Concetti Chiave
- Il verbo greco "noein" è strettamente collegato al sostantivo "nous", che indica la facoltà di pensare, distinguendosi dal semplice pensare soggettivo.
- Noein implica un'attività intellettiva oggettiva, simile al concetto latino di "intelligere", che significa comprendere qualcosa senza soggettività.
- Parmenide vede il noein come un processo di contatto diretto con l'oggetto, simile all'idea di una tabula rasa che accoglie senza alterare.
- La filosofia parmenidea sostiene che il pensiero è legato alla realtà oggettiva, dove si può pensare solo ciò che esiste effettivamente.
- Noein unifica le tracce del mondo sensibile in un unico concetto dell'essere, evitando la divisione che porterebbe al non essere.
Indice
Il significato di noein
Nei frammenti del “per physeos” parmenideo è molte volte usato il verbo noein, che tradizionalmente viene tradotto con: pensare. Questa traduzione è però imperfetta, occorre quindi capire cosa significasse realmente questo verbo per Parmenide e perché il filosofo ne facesse un così grande uso.
Differenze tra pensare e noein
Innanzi tutto partiamo dall’italiano. Il nostro verbo pensare ha un’ampia gamma di significati; pensiamo quando rievochiamo nella nostra mente un’immagine o un ricordo; pensiamo quando comprendiamo qualcosa, insomma questo verbo fa riferimento ad un’attività percettiva, cognitiva e creativa del soggetto che pensa.
Nous e l'attività del noein
In greco le cose sono diverse, il verbo noein è strettamente collegato al sostantivo nous, che significa letteralmente animo, mente, ma anche facoltà di pensare. Il nous infatti è la funzione dell’anima capace di realizzare l’attività del noein. Il suo significato è dunque molti vicino a quello del verbo latino intelligere, ossia avere intellezione di qualcosa.
La comprensione oggettiva dei greci
Chiarito questo bisogna però capire cosa sia questa attività del noein; essa consiste nel volgere l’attività intellettiva verso un oggetto. Per i greci, ed in particolare per i presocratici, la comprensione di qualcosa era un fatto scevro da ogni soggettività, non c’era un io pensante che comprendeva, ma un nous, un intelletto che entrava in contatto con un oggetto accogliendolo in se. La cosa appare più chiara facendo un celebre esempio, quello della tabula rasa, una tavoletta di cera vergine pronta ad accogliere qualsiasi cosa noi vi andremo ad incidere senza cambiarla. L’attività del noein è proprio questo: realizzare un contatto diretto, un patema, con l’oggetto senza inserirvi nulla di soggettivo, ma prendendolo così com’è.
Il pensiero parmenideo e la realtà
Il pensiero parmenideo è legato alla realtà oggettiva dei pensati, all’essere che è e che non può non essere e dunque colto dall’intelletto solo nelle sue caratteristiche ontologiche ed esistenziali. Per il filosofo presocratico c’è una corrispondenza tra la realtà e il pensiero, in quanto potrò pensare solo ciò che è, accogliere in me solo ciò che esiste.
La traduzione di pensare
La traduzione di pensare può essere considerata più che lecita se la ricolleghiamo al suo omonimo latino pensare che significa pesare, ossia stabilire il peso materiale di un oggetto facendolo entrare in contatto con qualcosa che ne determina la misura.
Noein e l'essere
Il noein coglie l’essere nella sua continuità, “fiutandone” le tracce nel mondo sensibile ma trascendendo da esse, ossia facendone astrazione e dunque unificando tutte queste tracce in un unico concetto, nozione che è appunto quello dell’essere, che per Parmenide non potrà mai essere diviso, altrimenti si cadrebbe nel non essere, che come si sa, per il filosofo non è ed è necessario che non sia.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del verbo "noein" nel contesto parmenideo?
- Come differisce il concetto di "pensare" in italiano rispetto al "noein" greco?
- Qual è la relazione tra realtà e pensiero secondo Parmenide?
- Perché la traduzione di "noein" come "pensare" è considerata lecita?
Nel contesto parmenideo, "noein" si riferisce all'attività intellettiva di comprendere un oggetto senza soggettività, simile al verbo latino "intelligere".
In italiano, "pensare" ha una gamma ampia di significati legati a percezione e creatività, mentre "noein" è collegato al nous, l'intelletto che comprende oggettivamente.
Per Parmenide, c'è una corrispondenza tra realtà e pensiero; si può pensare solo ciò che esiste, accogliendo l'essere nelle sue caratteristiche ontologiche.
La traduzione è lecita se collegata al latino "pensare", che significa pesare, stabilendo un contatto oggettivo per determinare la misura di un oggetto.