Concetti Chiave
- Platone, nato nel 427 a.C., proveniva da una famiglia aristocratica e fu profondamente influenzato dall'incontro con Socrate, che lo portò a rinunciare alla politica attiva per dedicarsi alla filosofia.
- Dopo la condanna di Socrate, Platone viaggiò fuori Atene, incontrando personaggi come Dionisio il Vecchio e capendo l'importanza dell'educazione morale per una società giusta.
- Nel 387 a.C., Platone fondò l'Accademia ad Atene, una scuola che mirava a formare una classe dirigente capace di governare con giustizia, ispirandosi alle scuole pitagoriche.
- Platone intraprese diversi viaggi a Siracusa, sperando di realizzare l'ideale di un governo guidato da filosofi, ma incontrò resistenza e incomprensioni da parte dei tiranni locali.
- Nonostante le difficoltà politiche incontrate a Siracusa, Platone continuò a lavorare e insegnare ad Atene fino alla sua morte nel 347 a.C., lasciando un'eredità duratura nella filosofia e nell'educazione.
Indice
Le origini di Platone
Platone nasce nel 427 a.C. ad Egina. Proviene da una famiglia aristocratica discendente dall’ultimo re ateniese. Il suo vero nome è Aristocle. Viene chiamato “Platone” per la sua ampia fronte (plátos, “larghezza”). La guerra del Peloponneso del 404 a.C. finì con la sconfitta di Atene. Venne istaurata l’oligarchia spartana dei Trenta tiranni, alla quale partecipa Crizia, zio di Platone.
L'incontro con Socrate
Nonostante il nuovo regime democratico (instauratosi nel 403 a.C.), Atene continua a essere politicamente e culturalmente debole. Platone, deluso da tutti i partiti ma pur sempre animato da passione politica, incontra Socrate, il filosofo della città, dell’incessante ricerca della giustizia. Ma nel 399 a.C. Socrate viene condannato proprio dai governanti democratici. L’evento cambierà radicalmente la vita di Platone,. Lo condurrà alla critica della democrazia (di cui Atene era modello), alla ricerca di una via per costruire uno Stato giusto e alla rinuncia alla politica. Egli non la ripudiò, bensì volle superarla con la filosofia, unico sapere capace di indicare la via della giustizia.
Esilio e viaggi di Platone
Dopo la condanna di Socrate, i filosofi ateniesi sono guardati con sospetto. Platone viene esiliato dalla città. Si rifugia prima a Mègara presso il socratico Euclide; poi a Cirene, in Egitto; infine a Siracusa, in Sicilia. Qui conosce Dionisio il Vecchio, il tiranno della città. Dione, cognato del tiranno, ascolta gli insegnamenti di Platone e diviene suo discepolo. Dionisio mostra irritazione verso le sue affermazioni contrarie alla tirannia siracusana. Platone comprende che le leggi non sono sufficienti a garantire la giustizia di una società: occorrono anche educazione morale e impegno.
Rientro ad Atene e fondazione dell’Accademia
Fondazione dell'Accademia
Dionisio ordina che il filosofo sia venduto come schiavo nell’isola di Egina. Qui viene riscattato da un discepolo di Socrate, Annicèride di Cirene. Egli che lo aiuta a rientrare in Atene. Non soltanto non accetta di essere rimborsato, ma compra per Platone un giardino all’esterno delle mura della città. La proprietà comprende un ginnasio e un uliveto consacrato alla dea Atena. Nel 387 a.C. Platone vi fonda la sua scuola, l’ “Accademia”, dedicata ad Apollo e alle Muse.
Sul modello delle scuole pitagoriche, è una sorta di comunità religiosa autosufficiente. È diretta da uno “scolarca” e ospita gli allievi di una scuola di alta formazione. Lo scopo è educare all’arte del governo, che Platone chiama “scienza regale”, per formare una classe dirigente capace di costituire lo Stato secondo giustizia. L’Accademia attrae molti giovani ed entra in concorrenza con la scuola ateniese fondata da Isocrate, che metteva al centro la formazione retorica e letteraria.
Viaggi a Siracusa
Platone riceve una lettera da Dione. Quest'ultimo gli scrive che il tiranno di Siracusa è morto e che il nuovo tiranno, Dionisio II “il Giovane” sembra interessato a un’educazione filosofica. Sebbene sia ormai sessantenne, Platone decide di abbandonare fama e agiatezza e di affrontare un secondo viaggio a Siracusa, confidando di dare concretezza alla “speranza che filosofi e reggitori coincidano”.
Dione cade in disgrazia presso il nuovo signore della città e viene esiliato. Il filosofo cerca comunque di scendere a patti con il tiranno, ma Dionisio II aspira soltanto alla sua adulazione. Decide di rientrare ad Atene, mettendo in salvo Dione che diviene uno scolaro dell’Accademia.
Richiamato da Dionisio il Giovane, Platone intraprende un terzo viaggio a Siracusa nel 361 a.C., all’età di sessantasei anni, spinto dalla passione politica. Espone la propria filosofia al tiranno e ricade in disgrazia presso di lui. Si salva grazie a Archita di Taranto, che lo aiuta a riparare nuovamente in Atene, dove muore nel 347 a.C., lavorando fino alla fine alla revisione delle Leggi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del nome "Platone"?
- Come ha influenzato Socrate la vita di Platone?
- Quali furono le esperienze di Platone fuori Atene dopo la condanna di Socrate?
- Qual è stato il ruolo dell'Accademia fondata da Platone?
- Quali furono le sfide affrontate da Platone nei suoi viaggi a Siracusa?
Platone, il cui vero nome era Aristocle, fu chiamato così per la sua ampia fronte, derivante dal termine greco "plátos" che significa "larghezza".
L'incontro con Socrate ha radicalmente cambiato la vita di Platone, portandolo a criticare la democrazia ateniese e a rinunciare alla politica in favore della filosofia come mezzo per costruire uno Stato giusto.
Dopo la condanna di Socrate, Platone fu esiliato e si rifugiò a Mègara, Cirene, Egitto e Siracusa, dove cercò di promuovere la giustizia attraverso l'educazione morale e l'impegno, nonostante le difficoltà incontrate con i tiranni locali.
L'Accademia, fondata da Platone nel 387 a.C., era una scuola di alta formazione dedicata all'arte del governo, con l'obiettivo di educare una classe dirigente capace di costituire uno Stato giusto.
Nei suoi viaggi a Siracusa, Platone cercò di influenzare i tiranni con la sua filosofia, ma incontrò resistenza e disillusione, specialmente con Dionisio II, che aspirava solo all'adulazione, costringendolo infine a tornare ad Atene.