Concetti Chiave
- Nell'Atene del V-IV sec. a.C., la filosofia diventa un'arte retorica e di persuasione, focalizzata sull'uso del logos per affermare punti di vista personali.
- I Sofisti, considerati sapienti, offrono le loro abilità retoriche per aiutare fazioni politiche a ottenere consenso nelle assemblee e nei tribunali.
- La verità diventa un concetto relativo, mentre l'impatto emotivo delle opinioni prevale sull'aderenza alla realtà.
- La Sofistica attraversa tre fasi, ognuna con un diverso approccio alla verità e al potere, culminando nell'Eristica, che enfatizza il gioco verbale fine a se stesso.
- Socrate e Platone criticano l'ultima fase della Sofistica, cercando di reintrodurre valori di bene, virtù e giustizia nella filosofia.
(V-IV sec. a.c.)
Indice
La filosofia come arte retorica
Nell’ Atene del V e IV sec. a.c. la filosofia diviene arte retorica (euristica), arte della persuasione, arte del convincimento grazie all’uso sapiente della parola (logos).
Il logos non è necessariamente parola sulla verità e sull’essere delle cose, ma è strumento tecnico per affermare il proprio punto di vista.
Il ruolo dei Sofisti
Le fazioni politiche popolari (i demi e le fratrie) si avvalgono, in cambio di un compenso in denaro, delle abilità linguistiche dei cosiddetti sapienti o filosofi (i Sofisti), per ottenere il consenso nell’assemblea (bulé e Pnice) o del tribunale (Aeropago). Dunque affermare il proprio punto di vista e far approvare le proprie decisioni.
La parola diviene opinione e la verità (arké, aletheia, episteme) un principio instabile e relativo.
Tutto ciò che conta è l’impatto emotivo e la forza espressiva delle opinioni, non quanta verità ci sia in esse.
Le fasi della sofistica
L’attività dei Sofisti si divide in 3 fasi:
• la prima sofistica dove emergono le figure di Protagora e Gorgia che danno alla ricerca della verità una forte connotazione utilitaristica, anche se nell’ambito di un valore importante conferito alle leggi e ai legami comunitari della polis.
• la seconda sofistica che vede come figure principali le figure di Trasimaco, Crizia e Callicle che mettono in relazione la verità con la forza e il potere politico.
• la terza sofistica non vede personalità di spicco, ma sempre più sfocia nell’Eristica, ossia nel gioco fine a se stesso della parola, della persuasione e della contraddizione. L’arte della persuasione o della dialettica diviene solo un diletto dei retori che utilizzano la loro capacità argomentativa per soddisfare il proprio narcisismo egoistico o semplicemente per una convenienza materialistica economica e politica.
L'opposizione di Socrate e Platone
E’ soprattutto quest’ultima sofistica che Socrate e Platone, suo allievo, cercheranno di ostacolare rimettendo al centro della riflessione filosofica l’idea di bene e di virtù, di comunità e di giustizia, valori che oramai nelle frasi, opinioni, giudizi degli eristi si stavano inesorabilmente dissolvendo e quindi preparavano il terreno alla fine dell’autonomia politica della polis, favorendo corruzione, ambizioni personali e demagogia (il lato più negativo della democrazia).
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dei Sofisti nell'Atene del V e IV secolo a.C.?
- Come si evolve l'attività dei Sofisti attraverso le tre fasi menzionate nel testo?
- Qual è la critica di Socrate e Platone nei confronti della terza sofistica?
I Sofisti erano filosofi che utilizzavano l'arte della persuasione e del logos per affermare il proprio punto di vista e ottenere consenso politico, spesso in cambio di compensi monetari.
La prima fase si concentra su un approccio utilitaristico alla verità, la seconda collega la verità al potere politico, mentre la terza si trasforma in un gioco di persuasione fine a se stesso, privo di valori etici.
Socrate e Platone criticano la terza sofistica per aver abbandonato i valori di bene, virtù e giustizia, contribuendo alla corruzione e alla demagogia, minando l'autonomia politica della polis.