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Concetti Chiave

  • Il "demone" socratico è una voce interiore che guida Socrate, simile alla coscienza, e lo dissuade dal compiere certe azioni.
  • Socrate non partecipa attivamente alla politica ateniese, seguendo le indicazioni del demone che lo avverte solo in situazioni specifiche.
  • Il demone rappresenta un collegamento tra l'anima e una dimensione divina, stabilendo una relazione tra ragione e divinità.
  • La felicità, per Socrate, si ottiene attraverso la conoscenza e la pratica della virtù e del bene, ascoltando il demone.
  • Secondo le etiche eudaimonistiche, la felicità è legata al bene dell'anima, quindi essere felici significa essere buoni e virtuosi.

Indice

  1. Il demone di Socrate
  2. La felicità secondo Socrate

Il demone di Socrate

Tra l’anima, la virtù e il bene sembra che Socrate collocasse un’altra, importante figura teorica. Si tratta del celebre demone (daimònion), per il quale egli viene accusato di introdurre nuove divinità. Socrate allude infatti a una sorta di voce interiore (qualcosa di simile forse alla nostra coscienza), derivante direttamente dalla divinità, che lo mette in guardia dal compiere determinate azioni.

Stando a quanto ci racconta Platone nell’Apologia, Socrate non partecipa mai attivamente alla vita politica ateniese, seguendo le indicazioni di questo demone, che interviene unicamente per distoglierlo dal compiere specifiche azioni e non per incoraggiarlo in altre. Con il richiamo al demone Socrate pare collegare l’ambito dell’anima, di cui il demone sembra rappresentare una sorta di parte o istanza divina, a una dimensione superiore, quasi a stabilire una relazione privilegiata tra la ragione e la divinità.

La felicità secondo Socrate

Per Socrate, dunque, il fine dell’azione consiste nell’ottenere la felicità, e tale acquisizione dipende dalla conoscenza – e dalla conseguente inevitabile messa in pratica – della virtù e del bene (magari ascoltando la voce divina del demone).

gli uomini desiderano la felicità, ossia ogni comportamento umano è finalizzato

al conseguimento della felicità (principio delle etiche eudaimonistiche)

la felicità non è separabile dal bene (da ciò che è bene per l’anima)

Quindi per essere felici si deve realizzare ciò che è bene per l’anima→ per essere felici si deve essere buoni e virtuosi

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