Concetti Chiave
- Talete è considerato il primo sapiente della storia della filosofia, riconosciuto per il suo pensiero che parte dall'osservazione della natura e dell'origine delle cose.
- La filosofia di Talete si caratterizza per un approccio mitico-poetico, esoterico, dove il pensiero filosofico si esprime attraverso immagini e intuizioni potenti.
- Secondo Talete, l'acqua è l'archè, il principio e la causa di tutte le cose, un concetto che ha posto ordine e armonia nella comprensione della natura.
- Talete sottolinea l'importanza di esercitare il nous, o pensiero astratto, per comprendere l'inizio della realtà, distaccandosi dai sensi e abbracciando una meditazione ascetica.
- Il contrasto tra sapienti e uomini comuni è evidente nella storia di Talete e la serva di Tracia, evidenziando il divario tra il pensiero filosofico e il senso comune.
Indice
Talete
Ascoltare la storia. Non limitarsi alle informazioni. Ascoltare la storia della filosofia che non si limita all’ascoltare delle informazioni, ma qualcosa di più complesso, da dove è partita la storia della filosofia, L’INIZIO e L’ORIGINE da cui ha preso vita la filosofia. Ricercare l’origine facendo un’operazione di ricostruzione del passato e nel nostro caso dobbiamo ricostruire il pensiero di quegli uomini che hanno inteso al centro della propria vita l’attività del pensiero, che hanno ritenuto decisiva e fondamentale per la loro esistenza.
Ricostruire il pensiero significa non acquisire solo una nozione, ma reinterpretare il pensiero facendosi domande intorno a quel pensiero per avere le conoscenze e non solo nozioni. Se non ci si pone una domanda il pensiero non può essere inteso, non può essere capito.La filosofia nasce nella Ionia e comprende delle terre che vanno dalla grecia alla sicilia e rientra nel contesto storico della magna grecia.
Queste città dovevano la loro ricchezza allo sviluppo commerciale che spingeva alcune città a creare colonie sulle altre coste del mediterraneo. In queste città dedite ai commerci sono venuti al mondo degli uomini che hanno inteso votare la loro esistenza alla ricerca della verità, la quale secondo questi uomini si consegue attraverso l’esercizio del pensiero (vous), il quale a sua volta si esprime e si manifesta attraverso la parola intesa come muthos, la quale mostra ciò che il sapiente ha intuito giacche all’origine il pensiero genera visoni/intuizioni, e queste visioni illuminano, fanno scoprire qualcosa.
Questi sapienti sono interessati a scoprire quale verità? la verità che vogliono scoprire e quella legata alla fusis, natura in greco e si racconta che spesso questi uomini sono guidati da un dio, il quale li sostiene in questo cammino di verità, cioè dio li ispira e per questo spesso il sapiente dalla sua stessa comunità viene riconosciuto quale essere divino nella misura in cui i suoi concittadini intravedono in lui questa presenza, presenza misteriosa. Così che in origine l’attività della sapienza è intesa come attività religiosa, nella misura in cui colui che pensa è accompagnato costantemente dalla presenza di un dio. Il dire dei sapienti è un dire dogmatico, delle sentenze le quali non hanno alcuna argomentazione logica, sentenze che al più risultano enigmatiche, non facilmente comprensibili. Si parla di sapere esoterico che significa non destinato ai più, non alla moltitudine, ma ai pochi, coloro i quali ascoltando queste sentenze si interrogano, si pongono delle domande perché sono prese dal desiderio di sapere e di conoscere. Quindi il sapiente si da questo compito preciso nelle comunità, quello di iniziare-educare-invogliare gli altri a farsi delle domande, intorno a quanto lui ha detto e costoro hanno un nome: filosofi, amanti della sapienza e della conoscenza. Tra questi uomini si stringe un rapporto di amicizia, filia, questo si stringe perché tutti costoro sono affascinati dall’attività del pensiero e questa da vita a queste amicizie che possono anche essere spiritual. Si è detto che questi sapienti intorno alla sofia, sapienza in greco, costruiscono delle comunità, infatti si parla di comunità sapienziale, e spesso la moltitudine si sentiva lontana da queste comunità per quanto venissero tollerati, riconosciuti come uomini diversi, strani anche, non comuni.
Si dice che intorno al VI secolo nella città di Mileto nasce il primo sapiente, uno dei 7, il cui nome è Talete, il quale si sostiene è stato il primo a dare impulso alla sapienza. Successivamente sono nati altri due sapienti: Anassimandro e Anassimene, e si dice che tra questi uomini ci sia stato proprio il rapporto di filia e amicizia. La filosofia è anche per questo si dice che parli greco, perché è nata in questo contesto linguistico.
Si dice che il loro modo di parlare, esoterico e divinatorio, è detto un parlare mitico-poetico e si usa questa espressione perché si dice che loro hanno parlato per immagini. Talete per primo in queste immagini ha scorto Arxn (principio in greco) e anche aitia (causa) e ha inteso queste immagini essere eterne. Si racconta che atlete ha inteso riconoscere quest’arxn nell’acqua sostenendo che l’acqua è il principio quindi arxn ma anche la causa, quindi aitia, di tutte le cose che sono. Arxn è anche il principio di fusis. Così facendo ha messo ordine in seno alla natura riconoscendo in essa cosmos, un ordine, un’armonia
Indicazioni
Il primo dei 7 sapienti, Talete, pensa per immagini, e queste immagini hanno la forza di mostrare agli uomini ciò che gli uomini non vedevano e non conoscevano
Queste immagini sono frutto di un’intuizione potente che il sapiente ha avuto nella misura in cui si è votato nell’osservazione della natura, realtà
Talete ci ha indicato che tutto ciò che esiste nella misura in cui esiste, ha un inizio e che dunque(quarto punto)
bisogno soffermarsi su questo se si desidera conoscere la realtà nella quale siamo immersi, e questo inizio può essere conosciuto solo laddove esercitiamo il vous (pensiero)
questo è un pensiero astratto, perché non si fonda sui sensi, ma si astrae dai sensi e dunque questo è un pensiero che si genera nel sapiente dopo che questi si è esercitato in una lunga meditazione che possiamo intendere essere un’esperienza ascetica perché la meditazione per natura spinge l’uomo che la pratica ad allontanarsi dai sensi e a collocarsi nel pensiero medesimo e a ridere di esso, ecco perché si dice che il filosofo sta assorto nei suoi pensieri, e questo assorbimento lo distrae dalla realtà corrente.
C’è un racconto di Aristotele su Talete e si dice che Talete fosse caduto in un fosso e per questo una serva della Tracia lo prendeva in giro, e la serva non prende in giro solo atlete, ma questa pratica sapienziale, che fa cadere gli uomini in un fosso. La servita rappresenta il senso comune di chi è sempre legato ai sensi e non è mai disposto ad abbandonarli, perché riconosce che i sensi sono fonte di conoscenza. Il sapiente invece li riconosce ingannevoli e illusori e quindi da allora è nata questa polemica tra il sapiente o filosofo e l’uomo comune, i quali hanno due modi in intendere la realtà completamente divergenti.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza di Talete nella storia della filosofia?
- Come si caratterizza il pensiero dei primi filosofi ionici?
- Qual è il ruolo della meditazione nel pensiero filosofico di Talete?
- Qual è la relazione tra il sapiente e la comunità secondo il testo?
- Come viene percepito il contrasto tra il sapiente e l'uomo comune?
Talete è considerato il primo dei sette sapienti e ha dato impulso alla sapienza, introducendo il concetto di Arxn (principio) e Aitia (causa) attraverso l'immagine dell'acqua come origine di tutte le cose.
Il pensiero dei primi filosofi ionici è caratterizzato da un approccio esoterico e divinatorio, espresso attraverso immagini mitico-poetiche che rivelano intuizioni profonde sulla natura e l'ordine cosmico.
La meditazione è vista come un'esperienza ascetica che allontana dai sensi e permette al sapiente di esercitare il vous (pensiero), portando a intuizioni astratte sulla realtà.
Il sapiente è spesso visto come una figura divina e misteriosa, riconosciuta dalla comunità per la sua ricerca della verità, e ha il compito di educare e invogliare gli altri a porsi domande.
Il contrasto tra il sapiente e l'uomo comune è evidenziato dalla polemica tra chi si affida ai sensi per la conoscenza e chi, come il sapiente, li considera ingannevoli, preferendo un approccio meditativo e astratto.