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Concetti Chiave

  • Nel VI secolo a.C., la filosofia greca si distacca dal mito, concentrandosi sull'argomentazione razionale per spiegare l'universo.
  • Pitagora si definisce filosofo, sottolineando l'importanza della paideia, intesa come amore per il sapere e formazione culturale.
  • La speculazione greca si interessa alla physis e al ruolo dell'uomo come essere sociale e soggetto nei rapporti economici e storici.
  • I filosofi greci, nonostante l'apparente distacco, affrontano anche problematiche politiche, come dimostrato dall'impegno di Talete e i pitagorici.
  • Nel V secolo a.C., i Sofisti pongono l'attenzione sul metodo filosofico e l'argomentazione persuasiva, influenzando Platone e Aristotele.

Sofisti - Ambiente culturale

Nel VI secolo a.C. si assiste in Grecia un atteggiamento razionale, propriamente filosofico, che comporta l’emanciparsi dalla dimensione mitica e a confidare sempre più sullo strumento dell’argomentazione; esso ha l’intento di fornire una spiegazione globale dell’universo, di risalire alle sue cause e alla sua unità. In questo senso va interpretata l’espressione di Pitagora, quando dichiara di non sentirsi particolarmente ferrato in alcuna tecnica particolare, ma di essere filosofo, cioè amante del sapere in quanto tale; così lui si considerava e così veniva riconosciuto, più propriamente visto come un grande formatore (a dimostrare il valore della paideia, il cuore della cultura greca: i Greci venivano considerati grandi dai Greci stessi perché erano grandi maestri, “maestri di vita”).
Infatti, la Grecia del VI-V secolo a.C. non offre un grande contributo nel progresso delle tecniche, lo studio della natura è per questi filosofi contemplazione della natura, non a caso nasce dal thaumàzein, non statica ma che tenta di passare dal che al perché delle cose. Sono diffuse le conoscenze di molte tecniche, ma tutte di origine orientale. Può sembrare che la prima speculazione greca (problematica cosmologica e deontologica) sulla physis rimanga estranea al problema dell’uomo, inteso come persona (princìpio di azione e relazione) e come essere sociale (animale razionale), cioè soggetto costituito nei rapporti sociali, economici e storici; che sia sfuggita alla considerazione di ciò per cui il mondo ha senso e che sull’Essere si intende; in realtà, ad essi non è del tutto estranea la concezione dell’individuo e della società, l’uomo è considerato da sempre in un contesto vitale, nessun elemento del mondo non si presenta mai come elemento isolato, ma sempre inquadrato nel complesso vitale del Tutto: così intendeva il lògos Eraclìto e Pitagora, tanto che i pitagorici vennero attaccati proprio per motivazioni politiche, a testimonianza del carattere sociale della loro azione, che non si riduce ad essere un tentativo speculativo di raggiungere la Verità. La rilevanza della problematica politica, sebbene i primi filosofi non la mostrino con chiarezza, è attestata dall’impegno politico assunto fin da Talete, Anassimandro e dai pitagorici. Nel V secolo a.C., se da una parte viene meno la ricerca del princìpio (forse proprio perché vedevano l’incertezza delle soluzioni precedenti, laddove Parmenide negava ogni soluzione che facesse riferimento ad un princìpio esterno), i Sofisti, che negano la possibilità di raggiungere la Verità ultima (ma non del mondo sensibile, come aveva fatto Parmenide), mettono al centro un discorso sul metodo della filosofia: anche se non prende già il termine di dialettica, risalente a Platone, certamente l’argomentazione persuasiva è la base in cui si inserisce il discorso dialettico; non a caso, la polemica principale rivolta da Platone ed Aristotele, è indirizzata a loro, in quanto c’è un linguaggio comune, uno spazio comune di indagine.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'atteggiamento filosofico emergente in Grecia nel VI secolo a.C.?
  2. Nel VI secolo a.C., in Grecia emerge un atteggiamento razionale e filosofico che si distacca dalla dimensione mitica, puntando sull'argomentazione per spiegare l'universo e le sue cause.

  3. Come viene percepito il ruolo dei filosofi come Pitagora nella società greca?
  4. Pitagora e altri filosofi sono visti come grandi formatori e maestri di vita, sottolineando l'importanza della paideia nella cultura greca, nonostante il limitato contributo al progresso tecnico.

  5. Qual è la critica principale rivolta ai Sofisti da Platone e Aristotele?
  6. Platone e Aristotele criticano i Sofisti per la loro enfasi sull'argomentazione persuasiva e il metodo filosofico, poiché negano la possibilità di raggiungere la Verità ultima.

  7. In che modo la speculazione filosofica greca del VI-V secolo a.C. considera l'individuo e la società?
  8. La speculazione filosofica greca considera l'individuo e la società in un contesto vitale, dove nessun elemento è isolato, ma parte del complesso vitale del Tutto, come sostenuto da Eraclito e Pitagora.

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