emma2423
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Concetti Chiave

  • Il Fedro di Platone esplora l'anima come soggetto dell'amore, suddividendola in tre parti: razionale, concupiscente e irascibile, utilizzando il mito della biga alata per illustrare questa divisione.
  • Il mito della biga alata rappresenta la lotta interiore dell'anima verso la conoscenza, con l'auriga che simboleggia la parte razionale e i cavalli bianco e nero che rappresentano le forze opposte dell'anima.
  • Nel Fedro, Platone afferma che la bellezza funge da ponte tra il mondo delle idee e l'anima incarnata, guidando l'amore verso la conoscenza e la sapienza.
  • Il dialogo sottolinea l'importanza della retorica e della dialettica, criticando i sofisti e definendo la vera retorica come basata sulla conoscenza del bene e del male.
  • Platone identifica l'amore con la filosofia, sottolineando che l'amore è dialettica, ossia la continua ricerca della conoscenza e la spinta verso il filosofare.

Il Fedro è il secondo dialogo sull’amore di Platone, ma non sull’oggetto ma bensì sul soggetto dell’amore, ossia l’anima. Si chiama così perché il giovane filosofo Fedro viene accostato da Platone alle cose che vengono esplicitate nell’opera.

Indice

  1. Divisione dell'anima secondo Platone
  2. Il mito della biga alata
  3. La bellezza e il ricordo delle idee
  4. Retorica e dialettica nel Fedro

Divisione dell'anima secondo Platone

In quest’opera Platone parla dell’anima facendone una divisione in tre parti (indica le tre parti dell’anima).

La parte razionale (ragione, dominanza dell’istinto) che ha sede nel cervello e ci permette di ragionare e dominare gli impulsi, la parte concupiscente o desiderante (passione, istinti), che ha sede nel ventre e la parte irascibile o coraggiosa, che ha sede nel petto e da supporto alla parte razionale lottando per ciò che ritiene giusto o buono.

Il mito della biga alata

Per spiegare meglio la divisione dell’anima, Platone usa il mito della biga alata (=carretto con cui si andava in guerra con due cavalli). Platone usa la biga alata perché ha tre parti: l’auriga, ossia il conducente (parte razionale), il cavallo nero (parte desiderante) e il cavallo bianco (parte irascibile). Il cavallo bianco è la parte che segue le indicazioni dell’auriga, propria come la parte coraggiosa da supporto alla parte razionale. Nel mito la biga è diretta verso l’iperuranio, perché è lì che nel simposio l’anima vuole arrivare (vuole arrivare al mondo delle idee). Questo non è un compito facile, però perché il cavallo nero tira indietro dalla parte opposta. Viene rappresentata la fatica dell’anima che cerca di avvicinarsi alla conoscenza (nella vita di ognuno succede ma gli istinti tirano indietro). In questo gioco tra l’auriga e il cavallo bianco che vanno e il cavallo nero che tira indietro, ci sono delle anime che sono riuscite a contemplare per più tempo il mondo delle idee e anime che ci sono riuscite per meno tempo. Questo poi avrà delle conseguenze quando l’anima si calerà nel corpo: se era un anima che aveva contemplato di più le idee, allora sarà un’anima che si metterà sulla via della conoscenza e della sapienza, al contrario invece (cavallo nero più forte) condurrà una vita lontana dalla ragione e dalla ricerca della sapienza.

La bellezza e il ricordo delle idee

Se nel mito della reminescenza, le cose sensibili sono lo stimolo per ricordare, qui nel Fedro Platone dice che è la bellezza ad aprire la strada al ricordo delle idee. La bellezza è la mediazione tra il mondo delle idee e l’anima caduta nel corpo. L’amore può rimanere ancorato all’amore del corpo, ma quando viene sentito in tutta la sua vera natura, allora porta alla conoscenza, tramite la bellezza che è lo strumento dell’amore.

Retorica e dialettica nel Fedro

Questo dialogo è particolare perché si chiude il cerchio che Platone ha aperto: tutta la seconda parte del dialogo è centrata sulla retorica e sulla dialettica. In questo dialogo troviamo l’esplosione della retorica e della dialettica. Platone non smetterà mai di essere polemico nei confronti dei sofisti (i primi dialoghi hanno tutti nomi di sofisti che lui critica esponendo le sue idee di contrapposizione, chiamate socratiche). Lui dice che la retorica non può essere fatta come veniva fatta dai sofisti, ma bisogna sapere che cosa sono il bene e il male. La vera retorica si fonda sulla conoscenza e la retorica è solo uno strumento della dialettica e la dialettica è il filosofare stesso. Per i sofisti la retorica era creare la verità ma per Platone non è così. In questo dialogo sull’amore e sull’anima troviamo la dialettica perché l’amore serve a raggiungere la conoscenza e la dialettica è la ricerca. L’amore è dialettica perché è la ricerca della conoscenza e la spinta che porta alla conoscenza è la dialettica stessa, dato che la dialettica è il filosofare stesso. È arrivato a dire che l’amore è la filosofia e quindi ha chiuso il cerchio. Ritornerà alla dialettica negli ultimi dialoghi, quelli sulla maturità.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale del dialogo "Fedro" di Platone?
  2. Il tema centrale del "Fedro" è l'anima e la sua divisione in tre parti: razionale, concupiscente e irascibile, illustrata attraverso il mito della biga alata.

  3. Come Platone descrive la divisione dell'anima nel "Fedro"?
  4. Platone descrive l'anima come divisa in tre parti: la parte razionale (auriga), la parte desiderante (cavallo nero) e la parte irascibile (cavallo bianco), usando il mito della biga alata.

  5. Qual è il ruolo della bellezza nel dialogo "Fedro"?
  6. Nel "Fedro", la bellezza è vista come un mediatore tra il mondo delle idee e l'anima incarnata, aprendo la strada al ricordo delle idee e alla conoscenza.

  7. Come Platone critica la retorica dei sofisti nel "Fedro"?
  8. Platone critica la retorica dei sofisti affermando che la vera retorica deve basarsi sulla conoscenza del bene e del male, e non sulla creazione della verità come facevano i sofisti.

  9. In che modo l'amore è collegato alla dialettica nel "Fedro"?
  10. L'amore è collegato alla dialettica nel "Fedro" perché è visto come una ricerca della conoscenza, e la dialettica è il processo filosofico che porta a tale conoscenza.

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