Concetti Chiave
- I sofisti considerano la verità inaccessibile e promuovono la retorica come arte di persuasione, separando il sapere dalla divinità e rendendolo una ricerca umana.
- Protagora adotta una visione relativistica, sostenendo che l'uomo è la misura di tutte le cose e che la conoscenza varia tra individui e comunità.
- Gorgia demolisce le certezze filosofiche esistenti, sostenendo che nulla è conoscibile o comunicabile, e promuove la retorica come unico sapere insegnabile.
- I sofisti minori mettono in discussione la legittimità delle leggi, vedendole come manipolazioni del potere che non rispecchiano la natura umana.
- Callicle critica le leggi come strumenti dei deboli per limitare i forti, proponendo che la disuguaglianza naturale non dovrebbe essere ostacolata.
Indice
La verità secondo i sofisti
Secondo i sofisti la verità non è accessibile all’uomo. Questi trovano spazio nella polìs cercando di risolvere i problemi offrendo non un sapere astratto, bensì un saper fare: l’arte di parlare in pubblico (la retorica). Il linguaggio è usato da questi filosofi come strumento per persuadere. Secondo i sofisti il sapere non è vincolato né ad una divinità né a qualche segreto ma è una ricerca umana, che si può apprendere e insegnare.
Protagora e il relativismo
Per Protagora l’intera realtà ha come centro l’uomo, che definisce “misura di tutte le cose” (presentando una posizione relativistica). In questa affermazione Protagora intende col termine uomo:
- L’uomo come singolo individuo, in quanto la conoscenza si basa sulle sensazioni, che cambiano da individuo a individuo;
- L’uomo come genere umano sostenendo che è impossibile per quest’ultimo giungere a verità extra-umane. A questo proposito il filosofo presenta un atteggiamento “agnostico”, confessa cioè la propria ignoranza essendo consapevole dell’impossibilità dell’uomo di giungere alla risoluzione di tale problema.
- L’uomo come comunità poiché ciò che ha valore per una comunità può non avere lo stesso valore per un’altra.
Per Protagora non esiste nulla di assoluto, tutto è relativo, a diversi livelli.
La retorica e la politica
I sofisti propongono la retorica come una tecnica oggettivamente neutra rispetto alla verità, seguendo il metodo delle antilogie: costruire discorsi doppi, sostenendo una tesi e anche la tesi opposta. Per Protagora esistono quindi i “punti di vista” e introduce un criterio per selezionare quello più adatto: il criterio dell’utile.
Egli crede nella polis e nel dono della politica, che appartiene potenzialmente a tutti. Per fare in modo che questo dono si realizzi, occorre acquisire l’arte della retorica: bisogna rendere il discorso forte e conquistare il consenso della maggioranza che approva una legge. La legge è una semplice convenzione frutto della scelta di una maggioranza. Solo davanti alla legge un uomo diventa tale.
Gorgia e l'agnosticismo radicale
Gorgia demolisce l’intero impianto della scuola eleatica sostenendo che si può dimostrare tutto e il contrario di tutto. Per Gorgia nulla esiste e se pure esistesse non sarebbe conoscibile, e se pur fosse conoscibile non sarebbe comunicabile. Questo perché se qualcosa esistesse dovrebbe essere eterna, generata o entrambe le cose nello stesso tempo ma sarebbero impossibili tutte e tre le supposizioni. Se pure esistesse non sarebbe conoscibile in quanto si pensa anche a cose che non esistono: pensare e realtà si collocano a due livelli diversi. Se pure fosse conoscibile non sarebbe comunicabile in quanto l’uomo comunica attraverso la parola che è ben altro dalla cosa stessa. Gorgia sostiene l’agnosticismo in quanto ha la consapevolezza dell’incapacità umana di conoscere la verità assoluta ma il suo agnosticismo è più radicale rispetto a quello di Protagora fino a diventare scetticismo, totale sfiducia nella capacità di pensiero, di ragione, di conoscere qualcosa oltre alle sensazioni.
Il linguaggio e la persuasione
Il linguaggio diventa valore in sé e ha la capacità di ammaliare, potenzia l’esperienza. La retorica può aprire qualsiasi strada ed è l’unico sapere che si può insegnare a apprendere. Il suo unico scopo è persuadere.
Prodico e le leggi
Prodico di Ceo riprende la tesi di Protagora sostenendo che il passaggio dall’animalità alla civiltà è dato dalle leggi ma anche dal lavoro come fatica e intelligenza. Dai sofisti minori le leggi vengono viste sempre più come imposte da gruppi di potere che riescono a manipolare il consenso dell’assemblea, con norme che non hanno nulla a che vedere con la natura dell’uomo. Infatti viene meno il rapporto tra legge e natura.
Antifonte, Ippia e l'uguaglianza
Secondo Antifonte e Ippia gli uomini sono tutti uguali ma questa uguaglianza è cancellata dalle leggi che impongono delle distinzioni. (L’uguaglianza degli uomini si basa sul fatto che tutti hanno gli stessi bisogni e si colloca nel conflitto tra nomos e physis).
Trasimaco e Callicle sulla legge
Trasimaco invece sostiene che per natura ciascuno tende a prevaricare sugli altri e quindi la legge è soltanto una maschera che nasconde l’utile del più forte.
Callicle sostiene infine che le leggi sono uno strumento di difesa inventato dai deboli per competere con i forti. Quindi a suo avviso la legge impone un’uguaglianza innaturale in contrasto con la disuguaglianza naturale tra gli uomini.
Domande da interrogazione
- Qual è la concezione della verità secondo i sofisti?
- Come Protagora definisce l'uomo in relazione alla conoscenza?
- Qual è il ruolo della retorica secondo i sofisti?
- Qual è la posizione di Gorgia riguardo alla conoscenza e alla comunicazione?
- Come i sofisti minori vedono il rapporto tra legge e natura?
Secondo i sofisti, la verità non è accessibile all'uomo e il sapere è una ricerca umana che può essere appresa e insegnata, non vincolata a divinità o segreti.
Protagora definisce l'uomo come "misura di tutte le cose", sostenendo una posizione relativistica dove la conoscenza varia da individuo a individuo e da comunità a comunità.
La retorica è vista come una tecnica neutra rispetto alla verità, usata per persuadere e conquistare il consenso, essenziale per la politica e la legge.
Gorgia sostiene che nulla esiste, e se esistesse non sarebbe conoscibile né comunicabile, promuovendo un agnosticismo radicale e scetticismo verso la capacità umana di conoscere la verità assoluta.
I sofisti minori vedono le leggi come strumenti imposti da gruppi di potere, spesso in contrasto con la natura umana, e sostengono che le leggi cancellano l'uguaglianza naturale tra gli uomini.