Concetti Chiave
- Il termine "sofista" nell'antica Grecia indicava inizialmente sapienti con vasta cultura, ma con il tempo si riferì a filosofi che insegnavano a pagamento, suscitando critiche da Platone e Aristotele.
- I sofisti, attivi nell'Atene del V secolo, trasferirono l'attenzione dalla natura all'uomo e alle sue leggi, in un'epoca di espansione democratica e partecipazione politica.
- Considerati gli illuministi del mondo greco, i sofisti furono i primi ad esplorare il relativismo culturale e promuovere il concetto che la cultura è un patrimonio condiviso e relativo.
- Inventori dell'arte della retorica e della dialettica, i sofisti focalizzarono la loro filosofia sull'arte del parlare, con enfasi su tecniche di dialogo e persuasione.
- Critici della religione, i sofisti come Protagora e Prodico espressero posizioni agnostiche e anticonformiste, vedendo la religione come un'invenzione umana per mantenere l'ordine sociale.
Indice
Origine e significato del termine sofista
Il termine sofista nell’antica Grecia significava sapienti (sapienti che possedevano vasta cultura e tecniche particolari del sapere). Successivamente, quando si sviluppa una vera e. Propria corrente, il termine iniziano a indicare dei filosofi che facevano filosofia dietro compenso (essere sapienti era diventata una professione. Questo fu uno dei motivi per cui, soprattutto Platone Aristotele, hanno condotto una campagna contro di loro.
Vennero definiti mecenati o prostituti della cultura. Per Platone (che è alla ricerca del vero) chi viene pagato è interessato ad avere la meglio e non a trovare il vero, infatti per i sofisti non esiste il vero. Il termine sofisticato deriva da questo, ossia una cosa non limpida ed elaborata.
Il contesto storico dei sofisti
Contesto: i sofisti fanno filosofia nell’Atene del V secolo—> per il mondo greco il V secolo è un’Età d’oro dato che sono appena usciti vittoriosi contro l’Impero Persiano (in particolare Atene). Un altro elemento fondamentale per la filosofia dei sofisti è che avviene un’estensione dell’accesso alla democrazia e alle cariche politiche. Pericle fa una riforma della democrazia e inserisce il compenso per le cariche politiche, quindi più persone potevano accedere alle cariche (non partecipavano solo coloro che appartenevano alle grandi famiglie aristocratiche). Alla polis appartenevano solo i grandi discendenti delle famiglie aristocratiche. Nel V secolo il cittadino greco si sentiva parte della vita politica.
Avviene anche un importante spostamento dalla natura all’uomo e alle sue leggi. Prima si cercava l’arché cercando nella natura mentre i sofisti si spostano sul mondo umano. In questo contesto la parola è al centro degli interessi del cittadino greco.
Nella storia della filosofia i sofisti sono stati illuminati come gli illuministi del mondo greco (illuminavano e facevano verità con la ragione su tutta la storia). Da un punto di vista razionale, con l’uso dell ragione, i sofisti vanno a criticare i miti storici e religiosi. I sofisti saranno i primi ad essere agnostici. I sofisti pongono al centro l’uomo e la sua ragione (a stabilire il mondo è l’uomo stesso).
Ampliano il concetto di cultura, che in relazione agli altri saperi è relativa a un contesto (gli usi e i costumi di un popolo). La cultura è un patrimonio condiviso di un popolo o di un epoca. I sofisti saranno significativi perché saranno i primi che riconosceranno la diversità culturale. Ad esempio Alessandro Magno assume le caratteristiche del mondo persiano che conquista e quindi si allontana dalla cultura greca. I sofisti affermano che esistono varie culture e diversità.
Il ruolo della parola e della retorica
Sono i filosofi della parola e quindi inventano l’arte della retorica, quindi del sapersi esprimere. Si esercitano anche nell’arte della dialettica, ossia l’arte di dialogare e mettere alle strette l’avversario tramite l’uso della parola (=avere la meglio). Il dialogo è una forma dell’arte del parlare e fa parte della brachilogia, ossia il cercare un discorso con frasi brevi (botta e risposta). Un discorso, al contrario, lungo è una macrologia e un altra è l’eristica, ossia l’arte del competere e vincere sempre ed avere sempre ragione (l’ultima fase dei sofisti verrà chiamata eristica perché si ridurranno le teorie più profonde e resterà solo l’eristica e decadono le fondamenta artistiche e culturali). In questa ultima fase i sofisti hanno guadagnato lo stigma che si sono portati dietro negli anni. I sofisti non si riuniranno mai in una scuola sofista.
Sono pagati per insegnare l’arte della parola e dato che abitavano nella polis, si mettevano a fare i sofisti di loro volontà ma in quel caso non stavano lavorando perché non erano pagati.
La visione storica e tecnica dei sofisti
Noi abbiamo una visione della storia come progresso e cambiamento in meglio anche se oggi questa certezza della visione è un pò crollata. Questa concezione della storia nasce con i sofisti Perché prima di loro vigeva la visione di Esiodo che narra un’altra visione che è l’opposto (regresso). Per Esiodo da un età dell’oro in cui l’umanità era senza affanni e senza dolori (regno di Crono) e da quel momento c’è stato un periodo di regresso. Esiodo studia la tecnica del regresso. La visione della tecnica che si aveva all’epoca è la stessa attuale e serve per migliorare e modificare il mondo a vantaggio degli umani (primi segni di antropocentrismo). La tecnica delle tecniche è la politica ed è l’arte del vivere bene insieme ed è la tecnica che più migliora il mondo degli umani.
Critica religiosa e posizioni agnostiche
Protagora riceverà un’accusa di empietà perché esprime una posizione religiosa agnostica (ammette di non sapere se esistono o no gli dei). Tutti i sofisti sono abbastanza critici nei confronti della religione perché sono anticonformisti.
Prodico di Ceo era un sofista esprime delle posizioni sulla religione che verranno ristudiate e approfondite nel 1800. Dirà che gli dei sono una proiezione di tutto ciò che per noi è utile e vantaggioso (es. Apollo è il Sole, Poseidone le acque e altri..). Ci sarebbe quindi un’origine umana dietro agli dei. Crizia è il sofista più politico (lo troveremmo della congiura dei 30 tiranni) e dirà che la religione è stata inventata dai potenti perch laddove i governanti non possono reprimere alcuni comportamenti o, pongono un’autorità invisibile che agirebbe come ordine pubblico e modera dei comportamenti sui quali i governanti da soli non riescono ad avere così tanta presa. Nel 1800 si dirà che la religione è l’occhio dei popoli (permette di vedere le cose così come stanno).
Domande da interrogazione
- Qual era il significato originale del termine "sofista" nell'antica Grecia?
- Qual è la concezione della storia secondo i sofisti?
- Come si relazionavano i sofisti con la religione?
- Quali erano le principali arti sviluppate dai sofisti?
- Perché i sofisti furono criticati da filosofi come Platone e Aristotele?
Nell'antica Grecia, il termine "sofista" significava sapienti, riferendosi a coloro che possedevano vasta cultura e tecniche particolari del sapere.
I sofisti introdussero una visione della storia come progresso e miglioramento, in contrasto con la visione di regresso di Esiodo.
I sofisti erano critici nei confronti della religione, spesso adottando posizioni agnostiche e vedendo gli dei come proiezioni di utilità umane.
I sofisti svilupparono l'arte della retorica e della dialettica, concentrandosi sull'espressione e il dialogo per prevalere negli argomenti.
Platone e Aristotele criticarono i sofisti perché ritenevano che fossero più interessati a prevalere negli argomenti piuttosto che a cercare la verità.