Mongo95
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Concetti Chiave

  • Marcuse e la Scuola di Francoforte analizzano l'influenza del capitalismo avanzato sulla cultura e sull'arte, descrivendola come un'industria culturale.
  • Adorno preferisce il termine "industria culturale" a "cultura di massa" per evidenziare la produzione standardizzata e il ciclo di consumo indotto.
  • La cultura diventa parte integrante del sistema capitalista, con prodotti che influenzano i desideri dei consumatori, non viceversa.
  • L'industria culturale si concentra sul profitto e sull'effetto del prodotto, trascurando il valore spirituale e critico dell'arte.
  • L'apparente mutamento della cultura celerebbe una rigida immutabilità, potenzialmente elevandola a una nuova ontologia.

Indice

  1. L'invasione del tempo libero
  2. Industria culturale e produzione
  3. Consumatori e desideri preordinati
  4. L'arte come merce
  5. Ontologia dell'industria culturale

L'invasione del tempo libero

Un discorso analogo a quello di Marcuse sull’invasione del principio di produzione nel “tempo libero” viene fatto dai francofortesi sulla cultura, l’arte in senso lato, all’interno della società a capitalismo avanzato.

Industria culturale e produzione

Adorno rifiuta la dizione “cultura di massa” a favore di quella di “industria culturale”, che rimanda alla dimensione del produrre, imperante ormai anche in questo campo. Si caratterizza di prodotti massificati, consumo, circolo vizioso tra produzione e consumo, con la prima che determina il secondo.

Consumatori e desideri preordinati

Non una cultura che ha pretese di porsi contro il sistema, ma anzi è in esso ben integrata, orientata verso la massa. Di culturale non c’è più nulla, se non la natura del prodotto, concepito all’interno e secondo le modalità tipiche del sistema a capitalismo avanzato. Non più e non meno di normali prodotti di consumo. Si assiste a un processo in cui sono i prodotti a condizionare i consumi, quindi una preordinata integrazione dei consumatori, e non il contrario. Consumatori che non possono determinare i propri desideri e interessi.

L'arte come merce

L’industria culturale non si ispira certo alle masse, che sono così come sono e non possono essere cambiate, quindi l’obiettivo non è più modificarle ma integrarle come consumatori. I prodotti dello spirito diventano merci. L’industria culturale pensa esclusivamente la profitto, all’effetto del prodotto, non il valore spirituale dell’opera. Certo, l’arte del passato non viveva certamente soltanto pura nel mondo delle idee, esisteva l’esigenza economica nella produzione artistica, non è un aspetto da misconoscere. Ma l’arte ha sempre comunque avuto un elemento di protesta rispetto alle condizioni accettate del reale, mentre ora si lascia incorporare dal sistema.

Ontologia dell'industria culturale

L’industria culturale, con queste tendenza, in tutta la sua rigidità e immutabilità dietro l’apparenza del mutando, può addirittura configurarsi come ontologia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la critica principale di Adorno all'industria culturale?
  2. Adorno critica l'industria culturale per la sua natura di produzione massificata, dove i prodotti determinano i consumi e i consumatori non possono determinare i propri desideri, integrandosi passivamente nel sistema capitalistico avanzato.

  3. Come viene percepita l'arte nell'ambito dell'industria culturale?
  4. Nell'industria culturale, l'arte è vista come una merce, focalizzata sul profitto e sull'effetto del prodotto piuttosto che sul valore spirituale, perdendo il suo elemento di protesta e integrandosi nel sistema.

  5. Cosa si intende per "ontologia dell'industria culturale"?
  6. L'ontologia dell'industria culturale si riferisce alla sua natura rigida e immutabile, che si presenta come un sistema chiuso e integrato, nonostante l'apparenza di cambiamento.

Domande e risposte

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