emma2423
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Concetti Chiave

  • Platone, nella fase matura del suo pensiero, rivede e approfondisce la teoria delle idee e della conoscenza, distanziandosi dalla metafisica parmenidea che dominava quel periodo.
  • Nei dialoghi "Parmenide" e "Sofista", Platone esplora la molteplicità delle idee e introduce la nozione che il non essere è qualcosa di diverso dal nulla, sfidando la concezione dell'essere unico di Parmenide.
  • Nel "Sofista", Platone definisce una nuova concezione dell'essere attraverso la dottrina dei generi sommi, che include l'essere, la diversità, l'identità, la quiete e il movimento, e sottolinea l'importanza delle relazioni tra le idee.
  • La dialettica, secondo Platone, evolve da arte del discorso a scienza delle idee, diventando lo strumento fondamentale per mappare le relazioni tra le idee e, di conseguenza, per fare filosofia.
  • Nel "Timeo", Platone introduce il demiurgo come un artefice divino che organizza la materia informe secondo le idee, evidenziando una visione matematica e artistica del cosmo, che si avvicina alla concezione pitagorica.

Indice

  1. Dialoghi platonici
  2. Parmenide
  3. Sofista
  4. Timeo

Dialoghi platonici

Si tratta di dialoghi appartenenti alla terza fase del pensiero di Platone, ossia la fase matura (ossia quella caratterizzata da un approfondimento e una revisione delle sue teorie). In queste due opere rivede la teoria delle idee e la teoria della conoscenza e le approfondisce.

Parmenide

Le rivede perché la metafisica in quel periodo storico in Grecia, era dominata da parmenide, ossia non esistevano delle alternative alla sua visione.
Parmenide aveva definito l’essere come unico, omogeneo e immutabile, dunque tutto ciò che non fa parte dell’essere vero, non è o è apparenza. Platone riconosce questa cosa ma secondo la sua teoria delle idee, c’è la molteplicità: le idee sono molteplici e l’essere non è unico. La molteolicità significa e implica il non essere (se ad esempio A non è B, c’è molteplicità). La visione di Platone non rientra nella metafisica parmenidea, che indicava lo scenario del momento. Platone si rende conto che la teoria delle idee non supera il confronto con parmenide e infatti afferma che deve fare un confronto con un padre venerando e terribile, ossia parmenide. Platone non è disposto a mollare la sua teoria delle idee perché gli serve per arrivare a una conoscenza certa, quindi farà un’azione che sarà fatta da lui per la prima volta nello scenario della storia della metafisica (poi rimarrà). Slega il non essere dal nulla, ossia afferma che il non essere è qualcosa di diverso (se il cane non è il cavallo, il cane è comunque qualcosa ma di diverso). Questi due sono dialoghi molto complessi, soprattutto tutto il sofista (dato che si dilunga su vari discorsi e continua l’approfondimento sulle idee), ma anche parmenide, perché rivede la sua teoria delle idee e afferma che non è legittimata.

Sofista

Le idee sono uniche in sè ma diverse tra loro (ad esempio l’idea del cavallo è unica in sè ma è diversa dall’idea del cane). Gran parte del dialogo sofista si concentra sula dialettica, che era intanto diventata scienza delle idee. Il dialogo inizia con l’approfondimento e la definizione della struttura metodologica della dialettica (spiega come funziona e perché). Nel dialogo si trova anche la sua nuova convenzione dell’essere: cambia la convenzione dell’essere e introduce la dottrina dei generi sommi (ossia i generi sommi delle idee, e di conseguenza dell’essere). Essi sono cinque e sono: l’essere (qualsiasi essere non può non avere l’esistenza), il diversità (essendo qualcosa, significa che è diverso dalle altre cose), l’identità (va insieme alla diversità, perché nel definire l’idnetità di uno, c’è la diversità con l’altro), la quiete e il movimento (dal momento che le idee sono molteplici possono entrare o non entrare in relazione tra loro). Con la relazione Platone afferma il cambiamento della concezione dell’essere: qua afferma che l’essere non è o è, ma è una possibilità. Per Platone una qualsiasi cosa è quando in qualsiasi modo, tempo o forma, può venire in relazione con qualcos’altro. L’essere è la possibilità di venire in relazione con qualcos’altro. L’essere è relazione, quindi le idee possono essere in relazione con altre idee ma non con altre ancora. Ciò è fondamentale per capire la concezione di Platone della dialettica. Platone cambia idea e la rivaluta da arte del discorso (ossia la dialettica secondo i sofisti), a scienza delle idee, ossia filosofia in sé (nella repubblica). Essendo l’essere una relazione e la dialettica è la scienza delle combinazioni lega le idee e riconosce la mappatura della relazione tra le idee. In questo senso è la scienza delle idee e ossia anche la filosofia. Qua bisogna notare che se le idee entrassero tutte in relazione tra loro, allora si starebbe parlando del discorso sofista (per loro tutto è vero e non c’è una verità assoluta ancorata ad un principio stabile). Secondo Platone dunque se tutte le idee entrassero in relazione tra loro, ci sarebbe un discorso non valido e se al contrario un idea non entrasse in relazione con nessun’altra idea, non avremmo discorso e dunque non ci sarebbe l’essere. Bisogna dunque riconoscere el giuste relaizone tra le idee e ciò lo fa la dialettica. La dialettica diventa lo strumento della conoscenza stessa ossia del fare filosofia perché definisce il tessuto possibile di relazione tra le idee.

Timeo

Platone qua rivede e ritorna sul rapporto tra idee e cose, nell’ambito della teoria delle idee. Introduce un’entità tra idee e cose, ed essa si chiama demiurgo. Quest’ultimo non è un creatore, ossia non crea il mondo perché essa è divina (è un concetto cristiano, secondo cui il dio crea dal nulla). È un entità che vine immaginata da Platone come un artefice divino, ossia un artigiano caratterizzato da razionalità e bontà (fino alla vecchiaia torna al suo maestro socrate che faceva una relazione tra razionalità e bontà). La materia informe, ossia una materia indistinta era il Chora. Il demiurgo è amante del bene e dunque organizza questa materia indistinta a immagine e somiglianza delle idee (Platone ha preso morto dalla dottrina risatina o contrario???) e appunto definisce quello che è il mondo delle cose. Introduce questa identità nella relazione tra idee e cose, ossia parla di come viene definito il mondo da una materia che poi viene ordinata con un principio di bontà e relazionalità. Si tratta di un artefice divino perché oltre a creare con bontà e razionalità, il cosmo diventa una grande opera d’arte con l’azione del demiurgo (la bellezza porta alla bontà e quindi si trova la rivalutazione estrema dell’arte per Platone). Prima vedeva l’arte come una disciplina inferiore mentre ora afferma che il cosmo è una grande opera d’arte. Il demiurgo è amante del bene quindi non può vedere la materia indistinta. Questo dialogo è importante perché si trova una visione matematica di Platone che prima in aveva, seconda alla quale si avvicina ai pitagorici. Afferma che le cose hanno delle strutture numeriche, quindi per conoscere la realtà devo conoscere la struttura matematica delle cose.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la fase del pensiero di Platone a cui appartengono i dialoghi "Parmenide", "Sofista" e "Timeo"?
  2. I dialoghi appartengono alla terza fase del pensiero di Platone, ossia la fase matura, caratterizzata da un approfondimento e una revisione delle sue teorie.

  3. Come Platone affronta la visione dell'essere di Parmenide nel dialogo "Parmenide"?
  4. Platone riconosce la visione di Parmenide dell'essere come unico e immutabile, ma introduce la molteplicità delle idee, affermando che il non essere è qualcosa di diverso dal nulla.

  5. Qual è il ruolo della dialettica nel dialogo "Sofista"?
  6. Nel "Sofista", la dialettica diventa la scienza delle idee, definendo la struttura metodologica e la mappatura delle relazioni tra le idee, essendo fondamentale per la conoscenza e la filosofia.

  7. Che ruolo ha il demiurgo nel dialogo "Timeo"?
  8. Il demiurgo è un artefice divino che organizza la materia informe a immagine delle idee, creando il mondo delle cose con razionalità e bontà, trasformando il cosmo in una grande opera d'arte.

  9. Come si relaziona Platone con la matematica nel dialogo "Timeo"?
  10. Platone introduce una visione matematica, avvicinandosi ai pitagorici, affermando che le cose hanno strutture numeriche e che per conoscere la realtà bisogna comprendere la struttura matematica delle cose.

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