Concetti Chiave
- Parmenide sostiene che il concetto di "essere" è legato al presente, mentre il "non essere" si collega al futuro e al passato, portando a negare l'esistenza del mutamento e della temporalità.
- Secondo Parmenide, l'essere e l'esistere coincidono in un eterno presente, eliminando le differenze spaziali e temporali e creando una realtà continua e unificata.
- L'essere è concepito come una sfera infinita che ingloba tutta la realtà, negando il mutamento percepito come un'illusione.
- Il principio di identità di Parmenide e Melisso esclude l'esistenza del vuoto e dello spazio tra gli oggetti, poiché ciò implicherebbe l'introduzione del non essere.
- Zenone, allievo di Parmenide, utilizza paradossi sul moto per dimostrare che la realtà è un'illusione e che le nostre percezioni fisiche sono ingannevoli.
Indice
Parmenide e il paradosso dell'essere
Parmenide continua i suoi ragionamenti con i suoi allievi e arriva a conseguenze paradossali. Parte da qualcosa di sempre vero e arriva a conclusioni così strane che Aristotele lo etichetta come un filosofo pazzo. Secondo Parmenide, se l’essere è, il non essere non è. Parmenide proietta questi principi nella temporalità e il non essere viene interpretato (all’interno della temporalità) come futuro e passato, mentre l’essere viene visto come presente.
Il tempo secondo Parmenide
Il non essere è collegato al futuro perché non è ancora e al passato perché non è più, mentre l’essere è il presente perché è ora. La conseguenza di questo ragionamento è che il futuro e il passato non esistono perché se esistessero bisognerebbe ammettere che l’essere non è. Dire che il passato o il futuro vivono nel presente è come dire che l’essere non è. Parmenide afferma che il divenire non esiste (non esistono il mutamento e la temporalità). Secondo lui, quando Eraclito affermava il Pantarei si sbagliava.
L'eterno presente e lo sfero
Per Parmenide l’essere e l’esistere coincidono, ma poi non sarà più così. Secondo Parmenide (e Melisso), viviamo in un costante presente ed è l’uomo che si inventa i concetti del futuro e del passato. Il discorso di Parmenide non vale solo per il tempo ma anche per lo spazio e afferma che “io non sono te”. Affermano che viviamo in un eterno presente, tutti dentro tutti, compattati in una sfera chiamata lo sfero (le differenze spaziali che ci separano non esistono). “Io non sono là” richiama il non essere. Dicono che siamo tutti attaccati e collegati e non c’è discontinuità nella realtà.
La realtà come illusione
L’essere è la sfera con raggio infinito che ingloba tutta la realtà secondo Parmenide e i suoi studenti e “tutti sono tutto”. Noi vediamo costantemente che la realtà muta nel tempo, ma Parmenide afferma che questa nostra visione è solo un’illusione e i suoi allievi continuano questi studi con lui (soprattutto Melisso). Aristotele afferma che il suo discorso non ha senso e gli va contro. Per Parmenide e i suoi allievi “ogni cosa deve essere”.
Il principio di identità coincide con la proprietà dell’essere (l’essere è). Il non essere non va confuso con il vuoto perché il vuoto esiste e quindi non si può dire che al di là della sfera c’è il nulla perché sarebbe una contraddizione (come dire che A = non A). Questo studio è stato perfezionato da Melisso. Portò a estreme conclusioni il discorso degli elementi e dice che bisogna negare l’esistenza dello spazio tra gli oggetti poiché secondo loro questo comporterebbe l’introduzione del non essere e del tempo. Il non essere viene negato per teorema e di conseguenza tutto ciò legato al non essere viene negato.
Zenone e i paradossi del moto
Zenone era un allievo di Parmenide che non si occupò dell’essere ma bensì dei paradossi, soprattutto quelli riguardanti il moto (es: Achille e la tartaruga, l’arco e la freccia). Zenone concluse che nel primo paradosso, siccome da un punto di vista matematico non si raggiungono, è la realtà fisica del mondo che noi viviamo che ci illude. Per il paradosso dell’arco e della freccia Zenone conclude che la freccia non partirà mai. Zenone conclude che la realtà è un’illusione (noi sappiamo in realtà che la matematica dell’epoca non aveva gli strumenti per calcolare i limiti) e non è possibile che la matematica sia sbagliata ma siamo noi che non vediamo correttamente la realtà.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Parmenide riguardo al non essere e alla temporalità?
- Come Parmenide descrive l'essere in relazione allo spazio?
- Qual è il principio di identità secondo Parmenide e Melisso?
- Quali sono i paradossi di Zenone e cosa concludono?
- Come Aristotele reagisce alle teorie di Parmenide?
Parmenide collega il non essere al futuro e al passato, affermando che solo il presente esiste realmente. Secondo lui, il divenire e la temporalità non esistono.
Parmenide descrive l'essere come una sfera infinita che ingloba tutta la realtà, negando le differenze spaziali e affermando che viviamo in un eterno presente.
Il principio di identità coincide con la proprietà dell'essere, e il vuoto esiste, quindi non si può dire che al di là della sfera c'è il nulla, poiché sarebbe una contraddizione.
Zenone si occupa di paradossi come Achille e la tartaruga e l'arco e la freccia, concludendo che la realtà è un'illusione e che la matematica dell'epoca non aveva gli strumenti per calcolare i limiti.
Aristotele considera le teorie di Parmenide prive di senso e lo etichetta come un filosofo pazzo, opponendosi alle sue conclusioni.