Concetti Chiave
- La Repubblica è un'opera filosofica di Platone, focalizzata sul concetto di giustizia e la creazione di una società ideale basata su principi filosofici.
- Nel Libro I, Socrate discute con Cefalo sul valore della vecchiaia, suggerendo che le ricchezze possono aiutare a vivere giustamente, ma non possono eliminare la paura della morte.
- Polemarco sostiene che la giustizia consiste nel fare bene agli amici e male ai nemici, ma Socrate confuta questa idea, sostenendo che non è mai giusto danneggiare qualcuno.
- Trasimaco introduce la tesi che la giustizia è l'interesse del più forte, ma Socrate sottolinea che i veri politici agiscono per il bene dei sudditi, non per interesse personale.
- Il dialogo tra Socrate e Trasimaco conclude che giustizia non è solo il potere del più forte, ma anche ciò che è svantaggioso per essi, lasciando aperta la questione su cosa sia veramente la giustizia.
La Repubblica è un'opera filosofica e di teoria politica scritta intorno al 390-360 a.C.
Tutto ruota intorno al tema della giustizia e viene esposto il progetto di una civiltà ideale governata in base a principi filosofici.
Dialogo sulla giustizia
Socrate e Glaucone si recano alle feste Bendidie dove incontrarono Polemarco che li invita a banchettare a casa di suo padre Cefalo. Questi inizia a discutere con Socrate sui presunti svantaggi e sui benefici della vecchiaia, periodo in cui si è liberi dalla passioni che ti rendono schiavo, dichiarando che le ricchezze aiutano l'uomo a sopportare l'età senile e a comportarsi in modo giusto.
Ma nonostante queste, è impossibile evitare il pensiero della morte che fa riflettere su quale sia stato il comportamento in vita.
Il discorso quindi si incentra sull'essenza della giustizia. Quello che si è ricevuto andrebbe restituito, e questo coinciderebbe con il concetto di giustizia, ma introducendosi nel dialogo Polemarco afferma che la giustizia è fare il bene agli amici e il male ai nemici. Socrate confuta questa tesi mostrandone i paradossi, e pone l'accento sulla necessità di distinguere i veri amici e i veri nemici da coloro che sembrano tali, ma non lo sono. Poi Socrate ribadisce che in nessuna circostanza è giusto arrecare danno a qualcuno. Socrate afferma che la giustizia è un dovere, un vantaggio ed è utile e diviene inutile quando viene adoperata per cose non utilizzate.
Trasimaco e l'interesse del più forte
Qui irrompe nel dialogo Trasimaco, che con un intervento aggressivo afferma che la giustizia consiste nell'interesse del più forte, cioè di chi detiene il potere.
Prima obiezione di Socrate: i più forti possono anche sbagliare, cosicché obbedire loro potrebbe significare danneggiarli. Trasimaco replica che i governanti, quando esercitano la loro arte con competenza, non sbagliano mai.
Socrate sostiene che ogni arte è disinteressata; se chi pratica un'arte ne trae un guadagno, ciò è dovuto al fatto che egli pratica insieme anche l'arte mercenaria. Perciò il vero uomo politico non mira al proprio interesse, ma a quello dei sudditi, e non accetta di governare per ricevere un compenso. Dato che Trasimaco identifica l'ingiustizia con la virtù, Socrate lo porta ad ammettere che il giusto non cerca di prevalere sul giusto, ma solo sull'ingiusto, l'ingiusto invece cerca di prevalere su entrambi.
Insieme stabiliscono che giusto non è solo fare l’ interesse del più forte, ma anche il suo contrario, ossia ciò che gli è svantaggioso.
Conclusione del dibattito
In conclusione Socrate ringrazia Trasimaco per il lungo dibattito anche se non hanno ricavato alcuna conoscenza dalla discussione, perché se non sanno che cos’è il giusto tanto meno sapranno se è o non è una virtù e se chi la possiede è o non è felice.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale del Libro I de "La Repubblica" di Platone?
- Come Socrate confuta l'idea di Polemarco sulla giustizia?
- Qual è la posizione di Trasimaco sulla giustizia?
- Qual è la conclusione del dibattito tra Socrate e Trasimaco?
Il tema centrale è la giustizia, esplorata attraverso dialoghi tra Socrate e altri personaggi, che discutono su cosa significhi essere giusti e se la giustizia sia un vantaggio o un dovere.
Socrate confuta l'idea di Polemarco che la giustizia sia fare il bene agli amici e il male ai nemici, sottolineando la necessità di distinguere i veri amici e nemici e affermando che non è mai giusto arrecare danno a qualcuno.
Trasimaco sostiene che la giustizia consiste nell'interesse del più forte, cioè di chi detiene il potere, ma Socrate obietta che i governanti possono sbagliare e che il vero politico mira all'interesse dei sudditi, non al proprio.
La conclusione è che non hanno raggiunto una conoscenza definitiva su cosa sia la giustizia, né se essa sia una virtù o se chi la possiede sia felice, nonostante il lungo dibattito.