Concetti Chiave
- La virtù, secondo Socrate, acquisisce un significato complesso, legato alla filosofia e alla sintesi delle virtù particolari.
- Socrate sostiene che la virtù deriva dalla consapevolezza del bene; chi conosce il bene non può commettere il male.
- La dottrina socratica, nota come intellettualismo etico, valuta il conflitto tra istinto, passione e ragione.
- Socrate afferma che la cattiveria nasce dall'ignoranza e non dall'intenzione di fare il male.
- Ogni virtù è tale solo se utilizzata per scopi benefici; altrimenti, perde il suo valore positivo.
La virtù secondo Socrate
Nella società ai tempi di Socrate, la virtù acquista un significato più complesso di quello originale, ossia di virtù intesa come il saper fare qualcosa di eccellente in un determinato campo. Secondo il filosofo era necessaria una visione unitaria della virtù di carattere superiore, che si identificava con la filosofia, che sintetizzasse tutte le singole virtù dette “particolari”.
Conoscenza e azione giusta
Secondo Socrate, chi conosce il bene non può commettere il male perciò la virtù deriva dalla consapevolezza del bene.
Un’azione giusta è frutto di conoscenza, mentre gli sbagli derivano dall’ignoranza. Questa dottrina ci appare comunque paradossale perché spesso passione, istinto e ragione sono in conflitto tra loro. Tuttavia, possiamo comprenderla se facciamo riferimento alla formula socratica dell' intellettualismo etico, la quale pone in primo piano l'intelletto rispetto alle passioni (il bene dipende dalla sapienza). In questo modo, Socrate vuole evidenziare il fatto che chi è cattivo, non fa del male per il gusto di farlo ma solo perché è ignorante e non riesce ad usare la ragione.Relatività delle virtù
Inoltre, secondo il filosofo, ogni singola virtù umana può essere considerata tale solo in relazione alla circostanza del momento. Per esempio, la forza è considerata tale solo se viene usata a fin di bene, se invece la uso per danneggiare gli altri, allora non può più essere considerata una qualità.