Concetti Chiave
- Platone, nel Teeteto, esplora il relativismo di Protagora, secondo cui l'uomo è la misura di tutte le cose.
- Protagora sostiene che non esistono verità assolute, ma le cose appaiono diverse a ciascun individuo.
- Nella parte iniziale, Protagora chiarisce che il suo relativismo non nega l'esistenza della sapienza.
- Il sofista paragona il suo ruolo a quello del medico, utilizzando discorsi invece di farmaci per influenzare i soggetti.
- Nella conclusione, Protagora applica il relativismo all'etica e alla politica, sottolineando la soggettività delle decisioni collettive.
Indice
L'uomo misura di tutte le cose
Attraverso la finzione drammatica del dialogo, Platone tratta in questo passo del Teeteto il nucleo centrale dell’insegnamento protagoreo, ossia la nota affermazione per cui l’uomo è misura di tutte le cose. Nell’intreccio di tematiche teoretiche ed etico-politiche il brano espone con chiarezza i termini del relativismo di Protagora, che da un lato è diretto verso la negazione dell’esistenza di verità e norme assolute, dall’altro mira a stabilire il “conveniente” come criterio guida nelle scelte della vita della comunità.
Il brano può essere suddiviso in tre parti.
Principio dell'uomo misura di tutte
Nella prima parte del brano (righe 1-18) Protagora enuncia il famoso principio secondo cui l’uomo sarebbe misura di tutte le cose, nel senso che a ogni uomo le cose possono apparire in maniera diversa rispetto a un altro. In sostanza, per Protagora non si danno verità assolute, le cose sono come appaiono ai singoli uomini o anche allo stesso uomo, in momenti diversi. Ma è lo stesso sofista a precisare che ciò non significa affatto negare l’esistenza della sapienza e del sapiente.
Sofista e medico: un confronto
Nella seconda parte del brano (righe 19-24) Protagora paragona l’azione del sofista a quella del medico, con una differenza fondamentale che riguarda i mezzi impiegati: l’una infatti ricorre ai farmaci, l’altra ai discorsi. Entrambe operano comunque un mutamento nei soggetti a cui si rivolgono.
Implicazioni etico-politiche del relativismo
Nella terza e ultima parte del brano (righe 25-31) Protagora sviluppa le implicazioni etico-politiche del suo relativismo. Se, infatti, nella parte precedente aveva illustrato e argomentato le conseguenze che derivano dalla sua posizione in ambito conoscitivo, adesso affronta l’effetto che essa ha sul vivere concreto della comunità a cui appartiene. In questo senso, le decisioni politiche e morali su ciò che è giusto e buono dipendono dalle valutazioni dei singoli e da quelle collettive delle città: anche qui, non si può dire che una di queste decisioni sia più “vera” di un’altra.
Domande da interrogazione
- Qual è il principio centrale dell'insegnamento di Protagora nel dialogo del Teeteto?
- Come Protagora paragona l'azione del sofista a quella del medico?
- Quali sono le implicazioni etico-politiche del relativismo di Protagora?
Il principio centrale è che "l'uomo è misura di tutte le cose", il che implica che non esistono verità assolute e che le cose appaiono diversamente a ciascun individuo.
Protagora paragona l'azione del sofista a quella del medico, sottolineando che mentre il medico usa farmaci, il sofista utilizza discorsi per operare un cambiamento nei soggetti.
Le implicazioni etico-politiche del relativismo di Protagora indicano che le decisioni politiche e morali dipendono dalle valutazioni individuali e collettive, senza che una decisione possa essere considerata più "vera" di un'altra.