Indice
- I Sofisti
- Pro e contro della Sofistica
- Protagora
- Gorgia
- Socrate
- Platone
- Pensiero platonico
- La dottrina delle Idee
- Il dualismo platonico
- La reminiscenza
- L’anima
- La Repubblica e la teoria dello Stato
- Le degenerazioni dello Stato
- La critica dell'arte
- Il mito della caverna
- Significato
- Quattro livelli di conoscenza
I Sofisti
Ci troviamo ad Atene, in Grecia tra il V e IV secolo a.C. Si afferma la democrazia diretta dove i cittadini sono liberi, dove la politica viene vista come l’arte di vivere insieme nelle città e riguarda tutti gli uomini: se tutti i cittadini sono membri della polis automaticamente sono tutti politici. Anche la cultura deve essere accessibile a tutti e nasce un ideale educativo, la “paideia”, ossia il processo dove i ragazzi diventavano cittadini: dovevano essere belli, buoni, sportivi, intelligenti e partecipare alla vita politica.In questo periodo si affermano i sofisti: tecnici del discorso, che si basavano sulla retorica, e venivano pagati. I sofisti avevano una prospettiva antropocentrica, cioè mettevano l’uomo al centro del mondo. Se l’uomo è il centro, non c’è una verità assoluta ma relativa al contesto a cui appartiene. C’è un relativismo morale e gnoseologico (gnosi=conoscenza): il bene, che coincide con l’utile, e il male non esistono come oggetti indipendenti ma vince chi fa il
discorso migliore. Tuttavia, i sofisti mandavano in rovina le città perché venivano criticati come portatori di un falso sapere. Ci sono due generazioni di sofisti: la prima che comprende Protagora e Gorgia e quella degli eristi che ne porta la dissoluzione.
Pro e contro della Sofistica
La retorica può mostrare che due tesi contrapposte sono vere.● permette di esprimersi in modo efficace in democrazia e quindi è uno strumento per ottenere successo in politica. (pro);
● permette all’intellettuale di approfittarsi degli ingenui che vengono innescati all’interno del discorso. (contro)
Protagora
Protagora è considerato il più importante esponente della sofistica. Nasce nel 490 a.C. e muore nel 420 a.C. Diffonde il suo pensiero in varie città greche tra cui Atene dove divenne amico di Pericle ma poco dopo sarà costretto ad abbandonare la città per un’accusa di empietà. La sua tesi fondamentale è: l’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono. Questo sta a significare che l’uomo è la misura, il soggetto, il metro per comprendere. L’uomo è misura di ogni cosa sta a indicare tre prospettive:● individuale: la misura è diversa da individuo a individuo;
● collettiva: la misura delle cose è quella propria delle specie umana;
● sociale: la misura è data dagli usi e costumi della società umana e per lui l’uomo è misura come singolo, poi come comunità e come specie.
Per Protagora un discorso è buono se è apprezzato dalla maggioranza e propone una soluzione utile per la collettività. Dal punto di vista della verità, tutti i discorsi sono uguali ma non lo sono dal punto di vista dell’utilità. Un discorso non è vero ma più o meno utile e come tale viene valutato sulla base dei suoi effetti.
Gorgia
Altro esponente della sofistica, nasce nel 485 a.C. e muore nel 375 a.C. Ha scritto “sul non essere” e “l’encomio di Elena”. La prima opera è divisa in tre tesi:● nulla esiste e quindi l’essere è un concetto contraddittorio;
● anche se qualcosa esistesse non conoscerlo perché la mente non rispecchia la
realtà;
● se lo conoscessi non lo potrei comunicare perché le parole hanno natura diversa rispetto alle cose.
Per Gorgia un discorso è buono se è persuasivo, non è rilevante se l’argomento persuasivo sia vero o falso, perché non è possibile sostenere alcuna verità in modo indiscutibile. Un discorso non è vero ma più o meno persuasivo e come tale viene valutato sulla base della sua capacità di convincere l’ascoltatore.
Socrate
Nasce ad Atene nel 470 a.C. e non lasciò alcuna opera scritta, l’unica fonte che abbiamo è Platone, che scrisse dialoghi dove Socrate era il protagonista. Nel 399 a.C. venne accusato di empietà e di corrompere con le sue idee i giovani portandoli al disordine sociale, rifiutò l’esilio e bevve la cicuta, il veleno con il quale morì. L'origine della sua saggezza è la conoscenza della sua ignoranza. Come i sofisti, pone l’uomo al centro del mondo, non voleva far vincere la sua tesi, ma ascoltava gli altri perché voleva arrivare alla veritàcollaborando. Per arrivare alla verità Socrate usa l’ironia e la maieutica. Tutto parte dal dialogo dove Socrate distrugge ironicamente l’argomento altrui e si definiva un ostetrico di anime perché aiutava gli intelletti a partorire il loro punto di vista sulle cose. Per Socrate la verità è dentro di noi ed è comune. Bisogna capire cosa è il bene: per Socrate è il comportamento giusto in una determinata situazione, chi compie il male è convinto di fare il bene. Fare bene una cosa significa avere una virtù, e quella dell’uomo è la bontà, quando
agisce bene per sé e per gli altri. Il bene è insegnabile ed è piacevole ma non tutti i piaceri sono beni.
Platone
Nasce ad Atene nel 428/427 a.C. e muore nel 348/347 a.C. Fu il primo a dire che uomini e donne possono fare le stesse cose, mentre Aristotele dirà che sono diversi per natura. Nel 404 a.C. collaborò con il regime oligarchico dei trenta tiranni guidati dallo zio Crizia ma rimase deluso dal clima di violenza che c’era e l’abbandono definitivo avvenne nel 399 a.C. quando Socrate venne condannato a morte. Il suo primo maestro fu Cratilo poi Socrate. Fuori da Atene tentò avventure politiche destinate a non avere successo e, una volta tornato, fondò l’Accademia, una scuola filosofica. Le opere di Platone sono suddivise in tre periodi: dialoghi giovanili o socratici, dialoghi della maturità e dialoghi della vecchiaia. Nel corso della sua vita Platone scrisse 35 dialoghi e 13 lettere. Nell’esposizione Platone scelse la forma dialogica perché riteneva la filosofia un sapere “aperto”, in continua elaborazione per raggiungere la verità. Quando non arriva a conclusioni arriva al mito tramite il quale spiega i problemi che vanno oltre la ragione.Pensiero platonico
● dottrina delle idee;● dottrina della reminiscenza: conoscere è ricordare;
● immortalità dell’anima;
● stato ideale governato dai filosofi.
La dottrina delle Idee
Tutto il suo sistema filosofico si poggia sulla teoria delle idee. Per Platone esiste una realtàsovrasensibile, chiamata iperuranio, dove risiedono le idee, entità immutabili e perfette. Esiste un duplice rapporto tra idee e cose: le idee rappresentano il criterio di giudizio delle cose e le cose sono imitazioni imperfette delle idee. Platone individua due tipologie di idee:
● le idee-valori: principi estetici, come il Bene, la Bellezza, la Giustizia;
● le idee matematiche: principi della geometria e dell’aritmetica come i numeri, le forme geometriche.
Il dualismo platonico
Platone individua due gradi di conoscenza: l’opinione (doxa) e la scienza (episteme). L’opinione è una verità mutevole e imperfetta perché si basa sulle “cose” che noi percepiamo attraverso i sensi. La scienza ha per oggetto le idee e attraverso la ragione riesce ad elevare l’uomo dal mondo sensibile fino a farlo giungere a una conoscenza immutabile e perfetta.La reminiscenza
Secondo Platone: “conoscere è ricordare”. Infatti il filosofo, attraverso la dottrina della reminiscenza, sostiene che la nostra anima (che è immortale), prima di calarsi nel corpo è vissuta nell’iperuranio e ha avuto modo di accrescere la sua sapienza. Una volta incarnata, dimentica ciò che ha visto e conserva solo un pallido ricordo.L’anima
Platone analizza il tema dell’anima che secondo il filosofo è composta da tre parti:● la parte bassa: fame sete, riprodursi;
● la parte media: dove risiedono le emozioni;
● la parte alta: parte razionale.
La Repubblica e la teoria dello Stato
Nella sua opera più importante, la Repubblica, Platone descrive lo Stato ideale nel quale ognuno vive in maniera felice. Il principio fondamentale intorno al quale deve costruirsi questo Stato è la giustizia ed è data dall’armonia di tutte le componenti sociali. Secondo Platone lo Stato deve essere costituito da tre classi:● i filosofi hanno la sapienza come virtù e devono guidare lo stato;
● i guerrieri hanno il coraggio e devono difendere lo stato;
● il popolo ha la temperanza e deve lavorare per lo stato.
Le degenerazioni dello Stato
● timocrazia: governo fondato sull’onore dove seguono l’ambizione;● oligarchia: governo dei pochi governato da chi è ricco;
● democrazia: governo del popolo dove i cittadini si abbandonano a desideri irrazionali;
● tirannide: governo dell’uomo forte preda delle proprie passioni.
La critica dell'arte
● livello gnoseologico: la verità allontana dai veri oggetti della conoscenza;● livello etico: suscita gli istinti più bassi e i sentimenti meno nobili.
Il mito della caverna
Gli esseri umani vivono legati ad un muro dove vengono proiettate delle ombre grazie al fuoco che si trova dietro di loro. Se una di queste persone si libera, esce dalla caverna ma viene accecato dalla luce quindi all’inizio vede le cose riflesse nell’acqua. Quando si abitua alla luce del sole è in grado di vedere bene, quindi va dagli altri a dirglielo ma non gli credono e lo uccidono.Significato
● dentro la caverna: parte falsa;● fuori la caverna: parte vera;
● anima: mondo delle idee che non possiamo vedere ma percepire con i sensi;
● corpo: mondo dei sensi, delle illusioni.
Quattro livelli di conoscenza
● conoscenza del bene;● idee morali: cose che partecipano alle idee (iperuranio);
● credenza: credere alle cose dato un perché (mondo illusioni);
● conoscenza sensibile: tramite i sensi (mondo illusioni).
La Repubblica è il libro non religioso più influente dell’epoca e tratta temi politici: cos’è la
giustizia? (formula di apertura).
Dialogo aporetico, cioè non arriva ad una conclusione.
Cefalo dice che la giustizia sono cose materiali, Polimarco dice fare bene agli amici e fare
male ai nemici, Trasimaco dice che è l’utile del più forte e Socrate risponde dicendo che se un tiranno si comporta male non può essere bene. Ma Trasimaco e socrate dicono anche che il giusto vuole prevalere su tutti. La giustizia è sorella della sapienza e l’ingiustizia dell’ignoranza.