Concetti Chiave
- Protagora sosteneva l'impossibilità di conoscere la divinità, riflettendo un approccio agnostico.
- Prodico di Ceo vedeva la religione come un'invenzione umana, attribuendo sacralità a elementi naturali utili.
- Crizia considerava la religione uno strumento di controllo delle masse da parte dei potenti.
- La tradizione sofistica tendeva a demolire la religione, considerandola un mezzo di sottomissione sociale.
- I sofisti miravano a rompere con tradizioni giuridiche, sociali e culturali, basandosi sulla dialettica.
Indice
Protagora e la divinità
Protagora disse che non era possibile conoscere niente a riguardo della divinità. Prodico di Ceo affermò che la religione era inventata dagli uomini ed era frutto della tendenza degli uomini a dichiarare divino tutto ciò che per loro era utile, cioè quegli aspetti della natura che appaiono positivi.
Critica sofistica alla religione
Crizia fu anche uno dei trenta tiranni di Atene dopo la guerra del Peloponneso; egli disse che la religione era solamente un’invenzione dei potenti per controllare e gestire il popolo. In effetti tutta la tradizione filosofica sofistica tende a voler distruggere, ad appannare la religione vista come una pratica insulsa, un oggetto in mano a pochi per schiavizzare, sottomettere i molti, la massa.
Rottura con la tradizione greca
Nonostante sia abbastanza interessante quest’aspetto tra religione e pensiero sofista, e una costante il rapporto di rottura da parte dei sofisti con molti aspetti della vita sociale greca, con gli elementi della tradizione di essa : la tradizione giuridica, sociale, religiosa e culturale, ovvero ogni forma di regola che basi la propria esistenza sulla forza della figura mitica, divinizzata.
Etica sofista e dialettica
L’interesse da parte dei sofisti a raggiungere una vera e propria rottura è giustificato; l’etica sofista è proprio moralmente flessibile e si basa sui canoni della dialettica, non trova altre forme di fondamenta e regole o scopi.