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Concetti Chiave

  • Socrate ha introdotto l'idea che la virtù sia essenziale per raggiungere la felicità, attraverso azioni consapevoli e ponderate.
  • La conoscenza morale è fondamentale per la virtù, secondo Socrate; il vizio è identificato con l'ignoranza.
  • L'intellettualismo etico afferma che chi conosce il bene non può scegliere diversamente, e gli errori derivano da una falsa conoscenza.
  • Socrate sostiene che nessuno commette il male volontariamente, poiché le decisioni si basano sempre sulla conoscenza disponibile.
  • La critica all'intellettualismo etico evidenzia l'errore di ignorare la volontà e la forza di carattere nella scelta del bene.

Indice

  1. La virtù secondo Socrate
  2. Il paradosso dell'intellettualismo etico
  3. L'importanza della volontà

La virtù secondo Socrate

La virtù è stata per la prima volta teorizzata chiaramente da Socrate, e si tratta di ciò che è necessario per giungere alla felicità. Precisamente un sistema coerente di azioni abitudinarie, quindi non occasionali, che portano alla felicità di un individuo. Sono azioni che devono essere precedute da una consapevolezza, da una riflessione, da una certa ponderatezza, che quindi non devono essere casuali. Quindi, e chiaro, che per essere certi di ciò che bisogna fare la riflessione è essenziale, ma da sola insufficiente, perché la vita è un susseguirsi di scelte, e sapere cosa fare esige poi farle, se lo scopo è il raggiungimento della felicità. Non sapere cosa dover fare porta all' infelicità, ma anche se si ha la conoscenza di ciò che bisogna fare e non lo si mette in atto porta allo stesso risultato, perché sapere è complicato ma mettere in atto costantemente ciò che si sa lo è molto di più, oltre al fatto che anche più importante. Per Socrate la virtù è solo la conoscenza, il sapere morale, mentre il vizio, che è il contrario della virtù, è l'ignoranza. Quindi, la differenza fra i due consiste nella differenza fra sapere e non sapere. Questa è la teoria dell’intellettualismo etico, perché l'etica viene ridotta a una questione intellettuale.

Il paradosso dell'intellettualismo etico

Questa concezione implica però due paradossi che testimoniano la sua falsità:

- chi conosce il bene non gli può preferire nulla: se un individuo conosce la differenza fra il bene e il male è impossibile che non segue il bene.

- è una conseguenza del primo e sostiene che se una persona sbaglia moralmente e perché egli credeva, si illudeva di conoscere il bene, ma non era così: in quel momento, quel determinato aspetto appariva ai suoi occhi come il maggior bene. In conclusione, nessuno fa il male volontariamente, pertanto, chiunque, in qualsiasi circostanza, non potrà mai essere colpevolizzato, perché avrà sempre fatto il meglio possibile nei limiti di quella che era la sua conoscenza. Quindi, secondo Socrate, un individuo per evitare l’errore e per non avere rimpianti, dovrebbe conoscere più approfonditamente la questione in modo da ridurre la possibilità dell'errore.

L'importanza della volontà

L’intellettualismo etico nega l'importanza della volontà, della forza di carattere, e questo è un grave errore. Se la volontà è forte si conosce il bene e lo si compie, mentre se è debole, è perché è stata condizionata negativamente da dei vantaggi secondari, che in un determinato momento apparivano più importanti dei vantaggi primari, e di conseguenza non si sceglie il bene.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione di virtù secondo Socrate?
  2. Secondo Socrate, la virtù è un sistema coerente di azioni abitudinarie che portano alla felicità, precedute da consapevolezza e riflessione. La virtù è identificata con la conoscenza morale, mentre il vizio è l'ignoranza.

  3. Quali sono i paradossi dell'intellettualismo etico di Socrate?
  4. I paradossi sono: chi conosce il bene non può preferirgli nulla, e chi sbaglia moralmente lo fa perché credeva di conoscere il bene, ma non era così. Nessuno fa il male volontariamente.

  5. Perché l'intellettualismo etico di Socrate è considerato un errore?
  6. È considerato un errore perché nega l'importanza della volontà e della forza di carattere, sostenendo che la conoscenza del bene è sufficiente per compierlo, ignorando l'influenza di vantaggi secondari.

  7. Come si può evitare l'errore secondo Socrate?
  8. Per evitare l'errore, un individuo dovrebbe approfondire la propria conoscenza della questione, riducendo così la possibilità di sbagliare e di avere rimpianti.

Domande e risposte

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