Concetti Chiave
- Il neoplatonismo emerse in un periodo di crisi interiore, combinando elementi pitagorici, aristotelici e stoici, e si affermò nell'età alessandrina come una manifestazione religiosa prevalente.
- Ammonio Sacca è il fondatore del neoplatonismo, ma Plotino è la figura più influente, con una scuola frequentata da senatori e dall'imperatore Gallieno.
- Plotino sviluppò un sistema metafisico che parte dal mondo sensibile, promuovendo la comprensione dell'Uno attraverso la molteplicità del mondo.
- L'Uno di Plotino è ineffabile e trascendente, oltre l'essere, e non può essere descritto attraverso attributi finiti, seguendo una "teologia negativa".
- Plotino sostiene che la realtà deriva da Dio non per volontà ma per emanazione, con il divino che si espande naturalmente, senza creazionismo intenzionale.
Indice
Origini del neoplatonismo
Il neoplatonismo nacque in un particolare momento storico, in cui l’uomo sembrava avvertire una profonda crisi interiore e si accorgeva della caducità della realtà sensibile. Esso è l’ultima manifestazione del platonismo del mondo antico e riassume elementi pitagorici, aristotelici e stoici divenendo così la manifestazione più cospicua dell’orientamento religioso che prevale nella filosofia dell’età alessandrina.
Plotino e la sua scuola
Fondatore del neoplatonismo è Ammonio Sacca vissuto tra il 175 e il 242 d.C. ma, tuttavia tra le figure di maggiore spicco del neoplatonismo si rivela Plotino la cui scuola ebbe tra gli ascoltatori numerosi senatori romani e lo stesso imperatore Gallieno e sua moglie Salonina (riferisce all’elite). Egli esprime l’ultimo sistema dell’antichità, cioè una visione della realtà che consente di leggere il mondo secondo una determinata chiave di lettura. Come il suo maestro non scrisse nulla; fu il suo scolaro Porfirio di Tiro a pubblicarne gli scritti ordinandoli in sei enneadi, ossia libri di nove parti ciascuno.
La metafisica di Plotino
Plotino costruisce il suo sistema metafisico dal mondo sensibile, quindi dalla concretezza del mondo, sostenendo che tutto ciò che è in esso è molteplice e dunque può essere valutato sotto diversi aspetti. Perciò partendo da un principio che sostiene la molteplicità, sarebbe impensabile non presupporre l’unità, giacché il “molteplice” garantisce la comprensione dell’Uno. Quindi è possibile classificare, valutare le cose del mondo secondo la loro molteplicità, percorrendo una scala decrescente che risale dalle cose che possiedono una molteplicità elevata fino a pervenire all’Uno. In questo modo egli sostiene la trascendenza dell’Uno poiché essendo molteplici tutte le cose del mondo, procedere verso l’Uno equivale operare fuori dal mondo.
Teologia negativa e divinità
Tale è l’Uno primo (da cui tutta deriva e grazie cui i molti sono) che è ineffabile, cioè non si può dire ciò che è, ma ciò che non è, perché esso è al di là dell’essere, privo di forma (amòrphos) e di figura (anèideos). Infatti, non può essere qualificato mediante attributi finiti e, quindi non può configurarsi come argomento di discorso o oggetto di scienza. Questo tipo di comportamento di fronte alla divinità è definito “teologia negativa”, per la quale ogni discorso su Dio può essere fatto solo per via negativa.
Emanazione e creazione del mondo
Plotino attraverso un’analisi dall’uno ai molti giunge a dimostrare che il divino è in ogni cosa, adottando un linguaggio evocativo e metaforico. Il mondo deriva da Dio ma, non attraverso un atto volitivo, bensì mediante un processo di emanazione. L’essere di questa realtà è in costante espansione ed è cosi esteso da «traboccare», non per volontà ma per necessità e, poiché la sostanza tracima in esso, non c'è nessun creazionismo (Il mondo esiste poiché risultato inevitabile dell’essere abbondante dell’Uno). Egli giustifica tale pienezza, riferendosi a una realtà che è così realizzata tanto da generare, riprendendo un riferimento tipicamente biologico secondo cui tutto ciò che in natura è arrivato a maturazione, genera (automatismo). Non c’è divino che progetta, ma è la realtà che in quanto è realizzazione completa è quindi generazione. L’espansione andrà a determinare tutta la realtà man mano che ci si allontana dal fulcro (divino).
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico in cui nasce il neoplatonismo?
- Chi è considerato il fondatore del neoplatonismo e quale figura è di maggiore spicco?
- Come descrive Plotino il concetto dell'Uno?
- Qual è il processo attraverso cui il mondo deriva da Dio secondo Plotino?
- Come giustifica Plotino la pienezza dell'essere?
Il neoplatonismo nasce in un periodo di profonda crisi interiore per l'uomo, che avverte la caducità della realtà sensibile, rappresentando l'ultima manifestazione del platonismo antico e integrando elementi pitagorici, aristotelici e stoici.
Ammonio Sacca è considerato il fondatore del neoplatonismo, ma Plotino è la figura di maggiore spicco, avendo influenzato molti senatori romani e l'imperatore Gallieno.
Plotino descrive l'Uno come ineffabile, al di là dell'essere, privo di forma e figura, e sostiene che la comprensione dell'Uno avviene attraverso la trascendenza, operando fuori dal mondo.
Secondo Plotino, il mondo deriva da Dio non per un atto volitivo, ma attraverso un processo di emanazione, dove l'essere si espande per necessità, non per volontà, generando la realtà.
Plotino giustifica la pienezza dell'essere riferendosi a una realtà che, essendo completamente realizzata, genera automaticamente, senza un progetto divino, ma come risultato inevitabile dell'abbondanza dell'Uno.