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Concetti Chiave

  • Socrate pone al centro della sua filosofia la cura dell'anima, mirando a rendere se stesso e gli altri più buoni, saggi e giusti.
  • La consapevolezza della propria ignoranza, espressa nel "sapere di non sapere", è la base della sua ricerca filosofica, che avviene attraverso il dialogo.
  • Utilizza strumenti come l'ironia, la maieutica e la confutazione per esporre le false convinzioni e cercare definizioni universali dei concetti.
  • Socrate sostiene che conoscenza e bene coincidono, portando alla virtù e alla felicità, secondo il suo intellettualismo etico.
  • Il pensiero socratico ha influenzato scuole come i cinici, che enfatizzano la virtù interiore, e i cirenaici, che associano il bene al piacere.

Socrate e la filosofia

Dal momento che Socrate non scrive nulla, per ricostruire il suo pensiero filosofico è necessario ricorrere ai resoconti della sua vita e dei suoi discorsi raccolti dai suoi allievi (fra i quali il più importante è indubbiamente Platone). La figura di Socrate è sfuggente e difficile da ricondurre a schemi prestabiliti: sappiamo però che egli pone al centro della propria riflessione la cura dell’anima. Aver cura dell’anima, per Socrate, significa anzitutto rendere prima se stesso e poi i propri concittadini più buoni, più saggi, più giusti; questa ricerca di miglioramento è confermata dalla sua dottrina dell’immortalità dell’anima, in base alla quale l’identità dell’essere umano coincide proprio con la dimensione interiore (ciò che di più divino è in noi).

Questo progetto viene realizzato a partire dalla sentenza dell’oracolo delfico secondo la quale Socrate sarebbe l’uomo più sapiente; tale sapienza consiste nella consapevolezza della propria ignoranza («sapere di non sapere»). Questa consapevolezza sgombra il campo da errate convinzioni, creando lo spazio per la costruzione filosofica, che si realizza mediante il dialogo: interrogando i suoi concittadini, Socrate mostra la falsità e l’inconsistenza dei saperi diffusi. Questa operazione è realizzata attraverso gli strumenti dell’ironia (inizia sempre con una esplicita dichiarazione di ignoranza), della maieutica (aiuta l’interlocutore a partorire le opinioni nascoste nella propria anima), e infine della confutazione (critica radicale delle tesi pronunciate dall’interlocutore). In questo procedimento è centrale la ricerca della definizione dei concetti (virtù, coraggio e così via), definizione che deve cogliere l’essenza della cosa, cioè il carattere universale o “comune” del concetto in gioco.

Sul piano morale, Socrate afferma che esiste una reale coincidenza tra sapere e bene, e di conseguenza quando si conosce il bene non si può fare a meno di praticarlo (intellettualismo etico). Tale conoscenza conduce quindi l’essere umano alla virtù, che coincide con la felicità (la vita più felice è quella del saggio, che ricerca la verità e opera virtuosamente).
Ma in che consiste il bene? Secondo Socrate è la stessa ricerca razionale delle condizioni dell’agire morale a determinare il fine ultimo della sua filosofia e del suo stile di vita.
Eredi del pensiero e del modello socratico di vita filosofica sono sia la scuola cinica di Antistene e Diogene, che estremizza la ricerca della virtù interiore, rifiutandosi di accettare le convenzioni sociali, sia quella di Aristippo e dei cirenaici, per cui il bene coincide con il piacere (edonismo).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo centrale dell'anima nella filosofia di Socrate?
  2. Nella filosofia di Socrate, la cura dell'anima è fondamentale. Significa migliorare se stessi e i propri concittadini in termini di bontà, saggezza e giustizia, riflettendo la dottrina dell'immortalità dell'anima.

  3. Come Socrate utilizza il dialogo per costruire la sua filosofia?
  4. Socrate utilizza il dialogo per smascherare la falsità dei saperi diffusi, impiegando strumenti come l'ironia, la maieutica e la confutazione, cercando di definire concetti universali come virtù e coraggio.

  5. In che modo Socrate collega sapere e bene nella sua visione morale?
  6. Socrate sostiene che sapere e bene coincidono, e che la conoscenza del bene porta inevitabilmente alla sua pratica, conducendo l'essere umano alla virtù e alla felicità, secondo il principio dell'intellettualismo etico.

Domande e risposte

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