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Concetti Chiave

  • Crizia, ateniese del V secolo a.C., utilizza la retorica politica e diventa uno dei Trenta tiranni, influenzando profondamente Platone.
  • Nel dramma Sisifo, Crizia critica la religione come strumento di potere per controllare e influenzare i governati attraverso la paura.
  • Ippia, figura di spicco dell'intellettualismo, è noto per la sua versatilità e abilità oratoria, viaggiando per conferenze e missioni diplomatiche.
  • Ippia rappresenta l'universalismo conoscitivo, vantandosi di competenze in vari campi e della capacità di fabbricare i propri abiti.
  • È accreditato con lo sviluppo di una mnemotecnica per memorizzare discorsi interi, dimostrando la sua eccellenza oratoria.

Indice

  1. Crizia e il potere politico
  2. La religione come strumento di potere
  3. Ippia e l'universalismo conoscitivo

Crizia e il potere politico

Nel contesto di radicalismo teorico e politico che stiamo prendendo in esame si inserisce anche la riflessione dell’ateniese Crizia (455-403 a.C.), che esercita la sua abilità retorica nell’ambito della politica. Egli riveste un ruolo rilevante negli avvenimenti politici dell’Atene degli ultimi anni del V secolo a.C.: membro influente del partito oligarchico, è uno dei Trenta tiranni che assumono il potere nel 404 a.C. e instaurano un governo violento, che sconvolge Platone, suo nipote, segnandone le scelte successive.

La religione come strumento di potere

Nel dramma Sisifo Crizia sostiene che la stessa religione, ossia la credenza nell’esistenza degli dèi e nelle punizioni che attendono i malvagi dopo la morte, non sia altro che uno strumento di cui il potere si dota allo scopo di preservarsi: chi governa si serve della paura che la religione trasmette agli uomini per indurre i governati al rispetto delle leggi (stipulate forse nel solo interesse dei governanti medesimi). Agli occhi del sofista, dunque, la religione costituisce una sorta di instrumentum regni (“strumento del potere assoluto”), finalizzato a estendere il potere coercitivo delle leggi anche dove esse rischiano di risultare impotenti (ossia nelle coscienze e nell’oscurità dei comportamenti sottratti alla visibilità pubblica).

Ippia e l'universalismo conoscitivo

Di questa grande stagione di intellettuali fa parte anche Ippia che, secondo Platone, assume la fisionomia di una vera celebrità. Nato nel 443 a.C. circa in Elide, nel Peloponneso, viaggia ad Atene, Sparta, Olimpia e in Sicilia per tenere delle conferenze e per impegni politici, in qualità di ambasciatore. Brillante e colto, è il prototipo dell’universalismo conoscitivo, dal momento che pretende di essere esperto in tutti i campi del sapere (si vanta, tra l’altro, di essere in grado di fabbricarsi da solo i propri vestiti e calzari). La sua abilità oratoria dipende soprattutto dal possesso della capacità di imparare a memoria interi discorsi (a lui si deve la formulazione di una vera e propria mnemotecnica).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Crizia nella politica ateniese del V secolo a.C.?
  2. Crizia è un membro influente del partito oligarchico e uno dei Trenta tiranni che assumono il potere nel 404 a.C., instaurando un governo violento ad Atene.

  3. Come Crizia interpreta la religione nel contesto politico?
  4. Crizia vede la religione come uno strumento del potere per preservarsi, utilizzando la paura delle punizioni divine per indurre il rispetto delle leggi.

  5. Quali sono le caratteristiche distintive di Ippia secondo Platone?
  6. Ippia è descritto come una celebrità intellettuale, esperto in tutti i campi del sapere e noto per la sua abilità oratoria e la capacità di memorizzare interi discorsi.

Domande e risposte

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