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Concetti Chiave

  • Platone nel dialogo Teeteto espone la tesi del relativismo e pragmatismo attraverso il discorso di Protagora.
  • Protagora sostiene che non esistono verità assolute e che la percezione individuale ne è una conferma.
  • Esempi di percezioni soggettive dimostrano che esperienze diverse sono entrambe vere per chi le vive.
  • Le decisioni politiche e morali sono viste come relative, dipendendo dalle valutazioni individuali e collettive.
  • Il pragmatismo si concentra su decisioni utili ed efficaci piuttosto che su verità assolute, privilegiando la prosperità.

Dal relativismo al pragmatismo

In un famoso dialogo di Platone, il Teeteto, viene messo in scena un discorso di Protagora. Naturalmente è lo stesso Platone che ci mostra l’atteggiamento del famoso sofista, di cui intende mostrare l’efficacia e la forza argomentativa prima di passare alla critica delle sue posizioni, che egli non condivide affatto.
Nel testo Platone espone dunque nel modo più convincente possibile la tesi del relativismo e di conseguenza del pragmatismo: secondo Protagora, la convinzione che non esistano verità assolute trova la sua conferma già al livello della percezione.

L’esempio riportato da Platone è famoso: una persona ammalata può avere alterazioni nel gusto, e ritenere amaro tutto ciò che assaggia; mentre chi è sano avverte, gustando lo stesso cibo assaggiato dal malato, una sensazione di dolcezza. In questo caso non si può dire che la percezione del primo sia corretta e la seconda sia errata: in effetti sono entrambe “vere” nella misura in cui il soggetto prova queste esperienze (cioè ne è la “misura”). Ma poiché lo stato di salute è migliore (cioè praticamente preferibile) di quello della malattia, il medico cercherà di riportare le sensazioni del malato a quelle del sano. Così, le decisioni politiche e morali su ciò che è giusto e buono dipendono dalle valutazioni dei singoli e da quelle collettive delle città: anche in questo caso, non si può dire che una di queste decisioni sia più “vera” di un’altra (per esempio: i greci seppelliscono i loro morti, altri popoli invece bruciano i cadaveri). Il compito del buon consigliere, cioè del sofista, è quello di convincere individui e comunità a prendere non le decisioni più vere (cosa che sarebbe impossibile) ma quelle più utili e più efficaci ai fini della prosperità personale e collettiva. Una simile concezione filosofica prenderà il nome di “pragmatismo”.

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