Concetti Chiave
- Nel pensiero di Socrate, la virtù non è più un dono divino innato, ma una qualità che si può imparare e insegnare, spostando l'attenzione dal fisico al mentale.
- Socrate concepisce la virtù come una scienza del bene, identificandola con la capacità di usare la ragione e la filosofia per comprendere come agire al meglio.
- La virtù per Socrate è finalizzata alla felicità, collegando il concetto all'eudaimonismo, che implica il benessere interiore.
- Socrate introduce due paradossi etici: nessuno fa il male volontariamente e meglio subire un male che commetterlo, poiché solo la virtù porta alla vera felicità.
- Il "demone socratico" rappresenta una guida morale interiore, una voce che dissuade dal male, interpretata come un senso del sacro e del religioso.
Indice
La virtù nel mondo greco
Nel mondo greco la virtù è il modo di essere ottimale di qualcosa (ad esempio: la virtù del leone è la sua forza). La virtù per gli umani nel mondo pre-socratico erano il coraggio e la forza, permeato dall’epica omerica e dall’immaginario di eroi.
Socrate e la virtù interiore
Socrate, ma prima anche i sofisti, spostano la visione e la virtù non viene più intesa come un dono degli dei (la si aveva dalla nascita). Con i sofisti la virtù si può imparare, virtuosi non si nasce ma si diventa e questo pensiero viene condiviso da Socrate (anche lui crede che la virtù si insegna). Oltre questa differenza, Socrate ribalterà anche il concetto di virtù nel senso che la sfera della virtù per lui saranno il mondo interiore e la ragione/intelletto (ossia tutto quello che riguarda l’anima). Per Socrate la virtù è qualcosa di specifico ed è una scienza del bene.
La scienza del bene
Quando Socrate parla di scienza parla di qualcosa che riguarda la mente, l’intelletto e quindi la ragione. La ragione e l’uso della ragione sono il riflettere e il ricercare, quindi il fare filosofia stesso. Per Socrate la virtù (=il modo migliore per un umano di essere umano) sarebbe la ricerca per operare nel miglior modo possibile. È una scienza del bene perché per Socrate non ci sono più virtù ma solo una: la scienza del bene, dalla quale derivano tutte le altre. Per essere giusto devo sapere quando è bene esserlo. La virtù è unica ed è la scienza del bene perché r tutte le altre virtù si riferiscono ad essa. La virtù è la capacità di usare la ragione e la filosofia per capire come comportarsi nel migliore dei modi.
Virtù e felicità
La virtù è finalizzata alla felicità (l’uomo deve essere virtuoso perché questo fa essere felice). Tutte le etiche che aspirano alla feliciità dell’uomo si chiamano eudamonismi, ossia stare bene con il proprio demone interiore (eu=bene; damon=demone interiore).
Il primo è: nessuno fa del male volontariamente, quindi per Socrate chi fa del male, ignora quale sia il vero bene (chi fa del male non sapeva che quello era il vero male). Venne criticata perché non considera l’intenzionalità di fare del male.
Il secondo è: meglio subire un male che commetterlo, questo perrchè dal momento che solo la virtù rende felice, allora meglio subire un torto perché solo così si può essere felice (motivo per cui si è bevuto la cicuta).
Il demone socratico
Per gli antichi greci il demone è una figura a metà tra gli dei e gli umani. Il demone socratico venne interpretato come la voce della coscienza o l’imperativo morale (indicazione dentro di noi che ci spinge a comportarci in un determinato modo) ma in realtà è il senso del sacro e del religioso che lo spinge ad agire in un determinato modo. Il demone consiglia Socrate da tutta la sua vita (è una voce che lo dissuade dalle cose sbagliate che fa) ed è il sentimento del divino dentro all’uomo che lo fa agire nel migliore dei modi, ossia verso il bene. Solo per il cristianesimo il demone rappresenta il male ma per i greci si intendeva una mezzà-divinità.
Socrate e la divinità unica
Socrate ha accettato le leggi della città quindi la sua relazione è formale: da bravo cittadino venera gli dei formalmente (dentro di sé è convinto che esista un’unica divinità superiore). Non si tratta di monoteismo con lui ma ha una concezione di un’unica divinità vista come ordine e mente ordinatrice del mondo (unica mente suprema/unico bene supremo che ordina il mondo). Socrate ha estrema fiducia in un ordine buono del cosmo (questa unica divinità è razionale e buona e ordina nel bene). Il destino degli esseri umani è nelle mani di questa divinità.
Domande da interrogazione
- Qual è la concezione di virtù secondo Socrate?
- Quali sono i due paradossi dell'etica di Socrate?
- Che cos'è il demone socratico?
- Come si relaziona Socrate con la religione?
- In che modo la virtù è collegata alla felicità secondo Socrate?
Per Socrate, la virtù è una scienza del bene, legata alla ragione e all'intelletto, e si può insegnare. È il modo migliore per un umano di essere umano, finalizzata alla felicità.
Il primo paradosso è che nessuno fa del male volontariamente, mentre il secondo è che è meglio subire un male che commetterlo, poiché solo la virtù rende felici.
Il demone socratico è interpretato come la voce della coscienza o l'imperativo morale, un senso del sacro che guida Socrate verso il bene.
Socrate accetta formalmente le leggi della città e venera gli dei, ma crede in un'unica divinità superiore che ordina il mondo in modo razionale e buono.
La virtù è finalizzata alla felicità, poiché essere virtuosi porta a stare bene con il proprio demone interiore, un concetto noto come eudaimonismo.