Concetti Chiave
- La dottrina delle idee di Platone distingue tra idee eterne e immutabili e il mondo sensibile, enfatizzando un dualismo tra il reale e l'astratto.
- Platone critica la scrittura come una forma di apprendimento passivo, preferendo la dialettica e il dialogo scritto che stimolano un'interazione attiva e la conoscenza interna.
- Le idee platoniche sono modelli eterni e divini della realtà, esistenti indipendentemente dalle cose e accessibili attraverso la reminiscenza e la ricerca dell'anima.
- La teoria della linea di Platone nella "Repubblica" descrive un percorso di conoscenza che va dall'opinione alla scienza, culminando nella comprensione delle idee.
- L'idea del Bene è centrale nel pensiero platonico, paragonata al Sole per il suo ruolo illuminante e vitale, trascendendo l'essenza e guidando la conoscenza e l'azione.
Indice
La verità secondo Socrate e Platone
- Bisogno di unire la verità stabile a una esigenza etica. Questa verità per Socrate coincide con il concetto, per Platone con la dottrina delle idee.
- Le virtù sono tutte collegate tra loro, quindi la virtù è unica e rappresenta la conoscenza del bene e la sua applicazione.
Platone e la comunicazione scritta
- A differenza di Socrate, Platone utilizza dialoghi scritti, sostenendo che la scrittura permette una discussione ampia dei temi dando maggiore stabilità ai risultati della conversazione.
- Allo stesso tempo, Platone dichiara la sua preferenza per la comunicazione orale rispetto a quella scritta : il senso alto e profondo del filosofare non può essere riprodotto in un documento scritto.
Il mito di Teuth e la scrittura
La sua diffidenza verso la forma scritta è evidenziata nel mito di Teuth : Il Dio egiziano Teuth un giorno presentò le sue invenzioni al faraone di Tebe; quando presentò le virtù della scrittura come una sorta di farmaco per la memoria e la sapienza, il faraone obiettò dicendo che la scrittura non favorisce la sapienza in quanto il lettore accetta passivamente quello che legge imbottendosi di teorie senza metterci del suo, e nemmeno la memoria perché, se una cosa è scritta, il lettore sa che ce l’ha a disposizione.
Infatti gli scritti sono un po’ come i quadri: se non li comprendiamo, non possiamo interrogarli; si presentano senza sapere se non veramente utili, dovrebbero essere sempre sostenuti da chi li ha scritti.
Il dialogo scritto e la dialettica
Platone con questo mito sembra contraddirsi, ma in una seconda parte propone una forma di scritto che permette a chi legge di procedere come se fosse in un dialogo.
Il dialogo scritto ha la possibilità di riprodurre domande e risposte, introduce un nuovo metodo di conoscenza, la dialettica (definita nel Fedro) attraverso la quale si può giungere ad un concetto che nasce da dentro di noi, si parte da singole esperienze, da pro e contro per arrivare a un risultato condiviso e stabile.
È un modo attivo di scrivere, che non “violenta” chi legge, deve essere un arricchimento del discorso del maestro
Dialogo socratico Dialettica
Orale, costituito da domanda e risposta(Brachilogie) Dialogo scritto con la scienza nella stima di chi impara
Giunge a un concetto tramite l’induzione Le parole germogliano nell’anima e sono capaci di rendere questo seme immortale
Dottrina delle idee
Critica alla sofistica e alla retorica
Nel primo periodo di scrittura si concentra sul Protagora: Platone critica la sofistica come scienza e come virtù, affermando che essa è solo una tecnica per ottenere successo e critica il relativismo gnoseologico dei sofisti rivendicando l’importanza della sfera etica. Considera i Sofisti maestri delle tecniche del discorso e non di verità.
Altri scritti..
L’Eutidemo: Critica l’Eristica (= arte di battagliare a parole)
Il Gorgia: Critica della Retorica (= arte del saper persuadere)
Il Cratilo :
- sul linguaggio che è alla base della filosofia da Platone ai tempi nostri
- sull’origine e il valore delle parole:
1) Tesi della scuola Eraclitea -> Realismo: c’è un legame naturale tra nome e cosa
2) Tesi della scuola Sofistica -> Convenzionalismo: il linguaggio è convenzionale e la parola nasce da un accordo arbitrario. Non c’è alcun rapporto intrinseco (= interno) tra nome e cosa.
3) Tesi di Platone: Intendere -> tendere verso la conoscenza dell’oggetto; le parole sono il segno di questo percorso di conoscenza; è un processo che si evolve sempre dovendo ammettere la possibilità di equivoco e di affermare il falso.
Le idee e il mondo delle idee
“Timeo”: Platone immagina idee e materia eterne, perché la costituzione delle cose è propria di una divino architetto che prende le idee e plasma la realtà che già esiste.
Differenza tra Cristianesimo e Platonismo: secondo il Cristianesimo Dio crea la natura dal nulla; per Platone il divino architetto plasma la realtà che già esiste
Le idee:
- Contenuti di pensiero
- Archetipi della realtà (fondamenti ontologici*):
- Criteri di valutazione (fondamenti gnoseologici)
Le idee consistono in:
- Idee valori (“Bello”, “giusto”,”buono”..)
- Idee matematiche, corrispondenti ad oggetti di aritmetica e geometria non riducibili né a figura geometrica né a numero.
- Idee come modelli degli oggetti naturali o artificiali(es.”letto” a cui un falegname guarda accingendosi a fabbricarne uno).
Le idee equivalgono a concetti nella mente, ma non sono frutto mentale poiché hanno un’essenza separata dalle cose. Provengono da una dimensione che preesiste alle cose, IPERURANIO(= aldilà del cielo), il mondo delle idee.
Sono modelli eterni della realtà, hanno quindi dimensione DIVINA, IMPERITURA ed ETERNA.
Sono condivise e condivisibili perché tutte le anime prima di incarnarsi nel corpo hanno visto il mondo delle idee
* Platone come punto di riferimento non solo ha Socrate, ma anche Parmenide (ontologia)
Rapporto tra idee e cose
Rapporto idee cose
Definito come:
- Mimesi: imitazione; le cose sono imitazione del modello
- Metessi: partecipazione; le cose partecipano all’essenza delle idee in un rapporto ancora interno (es. il gatto arricchisce l’idea di gatto che già c’era)
- Parousia: presenza delle idee nelle cose; è un’altra faccia della Metessi (es. chi guarda il gatto inizia a farsi un’idea di gatto). Questo rapporto da origine alla reminescenza.
Reminescenza : ogni cosa è specchio delle cose da cui proviene; le idee preesistono alla realtà e quindi sussistono di sussistenza indipendente e universale.
L’anima cerca di conoscere le idee come un “ricordare”, cioè come un recuperare quel che aveva contemplato prima di nascere e, una volta unitasi al corpo, dimenticato.
Nel Menone, Platone ripropone la credenza orfica e pitagorica della Metempsicosi e dell’Immortalità dell’anima: la possibilità di apprendere è fondata sulla capacità dell’anima di ricordare le idee apprese prima di unirsi al corpo e dimenticate alla nascita.
Platone ricorre al mito della trasmigrazione delle anime alla quale lega la teoria dell’apprendimento come reminiscenza: la nostra anima, prima di unirsi al corpo ha contemplato le idee e conservato in sé l’impressione di quella visione, che può essere recuperata attraverso la ricerca.
Il dualismo platonico
Platone recupera il metodo maieutico di Socrate sullo sfondo del mito della metempsicosi sottolineando che la verità è nella nostra anima.
Dualismo : le idee vengono viste come mondo astratto che fonda quello reale (differenza con Parmenide secondo cui l’essere è monolitico, non si va oltre l’enunciato).
Un esempio di dualismo è il cristianesimo secondo cui il mondo dell’aldilà fonda quello reale.
Platone rispetta gli dei, ma li vede come base culturale di appartenenza.
L'idea del bene
Idea del bene
È l’idea più importante, il principio unitario del mondo delle idee e il principio unitario di conoscenza e azione.
Viene associata al Sole: come questo rende visibili gli oggetti, così il Bene consente di “vedere” gli oggetti intellegibili; come il Sole dà vita, calore alle cose sensibili, così gli oggetti intellegibili non solo ricevono dal Bene la proprietà di essere conosciuti, ma ne ottengono l’esistenza e l’essenza, anche se il Bene non è essenza in sé, ma qualcosa che trascende l’essenza.
Il bene dà valore a ogni oggetto, azione, conoscenza. Nessun uomo e nessuna città sono nel giusto se non ispirano al bene.
Teoria della linea : scritta nella Repubblica; è un processo graduale di astrazione ed elevazione al di là della realtà empirica che può condurre alla conoscenza delle idee.
Il processo conoscitivo è visto come una linea divisa in due segmenti: il primo dell’opinione (doxa), il secondo della scienza (episteme).
Entrambi i segmenti si dividono in altri gradi di conoscenza:
- L’immaginazione (eikasia) : si rifà ai miti attraverso i quali ci immaginiamo che le cose hanno spiegazione fantastica.
- La credenza (pistis): Legata a un’opinione diffusa, in genere si nutre a partire dalla famiglia.
- La ragione discorsiva (dianoia) :porta alla conoscenza delle relazioni matematiche andando al di là degli oggetti particolari
- l’Intellezione (noesis) : la visione delle Idee che conduce al piano dell’essere
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra la concezione della verità di Socrate e quella di Platone?
- Come Platone vede il ruolo della scrittura rispetto alla comunicazione orale?
- Cosa rappresentano le idee secondo Platone?
- Come Platone critica la sofistica e il relativismo gnoseologico?
- Qual è l'importanza dell'idea del bene nella filosofia di Platone?
Socrate identifica la verità con il concetto, mentre Platone la associa alla dottrina delle idee, unendo la verità stabile a un'esigenza etica.
Platone utilizza dialoghi scritti per stabilità e ampiezza di discussione, ma preferisce la comunicazione orale, ritenendo che il filosofare profondo non possa essere completamente riprodotto in forma scritta.
Le idee sono archetipi della realtà, modelli eterni e divini che esistono indipendentemente dalle cose e sono condivisibili perché le anime le hanno viste prima di incarnarsi.
Platone critica la sofistica come mera tecnica per il successo e il relativismo gnoseologico dei sofisti, rivendicando l'importanza della sfera etica e la ricerca della verità.
L'idea del bene è il principio unitario del mondo delle idee e della conoscenza, paragonata al Sole che rende visibili gli oggetti e dà loro esistenza ed essenza, trascendendo l'essenza stessa.