene interpretata come essere-nel-mondo e le stesse emozioni vengono intese come una maniera possibile di vivere i rapporti con la realtà.

—> l’immaginazione è per lui un modo attraverso cui la coscienza trascende la realtà alla luce di un possibile.

Essere e il nulla

• “Essere e il nulla”: capolavoro dell’esistenzialismo che si interroga sulle strutture dell’essere, il quale si manifesta in due modi fondamentali:

1. Come essere in sé: che si identifica con tutto ciò che non è coscienza, ma con cui la coscienza entra in rapporto, ossia con le cose del mondo

2. Come essere per sé: che si identifica con la coscienza stessa, la quale ha la prerogativa di essere presente a se stessa e alle cose.

—> Se l’in sé è il dato che la coscienza trova davanti a se medesima, il per sè è invece la coscienza, che, essendo presenza alle cose, ha la capacita di attribuire loro dei significati

—> Sartre chiama il per sé nulla, intendendo la coscienza, che sorge come potenza nullificatrice del puro dato e come fonte di significati rispetto all’in sé.

Affermare che l’uomo è coscienza equivale a dire che l’uomo è libero

Libertà e responsabilità

• La libertà, intesa come nullificante coscienza le del mondo mediante l’attribuzione a esso di una serie di significati, coincide con la struttura stessa dell’esistenza.

• Tutto ciò che accade nel mondo risale alla libertà e alla responsabilità della scelta originaria, e perciò nulla di ciò che accade all’uomo può esser detto inumano.

• Questa libertà fa su che l’individuo risulti in uno stato di endemico e permanente conflitto con gli altri.

Condizione umana e paradosso

Nella condizione umana, per Sartre, vi è qualcosa di paradossale:

• Pur scegliendo il senso del suo essere, l’individuo non sceglie il suo essere stesso.

• Ma il fatto di essere nel mondo, per l’uomo come per tutti gli altri enti, è qualcosa di assurdo, ossia che non ha spiegazioni al di là del fatto medesimo di esistere

• L’esperienza emotiva dell’assurdità è la nausea

—> Da ciò scaturisce il progetto dell’uomo di essere Dio, ossia un essere che sia ragione e fondamento di se medesimo.

• Ma questo è impossibile: la coscienza può sorgere soltanto dopo l’essere, come nulla dell’essere stesso, non come fondamento dell’essere.

• Prima dell’uomo c’è soltanto materia bruta, esistenze al di là di ogni senso o significato.

• Nel suo sforzo di farsi Dio, l’uomo è dunque destinato allo scacco, tant’è vero che Sartre presenta l’uomo come una sorta di Dio mancato.

Ontologia negativa e libertà

Dal punto di vista di questa ontologia negativa, che Sartre denomina psicoanalisi esistenziale, tutti i comportamenti umani sono ugualmente fallimentari.

• Eppure il capolavoro di Sartre è tutto fondato sulle nozioni di libertà e di responsabilità.

• Questo spiega perché egli sia venuto sempre più insistendo sulla libertà e sulla responsabilità individuale e sociale dell’uomo, abbandonando il proprio negativismo iniziale e reinterpretando l’esistenzialismo nei termini di una teoria dell’azione e della storia.

Struttura dialettica della storia

La tesi centrale dell’opera è l’affermazione della struttura dialettica del corso storico, inteso come una totalizzazione mai conclusa, in quanto processo il cui soggetto è l’uomo con i suoi bisogni.

• In virtù di questa struttura dialettica, la storia contiene in se stessa la possibilità dell’alienazione.

• Ciò appare chiaro qualora si considerino i rapporti dell’uomo con la natura: gli individui per bisogno si oggettivano nel lavoro e questa oggettivazione diventa un’alimentazione rispetto ai prodotti e al senso umano del lavoro.

• Il rischio dell’alienazione è presente anche nelle relazioni tra gli individui, che possono rapportarsi tra loro come meri elementi di una serie, estranei l’uno all’altro.

• La forma di convivenza più autentica per gli esseri umani è invece quella del gruppo, ossia di un’organizzazione caratterizzata da unità di intenti, e i cui membri si sentano immedesimati con tutti gli altri.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i caratteri generali dell'esistenzialismo come "atmosfera"?
  2. L'esistenzialismo è descritto come un "clima" culturale tra i due conflitti mondiali, caratterizzato da una sensibilità verso la finitudine umana e una delusione verso gli ideali ottocenteschi, manifestandosi anche in un "costume esistenzialistico" di protesta.

  3. Come si distingue l'esistenzialismo come filosofia?
  4. L'esistenzialismo filosofico si concentra sulla riflessione sull'esistenza umana, il rapporto tra esistenza ed essere, e l'importanza della scelta e dell'autenticità, sottolineando la singolarità e la finitudine dell'individuo.

  5. Qual è il contributo di Jean-Paul Sartre all'esistenzialismo?
  6. Sartre ha contribuito con il concetto di libertà come coscienza nullificante e ha esplorato l'esistenza attraverso opere come "Essere e il nulla", enfatizzando la responsabilità individuale e sociale.

  7. Cosa rappresenta la "nausea" nell'esistenzialismo di Sartre?
  8. La "nausea" rappresenta l'esperienza emotiva dell'assurdità dell'esistenza, dove l'individuo, pur scegliendo il senso del suo essere, non sceglie il suo essere stesso, portando a un paradosso esistenziale.

  9. Qual è la critica della ragione dialettica secondo Sartre?
  10. Sartre critica la ragione dialettica affermando che la storia è un processo dialettico mai concluso, con il rischio di alienazione presente nei rapporti umani e con la natura, proponendo il gruppo come forma di convivenza autentica.

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